2024-06-05
A Firenze ormai comandano i rom. Botte all’inviata di «Fuori dal Coro»
Dario Nardella (Imagoeconomica)
Per la seconda volta una giornalista che documentava le case occupate è stata picchiata. Dalla politica pochi messaggi di solidarietà. Nessuna parola da chi urlò alla libertà violata per le presunte censure a Saviano & C. È successo di nuovo. Per la seconda settimana consecutiva. Sempre a Firenze. Sempre una troupe di Fuori dal Coro. Sempre aggredita. Sempre perché stava denunciando una situazione di illegalità palese e diffusa. E io mi domando come sia possibile che una città come questa, che ha insegnato al mondo l’arte e la bellezza, sia ormai in mano alla violenza più brutale. Come sia possibile che delinquenti impuniti occupino le case, dettino legge, scorrazzino indisturbati e intimidiscano i cittadini che ormai hanno paura anche a parlare. Mi domando come sia possibile che un pezzo così meraviglioso dell’Italia, culla del Rinascimento, patria della cultura, sia passata dalle mani di Brunelleschi a quelle dei criminali, che spadroneggiano manco fossero il cartello di Medellin. La scorsa settimana Letizia Modica, inviata di Fuori dal Coro, stava raccontando di una casa occupata dai rom. È stata inseguita, minacciata («ti ammazzo»), aggredita mentre si rifugiava sull’auto della troupe. L’auto è stata distrutta, il suo telefono in mille pezzi, un operatore ferito. È stata sporta regolare denuncia. Non è successo nulla. Questa settimana siamo tornati a Firenze, in altri palazzi, altre vie. Ci hanno chiamato alcuni residenti della zona, esasperati, dopo aver visto il nostro servizio. Siamo andati. L’inviata Costanza Castiglioni è stata, come sempre, molto prudente. Ma appena ha acceso la telecamera, ancor prima che potesse fare una domanda, è stata aggredita, inseguita con un paio di cesoie e colpita alla testa da dietro. È scappata subito, con la troupe, ma è stata inseguita prima da un camion con due persone poi da un ragazzo in motorino, con la tuta nera e il casco, che li ha raggiunti al semaforo. Costanza è finita all’ospedale, con trauma cranico. Per fortuna nulla di grave, dopo il ricovero sta già meglio. Quelle che stanno male, però, sono le nostre città. Mi domando se a Firenze ci siano un questore o un prefetto. Mi domando se i rappresentanti delle istituzioni non abbiano nulla da dire. Mi domando come sia possibile che le case continuino a essere occupate e gli occupanti si sentano così impuniti da minacciare chiunque vada a fare domande dentro quei palazzi. Vorrei sommessamente ricordare che Firenze è la città dalla quale esattamente un anno fa sparì la piccola Kata. Anche quel dramma è figlio di un’occupazione abusiva che Fuori dal Coro aveva denunciato per tempo. Se qualcuno fosse intervenuto subito forse quella bimba sarebbe ancora in mezzo a noi. Ricordo che un anno fa, dopo la scomparsa di Kata, si fecero molti dibattiti sugli immobili occupati. Si disse che sarebbero stati sgomberati. Che a Firenze non sarebbe più successo. Come è possibile che un anno dopo ci troviamo ancora in questa situazione? In cui non solo ci sono le case occupate, ma è diventato impossibile anche solo raccontarlo? Forse qualcuno vuole fare scendere un velo di silenzio su questa situazione indecente. Ma noi non ci stiamo. Lo sappiamo che a molti dà fastidio. Lo sappiamo che è rischioso. Ma crediamo che chiudere gli occhi davanti alle situazioni di illegalità diffusa che incidono direttamente nella vita quotidiana dei cittadini sia un tradimento della nostra professione. E a questo proposito mi chiedo: dove sono i difensori della libertà di stampa? Dove sono i paladini del diritto all’informazione? Perché, ecco, se devo essere sincero non ho sentito nessuno della compagnia dei Saviani e degli Scurati, spendere una parola per una censura questa volta sì, reale e concreta come erano reali e concrete quelle cesoie brandite contro la nostra invitata. E come è reale e concreto il suo trauma cranico. Abbiamo ricevuto qualche messaggio di solidarietà (l’amministrazione comunale di Firenze, l’ex assessore pd Cecilia Del Re, il ministro Lollobrigida, Marco Carrai…). Naturalmente ringraziamo tutti. Ma, scusate, ci sembrano assai pochi. Non vorremmo che, troppo presi a deplorare la violazione della libertà di informazione che si esplica nel non invitare qualcuno alla Buchmesse (orrore! Orrore!) o nel garantirgli un ben pagato passaggio in Rai (orrore! Orrore!), avessero perso di vista che forse si viola la libertà di informazione anche mandando all’ospedale gli inviati che vanno in giro a fare domande sulle case occupate. Non vorrei che tutti presi a celebrare sé stessi e gli inviti più o meno frequenti alle rassegne letterarie, i nostri santoni della lotta contro il bavaglio dimenticassero che c’è un filo di violenza anche nell’essere presi a cesoiate e botte in testa. Nel rischiare di finire all’ospedale ogni volta che si racconta un pezzo di realtà. O nel costringere a girare le telecamere altrove perché quel che succede di illegale non si deve sapere. A meno che qualcuno non pensi che picchiare i giornalisti di Fuori dal Coro non sia reato.