2025-04-13
Sánchez va da Xi a farsi gli affari suoi ma i dem urlano per Meloni da Trump
Pedro Sánchez e Xi Jinping (Ansa)
Lo spagnolo ha siglato accordi sull’esportazione di carne e ciliegie nel mutismo generale. Invece, per la vicina missione di Giorgia Meloni a Washington avallata da Ursula von der Leyen, la sinistra strilla al rischio di disgregazione europea.Gli accordi commerciali sono come le ciliegie, uno tira l’altro, ed è quello che è successo a Pechino, dove il premier spagnolo Pedro Sánchez ha firmato due intese con il leader cinese Xi Jinping. Il primo accordo riguarda l’esportazione verso la Cina, appunto, di ciliegie spagnole; il secondo, rivela Reuters, le esportazioni di stomaco di maiale, un prodotto molto consumato in Cina e meno in Europa. L’importazione in Cina dello stomaco di maiale era fino a ora vietata da Pechino, a quanto ha affermato Daniel De Miguel, responsabile internazionale di Interporc, l’associazione spagnola dei produttori di carne suina. «In un contesto di enorme turbolenza commerciale internazionale, derivante dalla crisi tariffaria», ha commentato l’Associazione nazionale delle industrie spagnole della carne, «accogliamo con ottimismo e speranza questo nuovo gesto del gigante asiatico, che apre nuove opzioni per la fornitura di prodotti suini». L’intesa è anche un segnale per il futuro: la Cina potrebbe ammorbidire la sua indagine anti-dumping sulla carne di maiale proveniente dalla Ue, lanciata lo scorso anno come ritorsione per i dazi europei sui veicoli elettrici cinesi.«Il complesso panorama globale», ha commentato Sánchez, a quanto riporta Politico.eu, «ci obbliga a puntare su un maggiore dialogo, sulla cooperazione e sul rafforzamento delle nostre relazioni con altri paesi e blocchi regionali. La Cina è un partner fondamentale per noi quando si tratta di affrontare le più grandi sfide del mondo». Sánchez ha spiegato di aver parlato con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e con il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, prima della visita a Pechino. «La Cina e l’Unione europea», ha commentato Xi Jinping, «devono adempiere alle loro responsabilità internazionali, salvaguardare insieme la tendenza alla globalizzazione economica e un ambiente commerciale internazionale equo e resistere insieme alle pratiche unilaterali e intimidatorie».Tutti contenti, dunque: il problema è che ci troviamo di fronte alla solita doppia morale della sinistra, che invece, in relazione alla visita di giovedì prossimo di Giorgia Meloni alla Casa Bianca, si sta stracciando le vesti in nome del «nessuno tratti per sé, l’Europa deve restare unita!». C’è da restare sconcertati di fronte a cotanta ipocrisia: se Sánchez va in Cina per cercare di aprire nuovi mercati per le sue aziende, va tutto bene; se la Meloni dovesse fare lo stesso (e non è detto, perché sappiamo bene tutti che il premier tenterà di favorire il dialogo tra Usa e Ue e poi, in un secondo momento, cercherà di capire se e come sia possibile favorire le imprese italiane) allora saremmo di fronte alla «traditrice» dell’Unione. Chiaro il ragionamento del responsabile economia della Lega, il deputato Alberto Bagnai: «Bilateralismo nei rapporti con gli Usa? Sánchez per il suo jamòn serrano è corso in Cina», argomenta Bagnai, «e ha cercato di negoziare delle esenzioni bilaterali e nessuno lo ha accusato di mettere in discussione il “meraviglioso sogno europeo”. Tecnicamente è possibile portare avanti una linea di negoziato bilaterale con gli Usa. Giorgia Meloni è il presidente del Consiglio del Paese più solido e autorevole in questo momento in Europa e la sua missione a Washington servirà per aprire un ponte con gli Stati Uniti da cui tutti potranno trarre benefici». Più duro Matteo Salvini: «Noi dovremmo trattare tutti insieme», sottolinea il vicepremier leghista, «e poi apri i giornali e c’è una trattativa diretta tra Pedro Sánchez e Xi Jinping per salvare i prosciutti». Con tutto il rispetto per il prelibato prosciutto spagnolo, la contraddizione tra i mille paletti che vengono posizionati sul percorso della Meloni verso l’incontro con Donald Trump e il silenzio-assenso delle cancellerie europee sugli accordi bilaterali Spagna-Cina è gigantesca. Tra l’altro, mentre gli Usa sono il principale alleato militare dell’Europa, la Cina è il competitor numero uno dell’Occidente sotto tutti i punti di vista. Mentre però in tanti accusano Trump di voler dividere la Ue, nessuno batte ciglio sulla mossa di Xi Jinping, che ha fatto esattamente la stessa cosa ospitando in pompa magna Sánchez e siglando accordi commerciali con Madrid. Serafico il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interpellato sulle missioni di Sánchez e della Meloni a margine dell’Ecofin informale di ieri a Varsavia: «C’è chi va in Cina e chi a Washington», dice Giorgetti, che aggiunge che «con la Cina non c’è riavvicinamento. C’è un legittimo e doveroso dialogo, posto che in questa guerra commerciale l’Europa rischia di essere schiacciata nel mezzo e quindi deve trovare un suo posizionamento». Pochi giorni fa, ricordiamolo, Ursula von der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con il premier cinese Li Qiang. Secondo una nota della Commissione, la presidente ha sottolineato «l’importanza vitale della stabilità e della prevedibilità per l’economia globale».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.