2022-01-18
Accesso libero da benzinai e ottici. Guerra sul green pass dai tabaccai
In arrivo il dpcm. Nessun limite anche per acquistare legna e pellet. Niente esenzione per librerie ed edicole, tranne per i chioschi. Scontro sulle rivendite al chiuso: l’ala rigorista chiede l’entrata con il certificato base.Non è ancora stata trovata interamente l’intesa sul dpcm che stabilisce a quali negozi si potrà accedere senza obbligo di green pass a partire da febbraio. Il testo dovrebbe essere firmato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, già nella giornata di oggi. In particolare, le deroghe riguardano le attività commerciali che vendono generi alimentari (sia piccoli negozi che supermercati), le edicole all’aperto, i distributori di benzina, i negozi di pellet, quelli di ottica, le farmacie e le parafarmacie. Per comprare medicinali e prodotti per la cura per il corpo non servirà il green pass, che sarà invece necessario per i negozi di cosmetica. Niente pass ancheper i negozi che vendono i prodotti igienico sanitari compresi deodoranti, bagno schiuma, shampoo. Non è ancora del tutto chiara invece la situazione per i tabaccai: per essi, il super green pass non sarà introdotto, mentre potrebbe essere richiesto il green pass base al chiuso. Dovrebbero invece essere previste esenzioni per i distributori automatici di sigarette all’aperto. L’ala più rigorista del governo sembra quindi intenzionata a considerare i tabaccai come attività non essenziali: tesi, questa, che lascia perplessi (visto che in tali esercizi si svolge, per esempio, anche il pagamento delle bollette e delle multe). Non farebbero inoltre parte dell’elenco delle attività esentate le profumerie e le librerie. Dal 20 gennaio al 31 marzo sarà infine previsto l’obbligo di green pass base per chi si recherà dal parrucchiere o dal barbiere. Più in generale, da quanto si è appreso ieri sera, prima che La Verità andasse in stampa, il dpcm prende le mosse da una distinzione tra attività all’aperto e attività al chiuso. Tra l’altro, su proposta del ministero dello Sviluppo economico, dovrebbero anche esserci delle clausole di tutela per le situazioni di emergenza e urgenza nelle realtà dove è più difficile sottoporsi a un tampone (come, per esempio, nei piccoli centri montani). La misura è complessivamente il frutto di un compromesso tra le posizioni fortemente distanti che, negli scorsi giorni, si sono registrate in seno al governo e, in definitiva, allo stesso centrodestra. Da una parte, si era infatti formato un fronte rigorista, capeggiato dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e dal collega della Sanità Roberto Speranza. Dall’altra, il fronte che auspicava una linea maggiormente morbida era stato invece guidato dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Il titolare del Mise era infatti favorevole a garantire la deroga sul green pass a un numero più elevato di attività, come i tabaccai, i fiorai, le cartolerie, i vivai, le fotografi, le librerie, i negozi di giocattoli e gli articoli sportivi. In particolare, Giorgetti avrebbe concentrato la propria attenzione sulle attività di commercio al dettaglio, elencate nell’allegato 23 del Dpcm datato 2 marzo 2021. È quindi in quest’ottica che il capo del Mise ha cercato fino all’ultimo di strappare ulteriori concessioni. Nonostante il compromesso sia alla fine stato raggiunto, non è chiaro se questa dialettica tra parti contrapposte avrà o meno delle ripercussioni sulla compattezza dell’esecutivo, proprio tra l’altro mentre si avvicina l’elezione del nuovo capo dello Stato. Il tema politicamente registra inoltre - come già accennato - un’ulteriore spaccatura in seno al centrodestra, con la delegazione forzista che si è schierata sulle posizioni di Speranza, ostacolando nei fatti la linea aperturista di Giorgetti. Tutto ciò potrebbe portare a nuove fibrillazioni all’interno della coalizione, in un momento politico-istituzionale molto delicato come quello dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Anche su questo fronte, bisognerà quindi capire se si registreranno eventuali contraccolpi. Tornando infine al lato tecnico del provvedimento, sul tema del controllo del green pass all’ingresso dei supermercati era intervenuto dieci giorni fa il presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin. «Mi auguro che non tocchi ai singoli negozi occuparsene», ha dichiarato in un’intervista al Messaggero. «Ci sono gli organi dello Stato per i controlli. Per noi diventerebbe più oneroso e complesso. Non credo che avrebbe molto senso, tanto più che nei nostri punti vendita si entra e si fanno gli acquisti indossando sempre la mascherina. Ma ho fiducia che il governo capisca che creare nuove complessità non è un vantaggio per nessuno», ha proseguito. «L’obiettivo», ha concluso, «è uscire dalla pandemia e accelerare il processo di vaccinazione, che è la chiave fondamentale. Non possiamo essere un Paese basato solo sul controllo. Se poi non si rispettano le regole, è giusto che ci siano le sanzioni. La stragrande maggioranza delle persone comunque si attiene alle regole».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)