2019-01-13
A Verona l’incontro delle famiglie. I «democratici» già lo attaccano
In marzo appuntamento con associazioni da tutto il mondo. L'elenco dei partecipanti è stato appena diffuso e i gruppi Lgbt e le femministe annunciano manifestazioni. Per zittire chi difende la società naturale.La famiglia è il nemico. Va annientata, cancellata dalla scena. Diventa proibito persino nominarla. Ce ne eravamo accorti già alcune settimane fa, quando a Trento si è svolto il Festival della famiglia. Un folto gruppo di associazioni arcobaleno e femministe scese in piazza per combattere il «modello unico etero-patriarcale» di famiglia, accanendosi con astio particolare sul senatore leghista Simone Pillon e sul ministro Lorenzo Fontana. In Italia, e anche questo lo abbiano notato spesso, si organizzano manifestazioni Lgbt a profusione. Gay pride, festival cinematografici e letterari, mostre, spettacoli teatrali, addirittura progetti per le scuole. Molto di frequente, fra l'altro, sono le istituzioni a pagare. Se qualcuno si lamenta o osa criticare, scatta l'accusa: «Omofobo, fascista!». Gli eventi arcobaleno nemmeno si possono sfiorare. Ma se si organizza un Festival della famiglia, ah beh, in quel caso ogni attacco è concesso. Bisogna combattere l'«oppressione eteropatriarcale», manco fosse una malattia contagiosa. Adesso la scenetta si ripete. A Verona, dal 29 al 31 marzo, ci sarà il più grande evento internazionale dedicato alla famiglia, ovvero il XIII World Congress of Families (Congresso mondiale delle famiglie). Manca ancora un bel po' di tempo, come potete vedere. Ma i contestatori sono già pronti e scaldano i motori. La notizia non ha nemmeno fatto in tempo a diventare di dominio pubblico che sono partite le minacce. All'evento saranno presenti il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, il governatore del Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, il presidente del Family Day, Massimo Gandolfini, e poi esponenti di associazioni pro vita e pro famiglia da tutte le parti del globo (dalla Moldova, dalla temutissima Ungheria, dall'Africa). Insomma, si fanno le cose in grande: per Verona e per l'Italia è un riconoscimento non da poco. Ed eccoci al punto. Appena è stato diffuso l'elenco dei partecipanti, come un fulmine è apparso il comunicato delle femministe di Non una di meno. Il testo merita di essere letto, se non altro perché suscita parecchie risate. «Verona e l'Italia diventano ufficialmente il punto di riferimento dell'ultra-conservatorismo a livello internazionale e della violenta crociata per imporre modelli tradizionalisti e normativi che negano e attaccano le donne e ogni diversità», scrivono le attiviste. «Di fatto, il governo, tutto il governo (“il vento del cambiamento", recita non a caso la locandina del Congresso), assume la linea politica di Salvini e del suo vice Fontana dando ospitalità a figure dell'estrema destra autoritaria dichiaratamente razziste, omofobe e contro la libertà delle donne». Certo, parlare di famiglia significa essere razzisti, fascisti e omofobi. Difendere il nucleo famigliare composto da madre, padre e figli è proibito, roba da schifosi codini. Ma sentiamo ancora che cosa dicono le amiche di Non una di meno: «Come donne, lesbiche, soggettività Lgbtqi, transfemministe, antifasciste, antirazziste, come madri per scelta, come famiglie che hanno composizioni differenti e come cittadine e cittadini che rifiutano questa oscenità renderemo Verona proprio in quei giorni una Città Transfemminista, organizzando una serie di eventi diffusi che convergeranno in una piazza resistente nel pomeriggio di sabato 30». Interessante. Come si fa a creare una «città transfemminista»? Si cambiano i nomi alle vie e alle piazze? Si sostituiscono Giulietta e Romeo con Giulio e Romeo o Giulietta e Romina? Boh. E ancora: che cosa vuol dire «madri per scelta»? Se una femminista ha figli è una «madre per scelta» mentre se li ha un'altra donna è una «madre a sua insaputa»? Sarebbe interessante saperlo. Nel frattempo, ci limitiamo a notare l'intolleranza che trasuda dal comunicato stampa. Le associazioni pro life organizzano un convegno e queste sincere democratiche lo definiscono «una oscenità». I pro famiglia hanno in programma una marcia, e subito le attiviste parlano di «resistenza», intenzionate a tappare la bocca a chi non la pensa come loro. Le grottesche ossessioni burocratiche che trasudano dalle esternazioni pubbliche di queste signore, alla fine dei conti, servono più che altro a farsi quattro risate. Dietro le tonitruanti dichiarazioni, tuttavia, si cela qualcosa di più pericoloso. Queste antagoniste della domenica non si rendono conto di essere delle reggitrici di moccolo. Credono di opporsi al Sistema, ma fanno il gioco del turboliberismo che - a parole - contestano. «Non si ripeterà mai abbastanza», scrisse Gilbert Keith Chesterton. «Per quanto ci riguarda, ciò che ha spaccato i focolari, e incoraggiato i divorzi, e ha guardato con sempre più disprezzo alle virtù domestiche, è l'epoca e la potenza del capitalismo. È il capitalismo che ha portato le tensioni morali e la competizione affaristica tra i sessi, che ha sostituito all'influenza del genitore l'influenza del Datore di lavoro; che ha fatto si che gli uomini abbandonassero le loro case per cercare lavoro; che li ha costretti a vivere vicino alle loro fabbriche o alle loro ditte invece che vicino alle loro famiglie; e soprattutto che ha incoraggiato per ragioni commerciali, una valanga di pubblicità e di mode appariscenti che per loro natura uccidono tutto ciò che erano la dignità e il pudore dei nostri padri e delle nostre madri».Le femministe e i militanti arcobaleno di oggi - che infatti godono del supporto di multinazionali e grandi aziende di vari tipo - servono all'ideologia ultraliberista per mascherarsi sotto la patina dei diritti. Cianciano di libertà, ma costruiscono le basi per la distruzione dell'essere umano in nome del profitto e dello sfruttamento. La famiglia è l'ultimo baluardo, la trincea da cui si difende l'essere umano. Ecco perché vogliono distruggerla: la famiglia è il nemico.
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