2024-08-21
«Le tentazioni? Servono a salvarsi». I colpi di genio dei Padri del deserto
La «Tebaide» (1418-1420), attribuita al Beato Angelico (1395-1455 circa). Nel riquadro la copertina del libro «101 storie dei padri del deserto»
Tornano, con una piccola ma curata selezione, detti e racconti degli eremiti mediorientali del IV secolo. Da Sant’Antonio il Grande in poi, uomini e donne che, ritiratisi dal mondo, riuscivano a capirlo benissimo.Sotto le sembianze di un angelo luminoso, il demonio apparve a un monaco e gli disse: «Sono l’arcangelo Gabriele e sono stato inviato a te». Il monaco rispose «Sei sicuro di non dover andare da qualcun altro? Io non sono degno». E subito il demonio scomparve.~~~Padre Antonio affermò: «Nessuno potrà entrare nel regno dei cieli se non conoscerà le tentazioni. Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato».~~~Un padre di nome Ierace era arrivato all’età di novant’anni. I demoni volevano farlo cadere nello sconforto, prospettandogli l’idea che avrebbe dovuto vivere ancora a lungo. Passarono da lui e gli dissero: «Monaco, come ti senti? Vivrai ancora cinquant’anni». Ierace rispose: «Mi avete proprio rattristato. Mi ero preparato a viverne ancora duecento». I demoni se ne andarono gridando.~~~Padre Isacco si recò da padre Poimen. Vedendo che si rinfrescava con dell’acqua sui piedi gli chiese: «Come mai alcuni vivono con molto rigore e trattano il proprio corpo con durezza?». L’anziano rispose: «A noi non è stato detto di uccidere il corpo, ma di uccidere le passioni».~~~Un cacciatore rimase scandalizzato vedendo padre Antonio che scherzava con i discepoli. L’anziano, volendo fargli capire che ogni tanto è necessario divertirsi, gli chiese: «Metti una freccia nel tuo arco e tendilo». L’uomo lo fece. «Tendilo ancora!», gli disse padre Antonio. Il cacciatore ubbidì. «Tendilo!», insisté Antonio. «Se lo tendo troppo, l’arco si spezzerà!». «Così avviene anche nell’opera di Dio. Se con i discepoli tendiamo troppo l’arco si spezzano: occorre dunque, ogni tanto, lasciare che si divertano». Sentito questo, il cacciatore si allontanò, avendo ricevuto grande giovamento dalle parole udite, che fortificarono anche i discepoli.~~~ A un grande anacoreta che gli diceva: «Satana, perché mi fai guerra in questo modo?», Satana rispose: «Sei tu che mi combatti con forza!».~~~Un giorno, durante una riunione di monaci nella chiesa grande, fu chiesto agli anziani: «Qual è la lotta più dura che i solitari devono affrontare?». Tutti furono d’accorso nel sostenere che «Essa è quella contro il pensiero di abbandonare la propria cella e andarsene. Vincendo questa lotta, tutto il resto può essere superato facilmente».~~~Un anziano ammonì: «Se ti trovi in un luogo, cerchi di fare qualcosa di buono e non ci riesci, non credere di poterci riuscire altrove».~~~Padre Isaia ammoniva: «La sapienza non consiste nel parlare: la sapienza sta nel sapere quando parlare. Taci con conoscenza e parla con sapienza. Rifletti prima di parlare e rispondi nel modo corretto. Sii ignorante con consapevolezza per evitare molti errori. Chi esibisce la sua sapienza accumula guai su di sé. Non vantarti di quello che sai, perché nessuno sa niente. La perfezione suprema consiste nel disprezzare sé stessi: è bene rimanere al di sotto del prossimo e tenersi vicini alla divinità».~~~Padre Menas raccontò questo episodio: «Un giorno, mentre stavo nella mia cella, arrivò un monaco da un paese straniero e mi chiese di condurlo da padre Macario. Mi alzai e lo accompagnai dall’anziano. Dopo aver pregato ci sedemmo e il monaco disse all’anziano: “Padre, da trent’anni non mangio carne e sono tentato da essa”. L’anziano replicò: “Non mi dire, fratello, che hai trascorso trent’anni senza mangiare carne, ma ti prego, figlio mio, dimmi la verità: quanti giorni hai trascorso senza dir male del prossimo, senza giudicarlo e senza pronunciare una parola inutile?”. Il monaco si prostrò e chiese: “Prega per me padre, affinché io cominci”».~~~Un padre disse: «È sorprendente: preghiamo come se il Signore fosse presente e ascoltasse le nostre parole; i peccati invece li commettiamo come se non ci guardasse».~~~Un monaco si recò da padre Macario l’Egiziano e gli chiese: «Dimmi una parola di illuminazione: come posso essere salvato?». L’anziano gli rispose: «Va’ al cimitero e insulta i morti». Il monaco andò, li insultò e lanciò sassi contro le tombe. Tornò a dirlo all’anziano, che gli chiese: «Non ti hanno detto niente?». «No». «Va’ di nuovo da loro domani e lodali». Il monaco andò e li lodò, chiamandoli apostoli, santi e giusti. Tornò di nuovo dall’anziano e disse: «Li ho lodati». «Non ti hanno risposto nulla?». «No». Allora l’anziano spiegò: «Sai quanto li hai insultati senza che ti rispondessero e quanto li hai lodati senza che ti dicessero nulla. Anche tu, se vuoi essere salvato, diventa come morto. Non tenere conto né delle critiche degli uomini, né delle loro lodi, come fanno i morti, e potrai essere salvato».~~~Un monaco chiese a padre Poimen: «Vuoi che dia ordini ai fratelli che abitano con me?». L’anziano rispose: «No, mettiti tu al lavoro e, se vogliono comportarsi bene, ti imiteranno». Il monaco insisteva: «Ma sono loro, padre, a chiedermi di dare loro ordini». Poimen confermò: «No! Sii per loro un esempio, non un legislatore».~~~Padre Amun diceva: «Sopporta ogni uomo, come Dio sopporta te».~~~Un anziano raccomandò: «Se vedi qualcuno cadere e puoi aiutarlo, tendigli il tuo bastone e fallo risalire. Ma se non puoi tirarlo su, lasciagli il bastone e non perderti insieme a lui. Se gli dai la mano e non riesci a tirarlo su, sarà lui a trascinarti in basso e morirete tutti e due». Questo diceva per quelli che vogliono aiutare gli altri al di là delle loro possibilità.~~~Una volta, a Scete, un monaco peccò. I padri, riuniti in consiglio, mandarono a chiamare padre Mosè per giudicare il peccatore. Mosè non voleva venire, ma loro insistettero con determinazione. Egli allora si decise e si incamminò, portando in spalla un sacco forato, che aveva riempito di sabbia. Quelli che lo videro arrivare gli dissero: «Perché fai così, padre? Cos’è tutto questo?». L’anziano rispose: «Sono i miei peccati. Scorrono dietro di me senza che io li veda, mentre vengo qui a giudicare quelli degli altri». Udendo queste parole, i padri perdonarono il monaco che aveva peccato.~~~Padre Teodoro di Ferme diceva: «Nessuna virtù vale quanto il non disprezzare».~~~Tre padri si recavano insieme ogni anno da padre Antonio. Due di loro lo interrogavano sulle parole illuminanti e sulla salvezza dell’anima; uno invece taceva e non diceva mai niente. Dopo molto tempo, padre Antonio gli chiese: «Da tanto vieni qui e non mi fai nessuna domanda!». Quello ripose: «A me basta vederti, padre».~~~Un monaco aveva peccato e il superiore lo allontanò dalla chiesa. Padre Bessarione allora si alzò e uscì insieme a lui dicendo: «Anch’io sono un peccatore».~~~ Madre Sincletica disse: «Com’è impossibile costruire una nave senza chiodi, è impossibile essere salvati senza umiltà».~~~Uno dei padri ripeteva: «Non si diviene umili se non si è umiliati».~~~Un discepolo ricordava: «Padre Giovanni delle Celle mi disse: “Guarda il grano nei campi: prima che cresca la spiga la pianta sta sempre eretta, ma quando essa spunta il suo peso la costringe a piegarsi verso il basso. Così avviene anche nell’uomo: quando non porta frutto per il Signore non si trova in lui l’umiltà, quando invece egli lo reca china la testa e si sottopone a ogni cosa per amore del Signore”».~~~Un giorno padre Macario tornava alla sua cella, quando incontrò il diavolo che gli disse: «I tuoi digiuni non mi colpiscono, io non mangio mai. Neppure le tue veglie mi feriscono, io non dormo mai. C’è una sola cosa nella quale mi sei davvero superiore». «Quale?», chiese il padre. «L’umiltà», rispose il diavolo, «io sono il principe della superbia».~~~A un soldato che gli chiedeva se Dio accetta sempre le conversioni, padre Mios domandò di rimando: «Se il tuo mantello si strappa, lo getti via?». «No», disse il soldato, «lo rammendo e continuo a usarlo». «Se dunque tu hai pietà del tuo mantello», concluse l’anziano, «Dio non avrà maggiore pietà per la sua creatura?».~~~Abba Agatone disse: «Se è Dio colui che giustifica, chi è colui che condanna?».