2022-03-03
Zelenski, Grillo e gli altri: quando il comico si butta in politica (e passa alla tragedia)
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Volodymyr Zelenski (Ansa)
Il presidente ucraino ha un passato da attore in commedie brillanti. Ma non è il solo ad aver intrapreso questo percorso: in Italia abbiamo Beppe Grillo, in Francia ci fu Coluche. E altri casi ci sono stati in India, Danimarca, Islanda e Usa.
Il presidente ucraino ha un passato da attore in commedie brillanti. Ma non è il solo ad aver intrapreso questo percorso: in Italia abbiamo Beppe Grillo, in Francia ci fu Coluche. E altri casi ci sono stati in India, Danimarca, Islanda e Usa.Le tragiche cronache che arrivano dall'Ucraina hanno fatto conoscere al mondo la figura di Volodymyr Zelenski, presidente in trincea con un passato da comico. Due carriere che stridono fra loro, decisamente. Dopo aver recitato nel 2008, nel film Love in the Big City e nel suo sequel, Love in the Big City 2, Zelenski ha continuato la sua carriera cinematografica con il film Office Romance. Our Time, del 2011, e con Rzhevsky vs Napoleone, del 2012. Dettaglio ancor più curioso: Zelenski ha prestato la voce all'orsetto Paddington nel doppiaggio ucraino dei due film dedicati al celebre personaggio per bambini, realizzati nel 2014 e nel 2017. L'aspetto però di gran lunga più incredibile della storia di questo protagonista della cronaca è il fatto di aver interpretato, nel 2015, il presidente ucraino nella serie televisiva Sluha Narodu (letteralmente, Servitore del popolo). Dopo aver fatto incetta di premi, Zelenski creerà un vero partito chiamato Sluha Narodu e finirà per candidarsi davvero alle elezioni, vincendole. Non si tratta, ovviamente, del primo comico prestato alla politica, anche se forse nessuno, prima di lui, era passato così rapidamente dalla commedia alla tragedia (vera). In Italia abbiamo ovviamente il caso di Beppe Grillo, che ha fondato un partito giunto a picchi di consenso clamorosi, sia pur senza aver mai avuto ruoli istituzionali in prima persona. Anche in questo caso, bisogna riportare una coincidenza poco nota, ma davvero interessante: in una delle sue rare apparizioni cinematografiche, nel film del 1985 Scemo di guerra, diretto da Dino Risi, Grillo si troverà a recitare a fianco di un collega francese che all'epoca aveva già compiuto un passaggio analogo, sia pur meno fortunato. Parliamo del francese Coluche, pseudonimo di Michel Gérard Joseph Colucci, popolare comico televisivo degli anni Settanta. Ebbene, nel 1980, Coluche aveva annunciato, in una conferenza stampa presso il Théâtre du Gymnase, di volersi candidare alle elezioni presidenziali francesi del 1981. Nata quasi come beffa, l'iniziativa destò grande curiosità, tant'è che Coluche raggiunse il 16% dei consensi nei sondaggi e incassò il favore di prestigiosi intellettuali come Pierre Bourdieu, Félix Guattari e Gilles Deleuze. Tuttavia si ritirò dalla corsa dopo che il suo manager, René Gorlin, fu assassinato. Sembra che l'evento non avesse nulla a che fare con la politica, ma l'attore lo interpretò come un avvertimento (pare peraltro che François Mitterrand fosse particolarmente inquieto per la discesa in campo dell'istrione). Ma politica e comicità si sono incontrate spesso (parliamo di comici di professione, ovviamente, la comicità involontaria non fa statistica). Il danese Jacob Haugaard, per esempio, ottenne un posto in parlamento promettendo la Nutella nella razioni dei militari. Negli Usa, Alan Stuart «Al» Franken, star del Saturday Night Live, venne eletto come senatore democratico in Minnesota. E ancora, Jon Gnarr, eletto sindaco di Reykjavík nel 2010, aveva lanciato il suo partito per gioco durante uno show televisivo, mentre l'indiano Bhagwant Mann è entrato in parlamento nel 2014, dopo un campagna basata sulla parodia di Narendra Modi.Qualcuno poi si ricorderà delle vecchie tribune politiche in cui, negli anni Ottanta, comparì anche un serioso Paolo Villaggio, candidato alle elezioni politiche del 1987 nelle fila di Democrazia proletaria: mancò l'elezione per sei soli voti, avendo ottenuto appena cinque preferenze in meno del primo degli eletti Franco Russo. Successivamente si candidò alle elezioni politiche del 1994 con la Lista Marco Pannella, nel collegio uninominale di Genova - San Fruttuoso.Negli intrecci tra spettacolo e politica, anche se non strettamente in ambito comico, non si può, infine, non citare il bizzarro caso del film di fantascienza Predator, del 1987. Ben tre attori del cast, infatti, si sono successivamente presentati alle elezioni come governatori: Arnold Schwarzenegger è diventato governatore della California e Jesse Ventura del Minnesota, mentre Sonny Landham si era presentato alle elezioni per governatore del Kentucky senza riuscire ad essere eletto. Carl Weathers, l'Apollo Creed di Rocky, ne fece un siparietto comico in cui si candidava come governatore solo perché era «il tizio nero in Predator».
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)