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REATI IMMIGRATI
La questura veneta conferma il trend nazionale. E aumentano anche le aggressioni di giovani immigrati. Ieri a Firenze accoltellato a morte ragazzo di origini marocchine.Le città italiane sembrano sempre più in crisi rispetto alle pressione migratoria che incide sulla sicurezza. Il fenomeno emerge in modo preoccupante dai dati sulla criminalità. E la provincia di Padova, con i suoi 105.000 stranieri residenti, sembra candidarsi a epicentro: sei reati su dieci, stando alle statistiche della questura, sono attribuibili a stranieri, quasi tutti senza permesso di soggiorno. Nel 2023, dei 2.725 denunciati o arrestati, 1.806 erano stranieri, con una netta predominanza di extracomunitari. Nel 2024 gli stranieri continuano a essere sovra rappresentati (1.524), con una componente di comunitari in aumento (da 385 a 405), a fronte di un’incidenza di extracomunitari che è diminuita leggermente (da 1.421 a 1.119), ma non sufficientemente da indicare un’inversione di tendenza. Tra i crimini che creano più allarme sociale ci sono i furti e le rapine, con un incremento rispettivamente del 33 e del 51%. E sono numeri in linea con quelli ricostruiti il 15 dicembre dalla Verità: i clandestini mostrano una propensione a delinquere oltre dieci volte maggiore rispetto a quella del resto della popolazione, composta da italiani e stranieri regolari e tripla rispetto a quella dei regolari (commettono infatti più del 26% dei reati degli stranieri, ma sono solo l’8,6% di loro). Ma c’è anche un altro fenomeno a creare una certa preoccupazione: le aggressioni tra gruppi giovanili, spesso motivate da futili motivi come il possesso di oggetti costosi o vecchie ruggini, continuano a riempire la cronaca locale. E dei 207 minori arrestati nel 2024 ben 158 erano stranieri, tra cui 101 tunisini, 23 marocchini e 17 romeni. Solo 49 gli italiani. Questi giovani, come ha sottolineato il questore di Padova, Marco Odorisio, sono pienamente consapevoli delle attività criminali e spesso guadagnano più di un poliziotto, un incentivo che li spinge a persistere nel crimine. Che a volte raggiunge il livello più grave. Ieri, per esempio, a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, Moubakir Maati, un ragazzo di origini marocchine ma nato a Poggibonsi, è stato ucciso con cinque coltellate. Noto come giovane promessa del calcio, viveva a Certaldo con il padre, cittadino italiano di origine maghrebina separato dalla madre italiana, e frequentava corsi di formazione per l’avviamento al lavoro (pare che fosse anche seguito dai servizi sociali). È stato aggredito da alcuni coetanei (le autorità non escludono che siano stranieri) per una lite in strada e accoltellato a morte con cinque fendenti. Verso le 5,40, ovvero una ventina di minuti prima dell’aggressione, il barista del Caffè Ballerini ha raccontato di aver visto un gruppetto di ragazzi armato di bastoni e spranghe e di aver serrato le porte del locale per paura. L’aria che si respirava, insomma, non prometteva nulla di buono. Alcuni testimoni hanno raccontato che Maati sarebbe stato accerchiato e colpito ripetutamente. Racconti che sembrano coincidere con i risultati dell’ispezione cadaverica: Maati è stato colpito cinque volte all’addome e alla schiena. Stando alle prime ricostruzioni ci sarebbe stato un incontro tra la vittima e alcuni dei suoi aggressori in una discoteca. Poi l’aggressione, a circa 200 metri di distanza. I carabinieri hanno recuperato i filmati delle telecamere di sicurezza poste ai margini delle strade interessate. Maati, ferito, ha continuato a camminare fino a via Tintori, a una certa distanza ma nello stesso isolato, dove è crollato ed è stato ritrovato senza vita. Ora il sindaco Andrea Tagliaferri chiede più sicurezza: «Abbiamo triplicato le telecamere», ha commentato, «ma dove sono gli agenti che ci erano stati promessi?».
Ansa
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