
Suonata la campanella per circa 5 milioni di studenti. La prima volta dietro di banchi dopo il lockdown inizia con regole rigide, mascherine e senza docenti. Le criticità più gravi per quelli di sostegno. «La scuola è il posto più sicuro di tutti in questo momento». La ministra Azzolina ne sembra certa, eppure tra casi di alunni e professori già positivi, carenza di personale e decine di regole e regolette da rispettare e far rispettare, la ripresa scolastica italiana è tutt'altro che un ritorno alla normalità. Sono quasi 5 milioni gli studenti che oggi, con la riapertura delle scuole di ogni grado nella maggior parte delle regioni, torneranno a sedersi dietro un banco. Non succedeva da marzo, quando il lockdown imposto a causa del coronavirus aveva costretto a rivoluzionare la didattica italiana adottando la caotica linea delle lezioni virtuali. Secondo i dati del ministero dell'Istruzione, saranno complessivamente 8,3 milioni gli alunni che rientreranno a scuola. Un rientro difficile, tra incertezze e mancanza di personale. A Milano e provincia la campanella è suonata questa mattina con molteplici intoppi. Se da una parte gli alunni non mancano, a scarseggiare sono gli insegnati. All'appello mancano ancora 5.106 insegnanti, di questi 2.065 sono quelli di sostegno. Il rapporto è di un docente su 5 che manca su un totale di 28.574 posti previsti a ruolo. I problemi non mancano, in tutte le fasce d'età. Terremotati e sbattuti da tutte le parti, gli alunni delle sei classi elementari della scuola di via Graf per oggi non riprenderanno le lezioni dentro le aule e domani e per tutta la settimana faranno lezione al parco vicino. Il loro rientro, fanno sapere dal Comune di Milano, è previsto solo dopo il referendum. In caso di pioggia, per dare continuità alle lezioni, verranno ospitati dalla parrocchia vicino alla scuola. Fuori dai licei Tito Livio, Agnesi, Manzoni, Berchet, Vittorio Veneto e Vittorini, invece, sono comparsi già dall'alba alcuni striscioni che recitano «Bentornati/e! (..ma come?´). «Siamo tornati (...ma come?)». La protesta è opera dei collettivi Rsm, la Rete degli studenti di Milano che ha anche indetto una manifestazione per il prossimo 25 settembre per protestare contro le modalità di riapertura e i divieti indetti dal governo, come quello di eliminare i momenti di socialità tra gli studenti come l'intervallo. A Roma, invece, tutte le classi dell'IC Visconti, tra primaria e infanzia, inizieranno con la didattica sul territorio. Tra il Pantheon, piazza della Minerva e una visita al Parco Archeologico del Colosseo, le classi si muoveranno sul territorio cittadino «sfruttando un patrimonio culturale unico al mondo e spesso all'aria aperta». Tra banchi con le rotelle e fai da te, mascherine, gel disinfettanti, distanziamento sociale e penuria di personale, più che un rientro effettivo quello di oggi sembra un test con la speranza che tutto vada bene. Non mancano anche i primi casi di positività al Covid. Nel Comune di Palombara Sabina, alle porte di Roma, le scuole sono state aperte e immediatamente richiuse data la positività di un bambino. Il sindaco Alessandro Palombi è stato quindi costretto a emettere un'ordinanza di chiusura per tutte le scuole di competenza comunale. Stessa situazione a Cuneo dove l'inizio delle lezioni alle medie di Borgo San Giuseppe e Castelletto Stura è stato rinviato di un giorno in seguito alla segnalazione di un insegnante positiva al Coronavirus. Ha invece aperto oggi in modo regolare il nido comunale di Mondovì, la cui apertura era slittata di tre giorni: la scorsa settimana una maestra era risultata positiva al test sierologico.Punto critico della ripresa resta l'assenza di insegnanti, denunciata anche dai sindacati. «Nei primi giorni di scuola, in Emilia Romagna, ci saranno molte cattedre vuote» denunciano «Oggi non abbiamo ancora i supplenti annuali in cattedra perché le nomine da graduatorie provinciali sono in corso e si concluderanno, probabilmente, all'inizio della prossima settimana. Sostanzialmente siamo in alto mare sulle supplenze e ci sono ritardi». Per lo stesso motivo, «A Roma e nel Lazio» ha commentato Mario Rusconi, presidente dell'associazione presidi Roma e Lazio «il 5% delle scuole non hanno potuto riaprire». Anche ad Amatrice, ancora ferita dal terremoto, le scuole non hanno riaperto. A denunciare la situazione è l'ex sindaco di Amatrice e consigliere regionale del Lazio di Fdi, Sergio Pirozzi che scrive «Mancano spazi? No. Mancano banchi? No. Manca il personale!».La punta dell'iceberg delle criticità di questa ripresa è in provincia di Pisa dove un bimbo di 6 anni è stato costretto a saltare il primo giorno di scuola non perché malato ma perché a mancare all'appello questa mattina era la maestra di sostegno, mai nominata.
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






