2023-07-29
Adesso l’Ipcc si mette a minacciare gli Stati
Julia Steinberger e Jim Skea
Julia Steinberger, figlia di un Nobel e membro del gruppo che catechizza i governi, intima: «Bloccheremo le aziende dei fossili e le nazioni che le supportano». Poi nega ogni confronto ai colleghi titolati: chi dissente è «compromesso» e va ignorato. Alla faccia della scienza.«Un punto fondamentale che voglio sottolineare è che abbiamo un’unica missione, un unico lavoro, ed è fermare l’industria dei combustibili fossili e gli Stati Nazione che la supportano. Qualunque cosa di meno è complicità nel più grande crimine mai commesso e va contro le teorie scientifiche». A rilasciare simili affermazioni non è un’attivista climatica, incurante della forma e dell’aggressività dei messaggi, ma una professoressa universitaria. Si chiama Julia Karen Steinberger, ricerca e insegna a Losanna nelle aree interdisciplinari dell’economia ecologica e dell’ecologia industriale ed è figlia del premio Nobel per la fisica Jack Steinberger. La signora figura tra gli autori del 6° rapporto di valutazione dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, istituito nel 1988. Nello specifico, la Steinberger si era occupata del capitolo terzo dal titolo Percorsi di mitigazione compatibili con obiettivi a lungo termine. Il pretesto, per lanciare due giorni fa un messaggio pubblico così aggressivo, è stata la nomina del nuovo presidente dell’Ipcc. Mercoledì 26 luglio, il professore scozzese Jim Skea è stato eletto a capo del gruppo di esperti sul clima delle Nazioni Unite. Succede all’economista sudcoreano Hoesung Lee, che si era dimesso dopo quasi otto anni. Nominato dal governo del Regno Unito, ha battuto con 90 voti contro 69 la ricercatrice brasiliana Thelma Krug nella votazione finale. In un’intervista a Climática, rivista specializzata sul riscaldamento globale, Skea ha recentemente affermato di essere «geneticamente ottimista» e ha sottolineato che gli esseri umani hanno ancora potere sulla futura traiettoria del riscaldamento. «Le sfide sono enormi, ma la chiave è non lasciarsi paralizzare dalla disperazione. L’umanità ha la capacità di decidere del proprio futuro e di quello del pianeta», ha detto. Dichiarazioni che non saranno piaciute alla Steinberger, fautrice di azioni drastiche contro la catastrofe planetaria e che già nel 2018 sosteneva il lavoro di Greta Thunberg e lo sciopero scolastico degli attivisti per il clima. La professoressa, infatti, subito dopo l’elezione di Skea, prima l’ha messa sul gender gap. «Devo ammettere che sono un po' delusa dal fatto che non abbiamo ancora una donna presidente dell’Ipcc», ha scritto. Poi, ha infilato una serie di post molto critici nei confronti del panel che valuta i cambiamenti climatici. «Non abbiamo molti mesi e anni per ribaltare la situazione. Non possiamo aspettare altri 5-6 anni per vedere se il 7° rapporto di valutazione utilizza un linguaggio magico e convincente per convincere finalmente i governi a ridurre le emissioni», ha tuonato. Infine, l’appello: «Come scienziati, siamo spesso complici, ma a volte chiamati a resistere al potere. Questo è ciò che dobbiamo fare ora. Qualsiasi complicità con le industrie dei combustibili fossili, dell’automobile, dell’agricoltura a carattere industriale, degli allevamenti intensivi e dei loro governi è inaccettabile». Steinberger sarà senz’altro un’esperta, ma l’essere studiosa e ricercatrice non basta ad arrogarsi il diritto di dettare condizioni ai colleghi e ai governi. A suo dire, l’Ipcc dovrebbe fermare gli Stati, alla faccia della democrazia e dei diversi approcci per contrastare i cambiamenti climatici. Invece, è così animata dal sacro furore dello sviluppo sostenibile che non esita a scagliarsi contro il politologo Roger Pielke jr, reo di averle risposto che «l’Ipcc non è un gruppo di pressione, il suo lavoro è quello di valutare la scienza climatica e nient’altro». Professore presso l’Università del Colorado Boulder e autore della newsletter The Honest Broker nata per «evidenziare dati, analisi e commenti mancanti nelle discussioni pubbliche su scienza e politica», Pielke jr. viene accusato dalla Steinberger di «fingere di interessarsi alla scienza del clima». La Steinberger, poi, lo insulta pubblicamente: «Non prenderei mai nemmeno in considerazione l’idea di accettare consigli da persone compromesse come te», provocando l’allibita reazione di Pielke Jr che chiede: «In che modo sono compromesso?». Non ottiene risposta ma il sostegno di colleghi, uno dei quali così descrive l’autrice dell’Ipcc: «Nella sua biografia si definisce una “ecosocialista”. Mi dispiace, questa non è scienza. Implica chiaramente che lei abbia la risposta indipendentemente dai dati concorrenti. È un’attivista che si atteggia a scienziata». E sicuramente avrà centrato bersaglio, commentando il duro attacco della Steinberger. Ma c’è dell’altro. Quando è stato eletto Jim Skea, in un lungo intervento Roger Pielke Jr. ha elogiato l’impegno dello studioso inglese e gli ha dato alcuni «consigli non richiesti» su come governare al meglio il panel. Tra le interessanti osservazioni, scrive che «se leggi effettivamente i rapporti dell’Ipcc, scoprirai che la scienza del clima non è apocalittica né presenta il cambiamento climatico come una crisi esistenziale». E invita il neo presidente a migliorare e diversificare l’Ipcc, perché «è diventato troppo un club di persone che la pensano allo stesso modo e non un forum per dibattiti e disaccordi. Nelle mie aree di competenza sono ben consapevole di eminenti studiosi globali, le cui opinioni possono sfidare quelle degli addetti ai lavori dell’Ipcc. Includere tale diversità di punti di vista nel suo lavoro può essere scomodo per alcuni, ma alla fine renderà l’Ipcc più forte e considerato, più degno di fiducia». Ecco spiegato, il fastidio che la figlia del Nobel prova nel sentire dire la verità, ovvero che non si può lasciare un organismo scientifico internazionale così importante nelle mani di talebani del clima.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.