2023-05-15
Alessandra Mussolini: «Quelle tende pendono tutte a sinistra»
Alessandra Mussolini (Ansa)
L’europarlamentare: «Sono solidale prima coi proprietari delle case, poi pure con i ragazzi che protestano Instagram non voleva farmi iscrivere per il mio cognome. Dopo che ho fatto un macello hanno cambiato idea».Alessandra Mussolini, europarlamentare, ancora una volta il suo cognome ha sollevato scandalo. Ci racconta tutto dal principio? «Volevo aprire un account su Instagram per l’attività politica, ma mi hanno bloccato perché mi chiamo Mussolini». Sarà stata l’intelligenza artificiale…«No, è stata la deficienza artificiale. Dicono che il cognome risultava contrario alla policy della community». Contrario alla policy. E quindi?«Dovevo togliere la parola Mussolini, volevano che mettessi un’abbreviazione, o che usassi qualche trucchetto per camuffare il cognome. Ma figuriamoci». Ha fatto altri tentativi?«Sì, ho provato con Alessandra Gramsci e Alessandra Berlinguer. In quel caso non c’erano problemi, funzionava tutto benissimo». Poi però si sono scusati, giusto?«Ma solo perché ho montato il macello. Ho dovuto precisare che si trattava di attività parlamentare, anche perché oggi senza social non puoi lavorare».Come si sono giustificati?«Hanno detto che si è trattato di un “fraintendimento”. Come no…».Certo non è la prima volta che il suo cognome le causa dei problemi.«E non sarà l’ultima, ma non me ne frega niente. L’importante è aver raggiunto l’obiettivo». Un po’ come i ragazzi che protestano in tenda contro il caro-affitti. L’obiettivo di sollevare l’attenzione sul tema l’hanno raggiunto, eccome. «Senta, per me quelle tende pendono tutte a sinistra. E chi vuole intendere, in tenda». Avranno le loro ragioni, no? «E lo capisco. Ma quei ragazzi devono anche pensare ai proprietari di case».Come sarebbe?«I proprietari stanno pagando l’energia triplicata, sono aumentati tutti i costi condominiali come fossimo tutti nei residence di lusso. C’è l’Imu da pagare ogni sei mesi, che in pratica sono come tre mensilità di affitto che regali allo Stato. Devo continuare?».Se vuole, continui. «C’è la Tari da pagare, che per quanto costa dovremmo camminare nelle nostre città come su uno specchio pulitissimo, quando invece in certi posti, come a Roma, la raccolta differenziata si fa per finta. Per non parlare di quando compri la casa: tasse, imposta di registro, lo spettro degli aumenti della rendita catastale…».Starà mica sostenendo che le vittime sono i proprietari?«A me sta bene tutto, i ragazzi, le tende, gli aiuti per l’affitto: ma prima mi abbassi le tasse per i proprietari, la cedolare secca al dieci me la metti al cinque, e poi possiamo parlare di calmierare gli affitti a trecento euro».Trecento euro?«Non più basso, perché la casa in centro non è un diritto, sennò te ne vai in un ostello, in una comune, in quei posti là». Ecco, restiamo sul punto: esiste un diritto per lo studente di vivere vicino all’università?«Il diritto è quello dei proprietari ad affittare, impiegando i propri risparmi e guadagnando sull’affitto. Qui invece qualcuno vuole la casa regalata, e non è accettabile. Ci sono delle spese da affrontare, anche per mantenerle, queste case».Mantenerle? «Quando i cari studenti vanno nelle case in affitto alcune volte le lasciano in situazioni miserevoli, si spacca il lavandino, il bagno: chi paga la manutenzione?». Quindi non è solidale con il popolo delle tende?«Sono solidale prima con i proprietari, e poi con le tende. Lo Stato deve occuparsi prima di chi ha una casa da mantenere, e dopodiché si può venire incontro alle istanze degli studenti». Ricavando alloggi nelle ex caserme dismesse?«Facciano quello che vogliono, ma il mondo degli affitti studenteschi va raccontato tutto. Non ci sono solo quelli in tenda, ma anche i risparmiatori della casa che vanno tutelati». Gli affitti però sono indubbiamente alti. Colpa anche delle politiche green che hanno reso «esclusivi» i centri città?«Piuttosto, stiamo pagando il conflitto Ucraina-Russia, diciamocelo apertamente». Cioè?«È aumentato spaventosamente il costo dell’energia, sono aumentate le materie prime legate all’edilizia. Ho parlato con i rappresentanti dell’industria dell’alluminio: se a casa ti si rompe una finestra oggi ti costa una fortuna sostituirla». Dunque?«Dunque, indirettamente, questa guerra contro la Russia, pur legittima, fa alzare i prezzi degli affitti, e di tante altre cose». Un cascame del conflitto, insomma. «Stando nel parlamento europeo, uno si rende conto delle tante conseguenze che paghiamo col conflitto militare: in termini di esportazioni di prodotti, forniture, approvvigionamenti. Ci sono i cereali dell’Est Europa che in pratica sono marciti, e vorrebbero darli agli africani, quando ormai non sono buoni neanche per le bestie». Cosa avrebbe chiesto a Zelensky in visita a Roma?«Che gli devo chiedere io a Zelensky? Che condivida la speranza di far finire la guerra il prima possibile e riportare la pace in Europa. L’Ucraina del resto la sosteniamo ogni giorno». Elly Schlein dice che la maggioranza vuole occupare la Rai. «A me queste cose non interessano. Basta che facciano programmi di qualità, dando alle persone che pagano il canone prodotti eccellenti».È così?«In alcuni di questi programmi ho lavorato, e devo dire che ho incontrato professionisti eccezionali. Non mi sono mai posta il problema, in televisione, di lavorare con gente di destra o di sinistra, né me lo hanno chiesto». Il ministro Lollobrigida ha parlato di «etnia italiana» da difendere. E’ d’accordo?«No, di questo non parlo. Mi basta già occuparmi di Europa per avvelenarmi ogni giorno. Sto diventando una “neurodeputata”…».E il Papa che si schiera con Giorgia Meloni per incentivare la natalità?«Non dico niente del Papa e non parlo della natalità. Parlo delle donne che devono avere lo stipendio uguale a quello degli uomini, devono avere garantito il posto di lavoro e devono essere sollevate da tutti i problemi quotidiani che incontrano ogni giorno. Prima alleggeriamo le donne dai tre quattro lavori che sono costrette a svolgere, e poi parliamo di natalità». Da quando si è schierata per i nuovi diritti Lgbt, dicono che è diventata fluida. «Guarda, sono fluidissima». Questo cosa comporta?«Penso che le politiche per la famiglia devono essere “leggere”».In che senso leggere?«Nel senso che non devono andare ad intaccare l’organizzazione familiare e la sessualità di ognuno di noi. Ciascuno deve farsi i fatti propri, e lo Stato da questo punto di vista deve fare lo stesso». Mussolini, oggi è diventata di sinistra?«Io non sono a sinistra, a destra, al centro. Sono oltre. Sono semplicemente Alessandra Mussolini, e non sono profilabile. Ci ha provato Instagram a profilarmi, manco loro ci sono riusciti. Chiaro?».
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