2021-02-20
A San Marino arriverà lo Sputnik. Lazio e Pd si agitano per produrlo
Gaffe dello Spallanzani sul vaccino. «Fatto uno studio ulteriore, dopo quello pubblicato dalla rivista scientifica Lancet, su Sputnik V che ne conferma la validità». In realtà, si limita a riportare in italiano le conclusioni dell'analisi effettuata a Mosca. Intanto la Regione vuole diventare l'hub d'Italia e trova la benedizione di Antonio Fallico (Intesa): «Pronti per il siero russo»Le fiale dall'Italia non arrivano e San Marino ha deciso di comprare il vaccino russo Sputnik. Le Segreterie di Stato per gli Affari esteri e per la Sanità e Sicurezza Sociale hanno siglato un protocollo per l'acquisto dello Sputnik V che «consentirà di ricevere già nei prossimi giorni le prime dosi alle quali seguirà una seconda consegna», si legge in una nota. L'intesa è stata raggiunta con il Russian Direct Investment Fund, il fondo sovrano russo, ed è stata possibile - argomentano dal governo - grazie alle solide «relazioni internazionali tra San Marino e la Federazione Russa». Come ha scritto La Verità lo scorso 12 febbraio, la Repubblica del Titano rientra nel programma internazionale Covax che ha come obiettivo quello di garantire l'accesso ai vaccini anti-Covid alla popolazione degli stati con meno risorse e con minor capacità contrattuale. Ma il Covax Facility Plan non è partito e nel frattempo è stato aperto un canale di approvvigionamento con la Ue tramite l'Italia, che avrebbe dovuto cedere una quota dei propri vaccini a San Marino. Sono stati quindi presi accordi con Roma, formalizzati lo scorso 11 gennaio, tra il ministro della Salute, Roberto Speranza e il segretario di Stato alla Sanità di San Marino, Roberto Ciavatta. Intorno al 20 gennaio doveva arrivare una prima fornitura di 300 dosi per avviare la vaccinazione dei medici e, progressivamente, le altre per giungere a 50.000 dosi in grado di immunizzare il 70% dei residenti. Ma le fiale non si sono viste. Il governo del Titano ha quindi lavorato a un piano B: lo Sputnik non ha ancora ricevuto l'approvazione né dell'Ema, né dell'italiana Aifa. San Marino, però, può andare per la sua strada: non esiste infatti un'agenzia nazionale ma solo il Comitato Etico per la ricerca e la sperimentazione e quello di Bioetica che possono esprimere pareri e dare indicazioni attraverso gli esperti che ne fanno parte, ma nulla di vincolante. La Repubblica rimane comunque dentro l'accordo Covax e l'acquisto dei vaccini Sputnik andrà a sommarsi alle dosi previste dall'intesa siglata con l'Italia, se e quando arriveranno.Nel frattempo, sullo Sputnik ieri è intervenuto anche l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato: «Lo Spallanzani ha fatto uno studio ulteriore, dopo quello pubblicato dalla rivista scientifica Lancet, sul vaccino russo Sputnik V che ne conferma la validità», ha detto nel pomeriggio. Il parere tecnico-scientifico, datato 17 febbraio, del gruppo di Lavoro sperimentazioni vaccini e terapie innovative dell'Istituto, in realtà, si limita a riportare in italiano i metodi, i risultati e le conclusioni dell'analisi effettuata in 25 ospedali e policlinici della città di Mosca e pubblicata sulla rivista Lancet il 2 febbraio. Nulla di più. Solo la conferma dei dati sull'efficacia clinica al 91,6% già rilanciati lo stesso 2 febbraio ministero della Salute della Federazione Russa e dal fondo sovrano russo Rdif. Perché quindi ritirare fuori ora quello studio? Per rispondere va ricordato che il Lazio governato da Nicola Zingaretti punta a diventare l'hub anti-Covid del Paese concentrato tra Latina, Pomezia e Frosinone con aziende impegnate nella ricerca, nella produzione dei monoclonali e nel confezionamento dei vaccini. Chi produce lo Sputnik, del resto, sta cercando dei partner proprio in questa regione. Anche per il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, «andrà fatta una riflessione in merito alla capacità produttiva ed i siti produttivi per capire la potenziale utilità» di questa opzione. E sempre ieri il presidente di Banca Intesa Russia e dell'associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico, ha sottolineato che «le aziende italiane hanno la capacità, e in alcuni casi sarebbero già pronte, a produrre il vaccino russo Sputnik, ma serve capire qual è l'agenda del governo italiano che non appena avrà completato la sua compagine al livello dei sottosegretari potrà esprimersi al riguardo». Intanto, sono stati già acquistati «dei macchinari italiani per la produzione del composto in un impianto a San Pietroburgo. Ci sono offerte da parte italiana, di un'azienda che è partecipata da un fondo americano, basata vicino a Siena, (forse la gsk vaccines, ndr) e che sarebbe pronta a fare una joint-venture, perché ha bioreattori liberi», ha aggiunto Fallico. Precisando che «la parte russa è ovviamente interessata. Ma tutto questo deve avere la benedizione delle nostre autorità».
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