2023-11-28
Aifa confessa: sui vaccini ok alla cieca
L’agenzia ai giudici: «Non abbiamo i dati sull’efficacia e la sicurezza di quei farmaci». Quindi hanno avallato green pass e obblighi vaccinali senza alcuna base scientifica? Oppure stanno mentendo? In entrambi i casi non si possono archiviare Roberto Speranza e Nicola Magrini.L’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) non ha mai ricevuto da Ema i dati sull’efficacia del vaccino anti covid-19, né quelli su rischi e benefici, tanto meno gli studi a sostegno del fatto che i vaccini impediscano la trasmissione del virus Sars Cov-2. È questa l’incredibile risposta fornita dall’Agenzia al Tar del Lazio, che ha così replicato a un’istanza presentata dal team dell’avvocato italo-tedesco Francesco Golinelli, che si occupa di diritto sanitario. Per capire su quali evidenze scientifiche si fosse basato il governo guidato da Mario Draghi per imporre il green pass - privando di istruzione, lavoro e mobilità milioni di italiani - lo studio Golinelli già a luglio 2022 aveva inviato direttamente ad Aifa una prima richiesta di accesso agli atti sulle caratteristiche dei preparati anti Covid, alla quale Aifa aveva risposto a dicembre in maniera sibillina e incompleta, senza fornire alcuna fonte. A questo punto l’avvocato, valutando la risposta di Aifa come un silenzio, ha impugnato la richiesta, cui ha dato seguito il Tar dichiarando il ricorso infondato con un’argomentazione stupefacente quanto inoppugnabile: non potete avere accesso a quei documenti semplicemente perché Aifa non li ha. Stando a quanto riportato nella sentenza, Aifa ha dichiarato al Tar che questa documentazione «fa parte del dossier di autorizzazione depositato presso Ema, che Aifa non detiene». «Aifa ha dichiarato» - si legge nell’atto del Tar - di non essere in possesso della documentazione richiesta». Possibile?La procedura di autorizzazione dei farmaci centralizzata è coordinata dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che lavora con i 27 Stati membri attraverso il suo Comitato scientifico per i medicinali per uso umano (Chmp). Il Chmp è composto dai rappresentanti di ciascuno Stato membro e dai loro vice: il rappresentante italiano, nominato l’11 settembre 2020, era allora il professor Armando Genazzani, membro del Cts di Aifa. E il suo sostituto nel Chmp di Ema era proprio quel Nicola Magrini, direttore generale di Aifa, che è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma, insieme con l’allora ministro della salute Roberto Speranza, per i reati di omicidio, somministrazione di medicinali guasti, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, falso ideologico e false dichiarazioni. Entrambi i funzionari Aifa, insomma, erano membri della commissione dell’Ema, che ha preso per buona e condiviso la documentazione fornita da Pfizer, dando il via libera in tutta Europa ai primi vaccini. Appare quindi inverosimile che Aifa «non sia in possesso della documentazione richiesta», ma questo è quanto ha comunicato Aifa al Tar del Lazio. È importante ricordare che il 23 dicembre 2020, in conferenza stampa con Luca Zaia, il neo eletto presidente di Aifa Giorgio Palù dichiarava testualmente: «Questo vaccino previene addirittura l’infezione, quindi dà un’immunità sterilizzante, lo stanno già misurando adesso, quindi io vi anticipo dei dati che sono quelli che ci ha trasmesso l’Ema e che noi abbiamo visto in Aifa». Palù parlava proprio dei dati che ha chiesto l’avvocato Golinelli nella sua richiesta e che, stando a quanto ha detto Aifa al Tar del Lazio, l’Agenzia non avrebbe. Un cortocircuito non indifferente da parte dell’organismo guidato da Palù: nel 2020 dichiara di avere i dati da Ema e nel 2021 e 2022, in tutte le comunicazioni ufficiali, conferma tanto l’efficacia quanto la sicurezza dei vaccini sulla base di dati che, nel 2023, dichiara di non avere. Ma i nodi sono ormai venuti al pettine.Palù allora disse una verità e una doppia bugia. La verità è che Ema i dati li ha evidentemente condivisi con i 27 Stati membri Ue, come da procedura, in seno al Chmp. La doppia bugia è che Ema non può aver inviato i dati sul contagio ad Aifa, né li ha mai «misurati», perché non sono mai stati disponibili. «Non li abbiamo mai fatti», ha testimoniato la rappresentante Pfizer Janine Small al Parlamento europeo già un anno fa; «i rapporti Ema rilevano la mancanza di dati sulla trasmissibilità» ha recentemente confermato l’Agenzia per i medicinali, rispondendo a una lettera inviata da alcuni eurodeputati. Si sapeva già allora, insomma, che questi dati non c’erano, ma forse Aifa non aveva interesse a farlo sapere ai cittadini: tirarli fuori avrebbe significato, allora come oggi, che il green pass imposto da Draghi si basava sul nulla scientifico. «Io sono un garantista, può anche darsi che quel giorno Palù abbia detto la sacrosanta verità e che poi Aifa abbia cercato tra i cassetti e non abbia più trovato i documenti», commenta sarcasticamente l’avvocato Golinelli.C’è di più: «Una mia collega tedesca ha intentato una causa simile direttamente contro Ema - riferisce l’avvocato - e si è trovata di fronte un muro di gomma». Ema, a differenza dell’Fda americana, non richiede alle aziende i dati grezzi né fa le analisi per conto proprio, ma si accontenta di vedere i report presentati dalle stesse aziende, sulla base dei quali poi redige il suo Clinical Study Report. Ebbene - racconta Golinelli - «l’Agenzia europea avrebbe risposto che i dati grezzi sono segretati come i contratti di acquisto», quelli concordati da Ursula von der Leyen direttamente col ceo Pfizer Albert Bourla al di fuori di qualsiasi procedura di trasparenza.Già, la trasparenza: più passa il tempo, più l’opacità sembra aver contrassegnato le decisioni adottate dalle massime autorità scientifiche e politiche del Paese, da Mario Draghi a Roberto Speranza e Pierpaolo Sileri, passando per Giorgio Palù e Nicola Magrini. È forse per questo che, sulla base degli atti acquisiti dalla Procura di Roma, le indagini dovrebbero andare avanti, insieme con i lavori della commissione Covid, le cui ambizioni sono state ridimensionate dopo le dichiarazioni da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella. I cittadini italiani, però, sono sempre più in vigile ma impaziente attesa.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)