
L’Italia nel 2021 perse 2,8 miliardi di fondi Ue. Ora i conti dell’ente sono in attivo e i dem strillano. Fabio Vitale: «Ho trovato solo macerie».Anche le campagne possono trasformarsi in terreno di aspro scontro politico. Nei giorni scorsi l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura annuncia il risanamento del bilancio dopo anni di dissesto. Il Pd non ci sta e contesta gli interventi. Allora il direttore di Agea, Fabio Vitale, manager in quota Fdi, rinfaccia ai dem 2,8 miliardi di euro di finanziamenti persi per l’agricoltura e 1 miliardo di debito per i mancati controlli sulle erogazioni effettuati in passato dai governi a guida dem. Ma andiamo con ordine. Martedì Vitale ha comunicato che per la prima volta da anni il bilancio dell’agenzia registrerà finalmente un segno positivo.Neanche il tempo di festeggiare e Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera, ha chiesto al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di riferire a Montecitorio «sulle scelte fatte in Agea dal suo fidato collaboratore Vitale», così da rendere partecipi i parlamentari «delle enunciate grandi trasformazioni e dei cosiddetti straripanti risultati conseguiti». A partire dalla riorganizzazione in corso degli uffici dirigenziali, una ristrutturazione che sembra stare particolarmente a cuore al politico dem. Vitale, dirigente pubblico di grande esperienza, rodato dalla lunga esperienza in Inps (di cui è tuttora consigliere d’amministrazione), è un uomo pratico, forse anche per i suoi trascorsi da carabiniere e macchinista ferroviere, per dirla con Francesco Guccini. Ha preso in mano l’agenzia e ha cercato di capire dove fosse il bug che produceva solo bilanci in rosso. Alla fine, l’Agea ha chiuso il proprio consuntivo, sul bilancio di previsione 2024, «con un importante avanzo positivo di amministrazione».Un successo che Vitale, come detto, non si è potuto godere sino in fondo. Infatti, ha dovuto replicare alle frecciate del Pd sulle «grandi trasformazioni» in atto: «L’eredità ricevuta dalle passate gestioni, accompagnata dalla indifferenza dei precedenti governi, aveva ridotto l’Agenzia a un cumulo di macerie. In questi due anni abbiamo ricostruito le mura dell’edificio e ne abbiamo fatto un modello per l’Europa». Vitale ricorda al dem gli inenarrabili pasticci che avrebbero combinato in Agea ai tempi in cui governava il Pd: «Ricordo all’onorevole Vaccari la superficialità con cui i due precedenti governi, nel 2021, hanno gestito la fase di negoziazione della Pac (Politica agricola comunitaria, ndr) 2023-2027, che ha comportato per l’Italia la perdita di 700 milioni di euro annui».In pratica i gabinetti Conte II (ministro Teresa Bellanova) e Draghi (Stefano Patuanelli) erano andati a trattare i finanziamenti all’agricoltura dimenticandosi di mettere a reddito 5 milioni di ettari, 50.000 km quadrati, un sesto del territorio nazionale, non come terreni coltivati, ma come aree ammissibili al finanziamento. Risultato? «Ci hanno dato 700 milioni di euro in meno di finanziamenti comunitari, 2,8 miliardi nel quadriennio. E così siamo stati superati anche dalla Spagna, oltre che da Germania e Francia» commenta amaro Vitale.Ma non c’è solo questo. In passato, prima che Agea introducesse un moderno sistema di telerilevamento, molti agricoltori chiedevano erogazioni a cui non avevano diritto, magari per terreni e pascoli abbandonati. Agea non faceva le dovute verifiche e, così, la Commissione, che mandava in Italia i propri controllori, per il periodo 2015-2022, ha contestato 1 miliardo di finanziamenti non dovuti. Soldi che Bruxelles ha chiesto indietro e che sono diventati una voce di debito nel bilancio nazionale. «Dunque, quando i governi erano altri e di essi faceva parte il Pd, l’Italia, da una parte si è vista accollare un’ammenda da 1 miliardo, dall’altra si è persa 2,8 miliardi di finanziamenti. In tutto 3,8 miliardi di euro in meno nei bilanci dello Stato» calcola Vitale.Il direttore approfitta dello scontro politico per rivendicare i successi della sua gestione, a partire dall’innovativo telerilevamento: «Abbiamo introdotto la Carta dell’uso dei suoli per cui ci avvaliamo della tecnologia satellitare e dell’Intelligenza artificiale, tecnologie che permettono di verificare la congruità delle domande e la veridicità delle dichiarazioni quasi in tempo reale. Una volta i controlli venivano effettuati utilizzando le mappe catastali, obsolete e poco aggiornate. I conteggi delle particelle erano lunghi e complicati. Adesso i tecnici, per delimitare con precisione i confini degli appezzamenti per cui è stata presentata domanda e controllare il tipo di coltura seminata, sovrappongono alle mappe dei terreni dichiarati le foto satellitari e se ci sono disallineamenti il sistema li rileva con immediatezza, smascherando gli aspiranti truffatori. In questo modo gli accertamenti vengono anticipati al momento della richiesta degli aiuti e possono essere estesi alla totalità dei richiedenti e non più a un piccolo campione» assicura Vitale.Le innovazioni tecnologiche, secondo il direttore, avrebbero fatto di Agea un punto di riferimento a livello comunitario in tema di contrasto alle truffe anche grazie all’istituzione di un laboratorio sperimentale dedicato: «Abbiamo realizzato una piattaforma che è la prima in Europa e che riesce a dialogare con il sistema Arachne, lo strumento informatico di valutazione del rischio di frode sviluppato dalla Commissione europea». Il software è stato testato su un campione di 9.000 aziende agricole (su 900.000) e ha permesso di ipotizzare frodi per 13 milioni di euro, per cui sono in corso approfondimenti investigativi e follow-up amministrativi. Grazie al test è stata realizzata una proiezione secondo cui, in Italia, almeno 700 milioni di euro sarebbero distribuiti a chi non ne ha diritto.«In una riunione con un investigatore dell’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode, ndr), quest’ultimo, ammirato dalla nuova tecnologia, ci ha raccontato di un agricoltore che gli risultava coltivasse marijuana sul suo latifondo. Grazie al satellite abbiamo trovato il punto esatto in cui si trovavano le piante vietate», ricorda Vitale. Che aggiunge orgoglioso: «Queste innovazioni ci permettono oggi di presentarci in Europa con maggiore autorevolezza rispetto al passato e non è un caso che la Commissione europea abbia finalmente accolto la nostra richiesta di rinegoziare l’enorme debito ereditato dal passato e cioè le cosiddette rettifiche finanziarie imposteci dall’Ue, che ammontano a oltre 1 miliardo di euro e che sono state causate proprio dalla passata cattiva gestione delle erogazioni in agricoltura».Vitale riporta il discorso sul risanamento del bilancio: «Il debito di Agea, nel 2022, era di circa 80 milioni di euro. In due anni è stato dimezzato. Un buco causato da scelte politiche e gestionali scellerate. Non esisteva nemmeno un sistema informatizzato, neanche di quelli più semplici e banali, per le richieste di acquisto, uno strumento assolutamente indispensabile per l’analisi della spesa e la rendicontazione finanziaria. Nessuno era in grado di verificare nulla». Un esempio di spesa fuori controllo? «È stato indetto un bando di gara da 80 milioni per una fornitura informatica resa inutile dalle nuove procedure della Pac. Eppure, alla fine, i costi sono schizzati a 120 milioni. Oggi siamo costretti a ripianare il debito utilizzando i notevoli avanzi di gestione. Ma la strada del risanamento è comunque tracciata e non si torna indietro».
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Il cancelliere ha annunciato un autunno di riforme «lacrime e sangue». In bilico il «Reddito di cittadinanza» per i disoccupati. Ma la Corte dei conti federale boccia la manovra perché non riesce a contenere il debito.
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Dopo 17 anni alla guida di Mediobanca arrivano le dimissioni dell’amministratore delegato. L’uscita segue l’opas di Mps. Nella lettera ai dipendenti cita Orazio e rivendica i risultati raggiunti. Poco prima delle dimissioni ha venduto azioni per oltre 21 milioni.
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La casa distrutta nell’area di Lublino è stata colpita dal missile sparato da un F-16, non dai velivoli di Vladimir Putin. Salta la pista russa pure per l’omicidio di Andriy Parubiy: l’ha ucciso un ucraino furioso per la morte del figlio al fronte.
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Il premier dalla campagna elettorale di Acquaroli ad Ancona: «Elly Schlein mi chiede di fare nomi e cognomi di chi mi odia? Ci stiamo una giornata».
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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