2018-07-28
L'Erario si autocelebra, ma l’86% di chi presenta il 730 bussa ai Caf
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Il fisco: sono quasi tre milioni i contribuenti italiani che hanno scelto di inviare via Web la precompilata. Dato che mostra una crescita del 18,5% rispetto all'anno scorso. Ma la scelta riguarda meno di due contribuenti su dieci.Gli errori più frequenti nella compilazione della denuncia sono cinque. I dati relativi ai fabbricati e ai terreni vengono in automatico presi dalla dichiarazione dell'anno precedente. Lo speciale contiene due articoli. Sono quasi tre milioni i contribuenti italiani che hanno scelto di inviare via Web il 730 precompilato all'Agenzia delle entrate. Dato che mostra una crescita del 18,5% rispetto all'anno scorso. Dei 2,9 milioni di dichiarazioni ricevute, circa 143.000 riguardano i modelli Redditi, mentre 2,7 milioni sono 730. I modelli precompilati accettati dai contribuenti senza introdurre modifiche ai dati predisposti dall'Agenzia delle entrate sono invece 529.000. Un dato, anche questo, che risulta essere in crescita del 50% rispetto all'anno scorso. Nel 2017 i 730 accettati furono infatti quasi 352.000. «Con il suo +18,47% il 2018 rappresenta il quarto anno consecutivo di crescita grazie anche alla quantità e qualità dei dati precaricati», dichiara l'Agenzia delle entrate. Che il numero di contribuenti aderenti al 730 precompilato sia salito negli anni è innegabile. Nel 2015 sono stati 1,4 milioni, nel 2016 2,1 milioni e nel 2017 2,4 milioni. Dati positivi che però evidenziano anche un'altra realtà. Solo il 14% degli italiani ha scelto di avvalersi della dichiarazione precompilata fai da te. Secondo i dati diffusi dalla Consulenza nazionale dei Caf l'86% dei contribuenti ha infatti preferito rivolgersi a un centro di assistenza fiscale per compilare e inviare la propria dichiarazione dei redditi. Su una platea di 20 milioni di contribuenti, 3 milioni hanno preferito inviare il 730 da soli usando il sito dell'Agenzia delle entrate, mentre 17 milioni si sono rivolti ai servizi di consulenza. I Caf restano dunque il canale preferito dagli italiani quando devono inviare la dichiarazione dei redditi. «Siamo ormai di fronte a un dato strutturale e non modificabile nella sostanza», dichiarano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta nazionale dei Caf. «La dichiarazione online dopo quattro anni di sperimentazione segnala un limite di fondo: il cittadino vuole garantire sia a sé stesso che allo Stato la massima correttezza e quindi preferisce farsi assistere anche solo per avere una conferma della veridicità della propria dichiarazione». La Consulta nazionale dei Caf evidenzia inoltre come gli italiani si rivolgano a loro non solo per il modello 730, ma anche per la Dichiarazione unica e per ottenere dall'Inps la certificazione Isee. In questi campi l'aumento, rispetto all'anno scorso, è stato del 12,37%. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/730-precompilato-2590368980.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="l-uso-del-precompilato-per-non-essere-sottoposti-a-ulteriori-controlli-e-sanzioni" data-post-id="2590368980" data-published-at="1757401048" data-use-pagination="False"> L'uso del precompilato per non essere sottoposti a ulteriori controlli e sanzioni Giphy La Lombardia si classifica al primo posto per il numero di dichiarazioni precompilate e modelli redditi inviati in autonomia nel 2018. Con 696 mila invii ha dunque registrato un aumento del 17% rispetto all’anno scorso. Al secondo posto si classifica il Lazio con 339 mila invii e un aumento del 21%, seguita a ruota dal Veneto con 308 mila invii (+17%), dal Piemonte con 263 mila (+17%), dall’Emilia-Romagna con 189 mila (+18%), dalla Toscana con 167 mila (+20%) e dalla Campagna con 164 mila (+ 27%). Inoltre, i dati dell’Agenzia delle entrate evidenziano anche come i maggiori fruitori della dichiarazione precompilata fai da te siano i cittadini con un’età compresa tra i 41 e i 50 anni. Sono infatti arrivati, da questa fascia di popolazione, 574 mila dichiarazioni precompilate. Dato che si abbassa sensibilmente se si analizza la fascia dei sessantenni (452 mila) e dei trentenni (423 mila). I giovani di età compresa tra i 19 e i 25 anni restano fanalino di coda nell’invio del 730 precompilato. Da loro sono infatti sono arrivati 82 mila invii. Dato che rispecchia due aspetti. Da una parte la difficoltà dei giovani di entrare nel mercato del lavoro. E dall’altra la difficoltà e la diffidenza dei soggetti più «anziani» di avvalersi di strumenti tecnologici per inviare i vari adempimenti fiscali. Aspetto che si riflette anche nei recenti dati pubblicati dalla Consulta nazionale dei Caf. L’86% dei cittadini si è infatti rivolto ai centri di assistenza fiscale per inviare la dichiarazione dei redditi. Si sceglie dunque di non affidarsi ai sistemi informatici dell’Agenzia delle entrate, per paura di sbagliare a inserire qualche dato. Molto spesso si decide infatti di accettare il 730 precompilato per non dover essere sottoposti a ulteriori controlli e sanzioni, nel caso in cui vengano rilevate delle discrepanze. Nel modulo predisposto dall’Agenzia delle entrate possono però non essere presenti diverse spese come: l’affitto della casa, le spese di ristrutturazione e le spese da fisioterapisti o da altri professionisti che non risultano essere iscritti ad un albo. Oltre ai dati mancanti bisogna però fare attenzione anche ai quelli inseriti dall’Amministrazione fiscale. Gli errori più frequenti sono infatti cinque. I dati relativi ai fabbricati e ai terreni vengono in automatico presi dalla dichiarazione dell’anno precedente. Se dunque la situazione è cambiata, tocca al contribuente modificarli. Altro errore sono i redditi da lavoro dipendente, le pensioni o le ritenute Irpef. In questo caso molto spesso vengono inserti dati parziali o errati. New entry nella classifica degli errori sono le spese per l’asilo nido. Il 2018 è infatti il primo anno in cui l’Agenzia delle entrate ha deciso di inserire in modo automatico anche queste spese. Essendo però una novità, nel caso in cui si siano sostenuti tali costi, si deve controllare la presenza sul formato precompilato. Altre due dati che spesso vengono mal calcolati sono le spese condominiali per lavori edili o per risparmio energetico e le spese sanitarie. Nel primo caso l’errore più frequente è la sbagliata ripartizione dell’importo sostenuto tra i vari condomini. Per le spese sanitarie si deve invece fare attenzione se ci si è «opposti alla spesa sanitaria» oppure no. Nel caso in cui ci si è «opposti», non si vedranno sul 730 precompilato i dati delle spese sanitarie. Questo perché si è scelto di non far inviare nulla all’Agenzia delle entrate. Se invece, non ci si è opposti alla spesa e non si trovano determinati dati sanitari, allora si deve procedere alla modifica del documento. Da tenere presente che dal momento in cui il 730 precompilato viene modificato, anche in una sua voce, l’Agenzia delle entrate ha il diritto di ricontrollare la dichiarazione dei redditi e chiedere «spiegazioni» al contribuente nel caso in cui siano state riscontrate delle inesattezze.
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