2020-03-13
Al Nord quasi 700 medici contagiati, ma De Magistris sfotte la Lombardia
Luigi De Magistris (Ansa)
Il sindaco di Napoli: «Se il morbo fosse partito da qui ci avrebbero sparato». Mentre il Pirellone conta altri 127 morti, in Italia i pazienti arrivano a 15.113, 1.016 i decessi. La Protezione civile: «Manca il sangue, donatelo».L'unità di crisi della Protezione civile della Regione Campania aveva reso noto che il totale dei positivi è salito a 179 unità e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, non ha trovato di meglio che giocare la carta del vittimismo. «Se il contagio fosse partito dalla Campania e non dalla Lombardia, il primo decreto sarebbe stato quello di sparare a vista su qualsiasi meridionale», ha dichiarato l'ex magistrato ai microfoni di radio Crc (Centro radiodiffusione Campania). Non soddisfatto dell'infelice uscita, ha indossato i panni dell'uomo del Sud più buono e generoso: «Mi auguro che un domani potremmo raccontare la storia che siamo stati infettati da altri, ma che noi abbiamo contribuito alla cura», ha proclamato in un rigurgito d'orgoglio. Non poteva mancare l'appello agli italiani: «Questo Paese o riscopre adesso un senso di equilibro sociale, umano, oppure vuol dire che non è un grande Paese», è stato il messaggio radiofonico del sindaco che ha scelto un gran bel momento per sparare lui, contro il Nord. Nelle stesse ore, l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, comunicava che a dispetto dell'emergenza «in un solo giorno siamo riusciti a creare 120 nuovi posti di terapia intensiva» perché siamo «un unico sistema sanitario che sta dando una risposta unitaria». La Lombardia, sempre epicentro dell'epidemia, non si perde in battute, «stiamo facendo un lavoro frenetico ma serio», puntualizza Gallera, che però avverte: «Non c'è più capacità di accogliere». Solo ieri i pazienti in terapia intensiva erano aumentati di 400 unità. «La strategia è di ridurre il numero dei pazienti ricoverati negli ospedali periferici che non hanno più capacità di accogliere». La Regione e Fondazione Fiera Milano hanno inviato alla Protezione civile il progetto per realizzare 600 posti letto nei capannoni fieristici. In sei giorni potrebbe essere possibile. In Lombardia ieri le nuove vittime erano 127, portando il totale dei decessi a 744; 8.725 i casi positivi (1.445 in più rispetto a mercoledì). La provincia più colpita è Bergamo, passata a 2.136 casi, ma per fortuna sono aumentati i guariti, diventati in Regione 1.085. La Lombardia sta vivendo anche l'eccezionalità di medici e infermieri contagiati, sono 691 gli operatori sanitari risultati positivi al test. Secondo il maggiore sindacato dei medici ospedalieri italiani, Anaao Assomed, il personale contagiato è pari al 12% del totale dei malati di Covid-19 sul territorio lombardo. Sul fronte nazionale, il bollettino della Protezione civile indica un numero di contagiati aumentato di 2.651 unità in un giorno, portando il totale a 15.113 persone. I malati sono 12.839, quelli ricoverati con sintomi 6.650, 1.153 risultano in terapia intensiva (+125, rappresentano sempre il 10%), mentre 5.036 sono a casa in isolamento. I deceduti sono stati 188 in ventiquattr'ore, portando il totale a 1.016 (+189), le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus sono 1.258, 213 in più rispetto a mercoledì. Le regioni più colpite, oltre alla Lombardia, sono Emilia Romagna con 1.947 casi (+208), Veneto con 1.384 (+361), Piemonte 580 (+79), Marche con 592 (+113). I contagiati da coronavirus in Sicilia sono saliti a 115, 32 in più di ieri, il governatore Musumeci ha presentato un piano per affrontare una possibile emergenza, con nuovi posti letto e assunzione di medici e infermieri. Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha fatto appello a tutti perché si doni il sangue, sta mancando e non c'è motivo per non recarsi nei centri sul territorio, previo appuntamento per garantire sicurezza al donatore e al personale sanitario.Il 98% delle vittime del Covid-19 ha più di 68 anni, ricordava ieri Borrelli. «L'anziano è in linea di massima immunodepresso, con un sistema neuroendocrino che, come tutti gli organi, invecchia con l'avanzare dell'età», ha spiegato a Sanitàinformazione Gabriele Peperoni, specialista in geriatra. «È un organismo insomma sempre meno in grado di contenere un'infezione, ed è il motivo per cui l'anziano è più esposto al contagio. Se a questo si somma una generica fragilità, delle cronicità e delle comorbilità, ecco che è anche più facile che il soggetto non riesca a superare la malattia, a reagire alle criticità della stessa come può fare un giovane». Il medico ha osservato che gli anziani non seguono molto le direttive: «Sto riscontrando un atteggiamento abbastanza fatalista. I pazienti continuano a venire in ambulatorio nonostante tutte le raccomandazioni a non uscire di casa e a evitare situazioni affollate e contatti promiscui». Ben consapevole della situazione è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che vuole la chiusura degli ambulatori dei medici di base e che si accettino appuntamenti solo per casi gravi. Nella sola provincia di Bergamo «sono a oggi 50 i medici infettati, uno è morto», ha ricordato Anelli chiedendo: «Cosa stiamo aspettando? Di questo passo non solo non ci saranno abbastanza medici, ma gli stessi sanitari diventeranno, loro malgrado, veicolo d'infezione».