2018-12-01
Al G20 l’Ue si fa più morbida. Accordo vicino con l’Italia Trump minaccia: andiamo via
A Buenos Aires cala la tensione tra Roma e Bruxelles. Il commissario Jean Claude Juncker e Giuseppe Conte: «Progressi» Ultimatum Usa: «Se il linguaggio non ci piace non firmiamo la dichiarazione finale».Giornata distensiva, la prima delle due a Buenos Aires per il G20, per la manovra economica del governo Conte, che sarebbe pronto a porre la questione di fiducia già lunedì o martedì. Hanno contribuito al disgelo tra l'Unione europea e l'Italia anche le parole del presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, che in una conferenza stampa a margine del G20 argentino, a una domanda sulla manovra ha risposto: «Questa questione non va drammatizzata: noi siamo con l'Italia, se l'Italia è con noi». Ha parlato poi di atmosfera «buona», indicando che «stiamo facendo progressi», in attesa di un bilaterale nel corso del G20 con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il quale, arrivato a Buenos Aires, aveva precisato di essere d'accordo con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Teniamo i conti in ordine per la stabilità della finanza pubblica».L'obiettivo, ribadito dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, «è evitare la procedura di infrazione con Bruxelles senza tradire le promesse fatte agli italiani», nonostante giovedì sera gli sherpa dell'Ecofin abbiamo consigliato alla Commissione Ue una bocciatura della manovra italiana per deficit eccessivo. Fiduciosi il premier Conte e Giovanni Tria, ministro dell'Economia, dopo l'incontro con Pierre Moscovici, il commissario Ue agli Affari economici. I negoziati con l'Ue non si chiuderanno nell'ambito del G20, ha spiegato il numero uno del Tesoro, che spera nella volontà di Bruxelles di chiudere almeno uno dei fronti aperti (Italia, Usa e Cina), assicurando però che «nessuno vuole arrivare a una procedura di infrazione». Gli Stati Uniti di Donald Trump sono stati i protagonisti della prima giornata di lavori del G20 in un'Argentina, guidata dal liberale Maurizio Macri, in difficoltà tra l'alta inflazione, la crescita economica che procede a rilento, una moneta debole e la spada di Damocle del prestito da 57 miliardi di dollari concesso dal Fondo monetario internazionale. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Washington, John Bolton, avrebbe già espresso le tre condizioni per l'ok Usa alla dichiarazione finale del G20: nessuna menzione al libero commercio se non verrà affiancata a quella di «commercio equo», nessun riferimento al rafforzamento delle istituzioni commerciali internazionali né all'accordo sul clima di Parigi, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati.A Buenos Aires il presidente statunitense ha firmato con l'omologo messicano, Enrique Peña Nieto, e il primo ministro canadese, Justin Trudeau, il nuovo accordo di libero scambio del Nordamerica. L'intesa entrerà in vigore dopo la ratifica dei tre parlamenti e sostituirà il vecchio Nafta, datato 1994 e definito più volte da Trump il peggior accordo mai negoziato da Washington. Nella sostanza cambierà poco, a parte rappresentare un ulteriore «motivo per continuare a lavorare per rimuovere le tariffe sull'acciaio e sull'alluminio tra i nostri Paesi», come ha detto Trudeau a Trump. Niente bilaterale tra quest'ultimo e il presidente russo, Vladimir Putin, a causa della situazione in Ucraina, anche se Sarah Huckabee Sanders, la portavoce dell'amministrazione di Washington, ha precisato che Trump spera che la situazione si risolva presto per poter avviare «colloqui produttivi». Freddi anche i rapporti del presidente Usa con gli altri due leader sotto i riflettori, il presidente cinese, Xi Jinping, e il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman, accolto al tavolo del G20 con batti cinque e sorrisoni di Putin. Trump, invece, l'ha evitato scegliendo di mandare avanti il premier britannico Theresa May a chiedere trasparenza sulla morte del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, e sul ruolo della corona saudita. Ma soprattutto per capire le intenzioni di Bin Salman in vista della conferenza Opec della prossima settimana, quando il leader saudita dovrà scegliere se tagliare la produzione di petrolio facendo così infuriare gli Usa o se continuare a pompare greggio con il rischio di rimetterci economicamente.Anche sul versante cinese, Trump punta a giocare di sponda, confidando nell'Ue e nel cancelliere tedesco, Angela Merkel, per raggiungere un'intesa con Xi Jinping ed evitare una guerra commerciale di cui le prime vittime sarebbero proprio gli scambi commerciali tra il blocco di Bruxelles e Pechino. Ma la Merkel non ha potuto partecipare alla cerimonia inaugurale e ha dovuto cancellare gli incontri bilaterali con Trump e Xi a causa del ritardo con cui è giunta a Buenos Aires dopo l'atterraggio di emergenza a Colonia del suo aereo.La Cina punta a fare la voce del multilateralismo durante il meeting per rispondere a Trump, che vede multilateralismo e consessi internazionali come i luoghi in cui gli Stati Uniti sono scesi a patti inaccettabili con gli altri Paesi. Per dimostrare i suoi sforzi in questa direzione, il Dragone, con gli altri Paesi Brics (Brasile, Russia, India e Sudafrica), ha firmato una dichiarazione contro le misure unilaterali e protezionistiche contrarie allo spirito e alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), oltre a ribadire il loro sostegno all'accordo sul clima di Parigi e sottolineare la necessità di assicurare il sostegno al Fondo verde per il clima. media2.giphy.com
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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