2022-12-24
Vini, guida regione per regione per un brindisi sotto l’albero
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Rassegna neppure troppo ragionata dei vini per questo Natale spigolando tra le cantine di tutte le nostre regioni. E una sorpresa: i nostri grandissimi costano molto meno dei francesi spesso superandoli in qualità.Pronti per le feste? Viene il dubbio su quali bottiglie portare in tavola per accompagnare degnamente il pranzo d Natale e la cena della viglia. La scelta nell’Enoteca Italia è la più vasta del mondo e c’è da sottolineare che mai come quest’anno il vino è stato protagonista anche dei regali.Il dubbio è: bere bene senza svenarsi, o semel in anno? Bere a la carte da noi consente di risolvere questa amletica riflessione nel migliore dei modi. Ci sono ottimi vini a prezzi più accettabili e ci sono bottiglie da sogno che paragonate però con le etichette più blasonate del mondo restano convenientissime. Cominciamo proprio da qui: dalle nostre bottiglie top paragonate con alcuni vini che li valgono ma prodotti all’estero. Avvertendo che per gli spumanti ci diamo appuntamento a dopo Natale, faremo una rassegna di bollicine in vista del Capodanno. Cominciamo dunque la rassegna dei nostri grandi e poi andremo a esplorare alcuni territori dove trovare occasioni per degustare ottime bottiglie senza dover fare un mutuo.Forse il più alto di prezzo tra i vini italiani è il mitico merlot in purezza prodotto dall’Ornellaia in quel di Bolgheri: Masseto. Si beve attorno ai mille euro (il suo fartellino minore Massetino viene via per 450 euro), ma il suo rivale francese costa 8 volte tanto. Stando sempre a Bolgheri Sassicaia si beve a 260 euro, Chateau Margaux mai meno di 900. Paleo – cantina e Macchiole - sempre a Bolgheri che è forse il miglior cabernet franc in purezza del mondo si beve sui 120 euro, Clos Rougeard che gli sta al pari costa 750 euro. Ma questo ragionamento possiamo estenderlo a moltissimi vini italiani. Per bere al meglio tra i rossi in Italia non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ecco qui un elenco ragionato delle migliori bottiglie vermiglie senza badare a spese. Dal Piemonte arriva sua maestà Angelo Gaja con il Barbaresco (circa 250 euro) poi tra i Barolo ecco Giacomo Conterno con il Monfortino (320 euro). In Veneto si va in Valpolicella a degustare l’Amarone di Dal Forno (290 euro) e di Quintarelli (300 euro). In Toscana l’imbarazzo della scelta. Da Antinori Solaia (350) o Tignanello (140), il Brunello di Biondi Santi (480 euro), in Umbria Spinning Beuty di Caprai (280) in Abruzzo il Montepulciano di Valentini (250). Si beve benissimo con il San Leonardo che è forse l’uvaggio bordolese più fine d’Italia, ci soo i grandi sardi come il Terre Brune di Santadi o il Turriga di Argiolas. Ma a parte questi “campioni” cerchiamo di fare un giro d’Italia regione per regione alla ricerca del vino giusto, o meglio delle chicche nascoste.Valle d’Aosta - Tra i bianchi si potrebbe assaggiare la Petite Arvine de Les Cretes, tra i rossi andiamo a trovare il Fumin rouge e di LavrilleLiguria - Molte sono le occasioni per bere bene in Liguria. Tra i bianchi ecco il Pigato di Lupi, la Bianchetta Genovese della Cantina del Levate, il Vermentino de La Ghiaia. Tra i rossi ecco il Rosse di Terre Bianche, l’Omreasco di Cascina Nirasca, il Branco Rosso di Buranco.Piemonte - Il Piemonte è un mondo. Indichiamo qualche bottiglia. Tra i bianchi La Nascetta Elvio Cogno, il Gavi della Scolca, l’Arneis di Ceretto, la Favorita di Gagliardo, l’Erbaluce di Cieck. Tra i rossi possiamo certo citare il Barolo dei Marchesi di Barolo, ma guai a dimenticarsi del Gattinara di Travaglini, della Barrea d Braida, i Carema di Ferrando.Lombardia - Tra i bianchi una citazione d’obbligo è per la Lugana d Cà de Frati e di Cà Majol, il Curtefranca Bianco di Terra Moretti che tocca il massimo con lo Chardonnay Convento dell’Annunciata, il Curtefranca Bianco di Cà del Bosco, ma anche un grande Resling come quello di Monsupello. Tra i rossi si va in Valtellina da Mamete Prevostini, oppure un Pinot Nero dell’Oltrepò ad esempio ottimo quello di Mazzolino. Veneto - Si parte dal Soave di Pieropan o da quello di Coffele. Parycolare il Durello di Casa Cecchin, da provare spendendo ma bevendo eccezionalmente la Dorona di Venissa che l’uva delle isole di Venezia, l’Incrocio Manzoni di Collalto. Tra i rossi si va in Valpolicella. Impossibile rinunciare oltreché all’Amarone Costasera di Masi al suo Campofiorin che è un must assoluto. Il Valpolicella Ripasso di Tedeschi (ottimo anche l’Amarone) vale molto, così come il Fratta di Maculan.Trentino Alto Adige - Regine da grandi vini. Partiamo con la Chardonnay di Colterenzio, il Pinot Bianco di Elena Walch, il Traminer della Cantina di Termeno, il Muller Thurgau della Cantina di Cembra, la Nosiola di Elisabetta Fradori. Tra i rossi il Marzemino della cantina d’Isera, il merlot Villa Gresti di San Leonardo, il Rosso Faye di Pojer e Sandri, il Teroldego di Elisabetta Foradori, Fojaneghe di Bossi Fedrigotti, il Lagrein di Abbazia di Novacella, il Pinot Nero di Hfostatter.Friuli Venezia Giulia - Siamo all’accademia dei bianchi. Ecco il Friulano e il Sauvignon di Venica (Ronco Cime e Ronco Mele) il Terre Alte di Livio Felluga, l’Abazia di Rosazzo col Rosazzo Bianco, il Pinot Bianco di Russiz Superiore, il Vintage Tunna di Jermann, la particolarissima Ribolla Gialla di Gravner, la Vitoska di Kante. Tra i rossi il Sossò di Livio Feluga, il Bottaz di Venica.Emilia Romagna - Partiamo tra i bianchi con l’Ortrugo di Enrico Loschi, i Pignoletto di Tenuta Santacroce, l’Albana Vitalba di Tre Monti. Tra i rossi partiamo col Lambrusco di Paltrinieri, il Cabernet dei Colli Bolognesi Bonzarone, il Sangiovese di Romagna di Drei Donà.Toscana - Bisognerebbe scrive un trattato sui vini toscani. Partiamo con il Vermentino dei fratelli Cima, passiamo a un bianco particolarissimo come il Serrabacio della Serraiola (Marsanne e Roussanne) c’è il Vermentino di Bolgheri di Michele Satta, da provare il Montecarlo bianco della tenuta del Buonamico, un grandissimo Chardonnay come quello di Querciabella (è caro), il Trebbiano di Baracchi, il Pomino bianco di Frescobaldi, l’Ansonica della Parrina, il Con Vento del Terriccio, la Vernaccia di San Gimignano Ab Vinea Doni di Casale Falchini. Sui rossi andrebbe aperto un capitolo a parte. Partiamo da due etichette della prima Maremma da non perdere. Petra dell’omonimo cantina Vigna Montecristo della Serraiola. Il Ceccante e il Morellino del Grillesino sono da applausi. Imperdibile il Nobile di Dei, da applausi il Chianti Classico Castello di Brolio di Ricasoli, formidabili di Chianti Classico di Castello di Fonterutoli. Un plauso va al Monteverro.Umbria - Partiamo dal bianca dei bianchi umbri il Grechetto dei Colli Martani e certo da Arnaldo Caprai col Grecante se ne trova ottima rappresentazione così come il più complesso Cuvée Secrete dà ottime sensazioni. Un bianco in grande rivalutazione è il trebbiano spoletino ben interpretato da Perticaia, ma ragionando di bianchi eccelsi dell’Umbria la mente corre a due vini di Antinori il Cervaro della Sala (Chardonnay) e il Conte delle Vipera (Sauvignon) del Castello della Sala. Citazione d’obbligo per l’Orvieto Classico Superiore di Barberani. Tra i rossi torniamo da Caprai con il Sagrantino di Montefaco sia il 25 anni che il Collepiano e poi con la riserva di Montefalco rosso. Ottimo il Sagrantino di Antonelli, un grandissimo classico resta il San Giorgio di Lungarotti, impeccabile il rosso di Lamborghini, per una beva più facile ottimo il rosso Colli del Trasimeno del Casello di Magione dei Cavalieri di Malta.Marche - La regioen che con il Verdicchio dei Castelli di Jesi vanta un bianco da primato mondiale: ottimo Montecappone, Coroncino, Casa di Serra di Umani Ronch, il Verdicchio di Garofoli. Anche Matelica ha un Verdicchio addirittura più fine con la Monacesca o Belisario per finire col Bianchello del Metauro di Lucarelli. Si va nel maceratese con la Ribona di Fontezoppa. Una chicca è la Garofanata di Villa Lazzarini per finire con il Pecorino di Ciù Ciù o di Velenosi. Tra i rossi partiamo col Rosso Conero di Umani Ronchi, la Vernaccia nera di Fontezoppa, ma anche di Podere sul Lago con il Rosso Piceno di Angela Velenosi, l’ottimo Cabernet di Dezi con Regina del Bosco o il suo spettacolare Sangiovese: Solo.Lazio - Patria di bianchi di facile beve dall’Est Est Est al Montefiascone, ma un citazione particolare merita il Bellone di Cincinnato. Tra i rossi troviamo il Sangiovese di Trappolini, il Petit Verdot di Casale del Giglio.Abruzzo - A tutto Trebbiano con Faraone, con Emidio Pepe, con Illuminati. Poi i grandi Montepulciano di Marina Cvetic, di podere Castorani e una bella bottiglia come il Cinque autoctoni di Fantini. Molise - Poca produzione ma un vino autoctono di grande spessore con il rosso Tintillia di Di Majo Norante.Campania - Grandissimi vini giusto per citarne alcuni tra i bianchi il Fior d’Uva di Marisa Cuomo, il Vigneto Frassitelli di Casa d’Ambra, la Falanghina di Di Meo, il Greco di Mastroberardino. Tra i rossi sempre di Taurasi di Di Meo, l’Agliano di Mastroberardino e di Terredora, quello De Conciliis. Basilicata - L’uvaggio di Geco e Fiano di Pipoli merita citazione, coì come Edizione Bianco di Fantini e il Preliminare di Cantine del Notaio. Tra i rossi l’Aglianico del Vulture La Fira sempre da Cantine del Notaio, Elena Fucci, Don Anselmo di Paternoster.Puglia - Un grande bianco di Puglia è sicuramente il Donna Augusta Salentoo bianco dei tenimenti Vespa. La Verdeca di Polvanera merita attenzione, particolare il Bombimo Bianco della teta degli Eruli. Tra i rossi il Primitivo di Manduria sempre di Vespa, di Solperto, di Filline. Ottimo il Nero di Troia ad esempio di Torrevento. Da non perdere il rosso di Tormaresca. Un’esperienza il Negramaro di Severino Garofano, buono quello di San Marzano.Sicilia - S chiamava Enotria e un motivo c’è: i vini di Sicilia sono tutti ottimi. Partiamo col Chiarandà del Merlo di Donnafugata, poi il Salealto di Cusumano, il Kuddia del Gallo di Abraxas, l’Etna bianco di Benanti. Tra i rossi il Mille e una notte di Donnafugata, il Nero d’Avola di Feudo Montoni, il rosso di Passopisciaro, il Faro Palari. Sardegna - Pariamo col Torbato di Sella e Mosca, poi il Vermentino di Gallura di Capichera, quello della Cantina del Vermentino, di Tondini. Una sorpresa è il Nurags di Argiola eccelso il Villa di Ciesa di Santadi. Tra i rossi Barrua di Agripunica, Roccarubia di Santadi, il Cannonau di Antonella Corda.