2023-08-08
Visibilia, il presidente suicida non era malato
Nel riquadro Luca Ruffino (Ansa)
La morte di Luca Ruffino è ancora un mistero: gli inquirenti hanno trovato vicino al corpo sei biglietti scritti a mano dal manager prima di spararsi. Ma non ci sarebbero riferimenti all’indagine su Daniela Santanchè. Il titolo della società crolla in Borsa del 30%.È avvolto nel mistero il suicidio di Luca Ruffino, il presidente e amministratore di Visibilia editore trovato morto da uno dei figli poco prima della mezzanotte di sabato. Dagli ambienti giudiziari milanesi è stato infatti precisato ieri che, in base ai primi accertamenti svolti, contrariamente a quanto trapelato domenica sera quando la notizia è diventata di pubblico dominino, non risulterebbe che il manager sessantenne, a parte piccoli problemi salute, soffrisse di malattie gravi conclamate. Inoltre, anche se Ruffino negli ultimi giorni era apparso giù di morale, tanto che sabato, al termine di una telefonata, la compagna, in vacanza in Sardegna aveva allertato uno dei figli dell’uomo, non risulta che il manager soffrisse di problemi di salute mentale conclamati e diagnosticati. L’imprenditore si è sparato con una pistola regolarmente detenuta nella camera da letto di un appartamento di sua proprietà in via Spadolini a Milano. Vicino al corpo sono stati trovati i sei biglietti di scuse scritti dall’uomo prima di compiere il gesto. Oltre a quelli per i familiari, uno è rivolto ai colleghi e un altro ai condomini. Nei biglietti non sarebbero però spiegate le motivazioni del gesto, né tantomeno ci sarebbero riferimenti a Visibilia, finita agli onori delle cronache nelle scorse settimane per l’indagine che vede coinvolto il ministro del Turismo Daniela Santanchè, fondatrice del gruppo, quotato alla Borsa di Milano. Per questo motivo, dopo che la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, formalità necessaria per disporre l'autopsia (che dovrebbe essere effettuata oggi o domani), a interessarsi del caso ci sono due pm: Daniela Bartolucci, magistrato di turno al momento della scoperta del suicidio del manager, e Maria Giuseppina Gravina, titolare dei fascicoli sulle società collegate alla Santanchè. Va però detto che Ruffino era del tutto estraneo alle indagini, essendo subentrato nella compagine societaria, assumendo anche il ruolo di presidente e di amministratore delegato, dopo aver di fatto salvato Visibilia dal fallimento, grazie all’immissione di liquidità per circa un milione di euro. Subito dopo che la notizia della morte del manager era trapelata, in ossequio alle regole del mercato borsistico, Visibilia ha annunciato «con cordoglio, la prematura scomparsa di Luca Giuseppe Reale Ruffino, che rivestiva il ruolo di presidente e amministratore delegato, nonché di azionista di maggioranza della società», stringendosi «nel dolore alla famiglia». La società ha anche annunciato che il cda «si riunirà appena possibile per deliberare in merito alla sostituzione mediante cooptazione di un nuovo amministratore» e «alla nomina del presidente del Consiglio di amministrazione», precisando che il cda aveva «recentemente conferito poteri di gestione operativa della società anche al consigliere delegato Alberto Campagnoli». Una mossa che però non ha fermato le vendite precipitose del titolo, che eri a metà seduta, cedeva il 25,45% per poi scendere ancora arrivando a fine giornata a perdere il 30,54%, a 0,38 euro per azione. Uno scenario simile a quello dell’altra società di Ruffino, la Sif Italia (che detiene il 45,81% delle quote di Visibilia) attiva nel settore dell’amministrazione di condomini e della gestione di patrimoni immobiliari, fondata nel 1987 dal manager che ne era presidente e amministratore delegato. Il titolo a metà giornata era in calo del 12,29% per arrivare alla chiusura a un meno 20,11% a 2,86 euro per azione. Anche il cda di Sif Italia si riunirà appena possibile per la nomina di un nuovo consigliere, del presidente del cda e per il conferimento delle deleghe. In una recente intervista Ruffino aveva commentato così il suo ingresso nel capitale della società: «È stata una scelta imprenditoriale, guardavo a Visibilia da diversi anni e ne vedevo le potenzialità. Quando abbiamo deciso di entrare nella compagine societaria la capitalizzazione di Borsa era di 300.000 euro. Viene fatta confusione tra la posizione debitoria gigantesca che Santanchè ha nei confronti del mondo intero e la posizione della holding, di cui sono presidente. La holding ha solo un debito verso l’Agenzia delle entrate di 150.000 euro, che stiamo pagando. Santanchè è invece una mia debitrice, siamo creditori verso di lei di una somma importante, 1,5 milioni che lei sta ripianando con rate mensili da 50.000 euro». Adesso però la sua improvvisa scomparsa e il conseguente crollo del titolo, potrebbero aprire scenari del tutto imprevisti.
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