2020-01-29
A urne chiuse aprono i porti: 403 africani verso Taranto
Matteo Salvini: «Ora denuncio io la Lamorgese e Conte». La Procura archivia Luca Casarini. «Costretti a rischiare la vita, i 216 uomini, le 38 donne e i 149 bambini raggiungeranno presto la sicurezza». In totale 403 immigrati, ai quali Medici Senza Frontiere ha annunciato in sei lingue che sbarcheranno a Taranto dalla Ocean Viking, nave della Ong francese Sos Mediterranée. Alla fine, uno degli sbarchi più affollati degli ultimi anni avverrà a urne chiuse, anestetizzando eventuali interferenze elettorali. «Con i problemi di lavoro, inquinamento e agricoltura, l'unico modo che ha questo governo per ricordare la Puglia è far sbarcare migliaia di migranti», tuona il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che aggiunge: «Ci hanno messo quattro giorni per concedere un porto sicuro. Io andrò a processo perché ho bloccato per quattro giorni lo sbarco da una nave militare di 131 immigrati? Hanno tenuto a bordo per quattro giorni non 131 ma circa 400 migranti». E allora l'ex vicepremier annuncia che intende denunciare «per sequestro di persona» il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. «È sequestro di persona solo quando sono coinvolto io?», si chiede Salvini, «e allora ci vediamo in tribunale. Così vediamo se la legge è uguale per tutti e il criminale è solo Salvini. Fatemi capire: se lo sbarco lo blocca Salvini è un criminale, se lo sbarco lo bloccano loro, fanno il loro lavoro». La nave arriverà nella mattinata di oggi, intorno alle 8, al molo San Cataldo del porto pugliese con a bordo gli immigrati provenienti da Marocco, Guinea, Senegal, Burkina Faso, Kenya, Nigeria, Mali e Somalia. I minori non accompagnati saranno trasferiti nelle strutture comunali di Taranto, mentre gli altri transiteranno dall'hotspot per le procedure di identificazione prima dello smistamento in altri centri. Con l'ok all'attracco per la Ocean Viking - stando ai dati diffusi dal Viminale proprio ieri - la quota di immigrati sbarcati in Italia sale a quasi 1.300. Nello stesso periodo del 2019 ne erano arrivati solo 155. E dalla Libia si continua a partire, con la ormai quasi totale assenza di motovedette della Guardia costiera di Tripoli. Domenica 2 febbraio, inoltre, si rinnoverà per i prossimi tre anni il memorandum di accordi con i libici firmato a suo tempo da Paolo Gentiloni e Marco Minniti, con il quale l'Italia si era impegnata a fornire alla Libia uomini e mezzi. La ministra Lamorgese aveva annunciato modifiche con «tre principali punti di intervento» che sono rimasti sconosciuti. Intanto, le ripetute richieste di soccorso lanciate dai taxi del mare e diffuse attraverso il centralino Alarm Phone ai centri di ricerca e soccorso libici e di Malta sono rimaste inascoltate. Proseguono quindi i soccorsi in mare targati Ong: la Open Arms ha tirato a bordo davanti alla Libia, in meno di 24 ore e in tre diverse operazioni di soccorso, 237 migranti. La Alan Kurdi, nave della Ong Sea Eye, invece, si trova ancora al largo della Sicilia con 77 persone a bordo. E adesso sono oltre 700 i migranti sulle tre navi delle Ong. Come è facile immaginare, dopo la Ocean Viking anche l'obiettivo degli altri due natanti sarà arrivare in Italia. Ormai, tranne che nei periodi elettorali, i porti sono definitivamente aperti. E anche la magistratura sembra deporre le armi. Ieri la Procura di Agrigento ha chiesto l'archiviazione per il capomissione della Mare Jonio, Luca Casarini, e per il comandante Pietro Marrone, indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il mancato rispetto di un ordine dato da una nave militare nel marzo dello scorso anno.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?