2020-03-12
Al Brennero fermati i treni. Svizzera, psicosi frontalieri e case di tolleranza chiuse
L'Austria blocca i convogli passeggeri, per ora salve le merci. A Chiasso e dintorni terzo grado ai lavoratori italiani. E anche il giro d'affari del piacere si arrende al morbo.L'Austria fa sul serio e, come annunciato lunedì dal cancelliere Sebastian Kurz, i controlli al Brennero sono diventati serrati. Da ieri mattina le forze dell'ordine austriache fermano tutti i veicoli in uscita dall'Italia ma anche i treni passeggeri. Possono varcare il confine solo gli automobilisti in possesso di un certificato medico, obbligati poi a stare in auto-isolamento per due settimane. I tir potranno, per il momento, transitare dopo la misurazione della temperatura corporea del camionista. Sebbene nei decreti firmati dalle autorità di Vienna si parli esplicitamente di «temporanea reintroduzione dei controlli di frontiera Ue», la Commissione europea fino a ieri non aveva ancora ricevuto dall'Austria alcuna notifica riguardante la sospensione delle regole di Schengen. Notifica poi arrivata in serata. I provvedimenti d'altronde non erano nemmeno stati discussi con Roma, ma semplicemente notificati all'ambasciatore italiano a decisione ormai già presa. I decreti firmati dal cancelliere Kurz hanno reso il Brennero invalicabile anche per chi intende attraversarlo a piedi. Si tratta soprattutto di persone che viaggiano sulle rotaie, non essendo più permesso l'accesso ai treni che arrivano dall'Italia. Chi scende dal convoglio sul versante italiano è costretto perciò a chiamare un taxi o salire su un pullman e farsi accompagnare in Germania senza soste. Consentito ancora il traffico ferroviario delle merci. Il passaggio è consentito anche agli automobilisti che dichiarano di dover raggiungere il territorio tedesco senza fare stop, perciò la polizia austriaca controlla perfino se i serbatoi delle vetture sono pieni. Problemi analoghi devono affrontare anche i numerosi italiani che stanno tornando a casa, perché i treni si fermano nell'ultima stazione prima del valico. La severità dei controlli non è passata inosservata a Berlino, tanto che la cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito la chiusura del Brennero «un modo inadeguato di reagire». Di diversa opinione è invece il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, per il quale «le misure precauzionali adottate dall'Austria sono comprensibili, condivisibili e corrette», ma che ha rimarcato la necessità di «garantire soluzioni praticabili ai lavoratori frontalieri». Kurz si è limitato però a garantire che non ci sarà alcuna limitazione al traffico merci.E i primi guai per i frontalieri si sono registrati già da ieri in Svizzera. Fino a martedì scorso, i circa 67.000 lavoratori lombardi potevano regolarmente recarsi a lavoro in Canton Ticino. I nostri connazionali rappresentano circa il 30% degli occupati a Nord della frontiera di Chiasso, e la loro assenza comporterebbe non solo l'arresto di interi settori economici, ma anche un danno al servizio sanitario, ora che il Paese elvetico ha registrato il quarto decesso per coronavirus e alzato il bilancio dei contagi a quasi 650. Motivo per cui, i confini tra Italia e Svizzera rimangono aperti. Controlli però sul permesso G (lavorativo) ai varchi e ispezioni con posti di blocco sul territorio elvetico per chi ha targa italiana. A essere state chiuse sono però nove dogane secondarie. La misura è stata presa per incanalare il traffico nei posti di frontiera più grandi allo scopo di monitorare con maggiore attenzione gli arrivi, rallentando però ovviamente il traffico. Ieri mattina, la coda in autostrada a Ponte Chiasso verso Nord aveva raggiunto i sei chilometri, mentre sulle strade ordinarie le attese sono state di oltre tre ore. Se i confini svizzeri rimangono quindi ancora aperti, lo stesso non si può dire dei casini. Dopo giorni di sconti e promozioni per i clienti, le case di incontri sembrano star cogliendo il suggerimento di evitare i contatti ravvicinati tra le persone, a partire dal Club Oceano (il club più grande del Ticino), che rimarrà chiuso fino al 3 aprile. Passo indietro invece della Slovenia dopo l'annuncio di ieri del primo ministro Marjan Sarec: i confini con l'Italia non sono totalmente chiusi, ma l'accesso è permesso solo in sei punti di valico (Fernetti, Racchia, Robis, San Pietro-Vertoiba, Rabuiese-Skofije, e il passaggio di Krvavi potok nei pressi di Cosina). Gli stranieri possono però entrare solo se in possesso di un certificato medico rilasciato non più di tre giorni prima che attesti la negatività al coronavirus.Per quanto riguarda il traffico aereo, anche Ucraina, Libano e Portogallo hanno cancellato ogni collegamento con l'Italia. La stretta sui voli sta provocando gravi disagi soprattutto in Spagna, dove sono bloccati centinaia di italiani che non riescono a tornare a casa dopo che Alitalia, Ryanair e Easyjet hanno in poche ore cancellato tutte le rotte. Il loro rientro sarà possibile, forse, nei prossimi giorni via mare, con una nave della Grimaldi che da Barcellona arriverebbe Civitavecchia. Stessa sorte per 15 italiani bloccati in Marocco, dei quali si sta occupando il Gruppo Boscolo, il tour operator a cui si erano affidati i turisti per la loro vacanza.