2025-05-04
Così chi sta al governo decide se si può votare l’opposizione
Alice Weidel (Getty Images)
Il destino di Afd, primo per i sondaggi tedeschi, sarà stabilito dalla loro Corte costituzionale. Il cui presidente, però, è stato piazzato lì facendolo dimettere da deputato della Cdu. Scontro totale: i vertici del partito portano in tribunale i servizi segreti. Alternative für Deutschland si difende. Il partito tedesco di destra che ha ottenuto il 26% di voti alle ultime elezioni federali si è organizzato per intraprendere un’azione legale contro l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, Bfv, l’intelligence interna tedesca. I servizi segreti di Berlino hanno deciso di classificare il partito ufficialmente come «estremista di destra». Il quotidiano Bild ha riportato la notizia spiegando che sarà lo studio legale Höcker a seguire il caso e che ha già inviato una lettera di avvertimento di 48 pagine in cui si chiede al Bfv di correggere la classificazione entro domani mattina alle 8 e di farlo pubblicamente. «Se non verrà rilasciata alcuna dichiarazione, consiglieremo al nostro cliente di avviare un ulteriore procedimento legale urgente presso il tribunale amministrativo di Colonia. Prima di questa decisione sul partito pendeva l’ipotesi di «sospetto estremismo» a livello federale, mentre alcuni gruppi a livello regionale sono già stati dichiarati estremisti nel 2023 e posti sotto la sorveglianza dei servizi. Difficile che gli 007 ritirino quanto dichiarato perché la battaglia rischia di essere molto più politica che giudiziaria. Il sospetto cresce inevitabile apprendendo che il presidente della Bundesverfassungsgericht, la Corte costituzionale federale della Germania, Stephan Harbarth è un ex parlamentare della Cdu eletto nel 2009 nella circoscrizione di Rhein-Neckar nel Baden-Württemberg e rimasto in carica fino al 30 novembre 2018, giorno della sua nomina a giudice della Corte e della sua immediata promozione a vicepresidente. Una carriera fulminante la sua, considerato che appena un anno e mezzo dopo, nel giugno 2020, è diventato presidente della Corte che in Germania può essere considerata al pari della nostra Consulta. La questione è rilevante osservando che trattandosi dell’ultimo grado di giudizio probabilmente sarà chiamata a esprimersi sul caso di Afd. Harbarth non era un membro della Cdu qualsiasi. Era anche vicecapogruppo al Bundestag oltre a essere un avvocato d’affari importante. Il 22 novembre 2018 è stato votato da 452 parlamentari su 652, 166 i contrari, 34 le astensioni. Ne bastavano 355 per passare, ne prese anche di più, il resto lo sappiamo. Otto giorni dopo si è dimesso ed è velocemente diventato vicepresidente della più alta Corte tedesca. Erano gli anni di Angela Merkel in cui molte cose si orientavano con lungimiranza in Germania, e purtroppo anche in Europa con i risultati che raccogliamo oggi. Harbarth sarà in carica fino al 2030, almeno come membro della Corte perché i giudici sono eletti per 12 anni. Ma considerato come sono andate le cose con il suo predecessore, probabilmente resterà a guidare la Corte fino a fine mandato. Restando su Harbarth insomma è difficile credere a una supposta imparzialità dopo gli anni di militanza politica attiva. Non finisce qui perché l’elezione del presidente della Corte già è stata oggetto di numerose critiche. Lo accusano di conflitto di interessi, appunto, perché in passato è stato un grosso avvocato d’affari. C’è un caso che è stato sollevato in particolare: il 28 novembre 2019, un avvocato dello studio legale Dr. Stoll & Sauer ha presentato un ricorso costituzionale contro la sua nomina per conto dei partecipanti al caso dello scandalo delle emissioni contro Volkswagen. Si teme che all’industria automobilistica e ai fornitori fosse data l’opportunità di influenzare i tribunali a proprio favore. Inoltre c’era una questione irrisolta relativa a un reddito annuo di milioni di dollari, maturato durante il suo mandato da membro del Bundestag. Il 18 febbraio, la Corte costituzionale federale ha respinto il ricorso, ma naturalmente lui era già vicepresidente e da lì a poco sarebbe diventato presidente. Come avrebbe potuto autocondannarsi? In un’intervista all’Augsburger Allgemeine, Harbarth ha respinto l’accusa di parzialità. Già nel gennaio 2019, Harbarth aveva detto allo Spiegel che «non si poteva desiderare che un avvocato venisse eletto alla Corte costituzionale federale e poi considerare problematico il fatto che questo avvocato avesse anche dei clienti». Quest’uomo, sull’onda di quanto è successo già in Romania e Francia, dovrà decidere le sorti della democrazia tedesca. Determinando quindi se il voto del 26% degli elettori sia andato a un partito «estremista». A proposito di democrazia, negli Stati Uniti un giudice della Corte Suprema, Abe Fortas, in precedenza era avvocato in un grande studio legale e dovette dimettersi a causa di parcelle che mettevano in dubbio la sua indipendenza. Dimettendosi, Fortas prevenne un impeachment. Era il 1968. La motivazione principale per l’impeachment di Fortas era legata a accuse di conflitto di interessi e di abuso di potere, in particolare in relazione alla sua precedente relazione con il presidente Lyndon B. Johnson.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)