2022-01-06
Vaccino, obbligo oltre i 50 anni. Torna la gogna degli studenti
Carta rafforzata al lavoro per ultra cinquantenni. I quali sono tenuti alla puntura se disoccupati. Mistero sui controlli. Altra pazzia: green pass «base» per barbiere, banca, posta, uffici pubblici (ma servirà quello «base»). Con 3 contagi, alle medie e alle superiori fanno la Dad i non inoculati.A metà febbraio di fatto cambierà il primo articolo della Costituzione e l’Italia diventerà una Repubblica fondata sul vaccino. Si scherza, ma non troppo. Il quarto decreto varato dal governo Draghi in 21 giorni e approvato ieri sera all’unanimità prevede infatti una nuova stretta: l’obbligo vaccinale per gli over 50, anche di chi non lavora, e obbligo di esibire il super green pass per gli over 50 sul posto di lavoro, altrimenti saranno sospesi senza stipendio. Il provvedimento costringerà a sottoporsi all’iniezione circa 3 milioni di persone che hanno più di 50 anni e che non hanno mai ricevuto una dose. È stato invece stralciato dal nuovo dl l’obbligo di super green pass che era stato inizialmente previsto per accedere ai servizi alla persona, nelle banche, alle poste, nei negozi o dal parrucchiere e per gli uffici pubblici dopo che il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha minacciato di non votare il testo nel caso la misura fosse rimasta. Nella nuova versione per accedere ai servizi sarà quindi necessario il green pass semplice (ottenuto anche con tampone). «Siamo responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla Costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni. Inoltre, manca l’assunzione esplicita di responsabilità dello Stato quando si introduce un obbligo vaccinale», hanno scritto in una nota i ministri della Lega ovvero quello del Turismo, Garavaglia, dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e per le disabilità, Erika Stefani.Le nuove misure sono state decise dopo una lunga giornata di indiscrezioni e cambi di marcia che è stata scandita dalla cabina di regìa a cui hanno partecipato Mario Draghi e i ministri e i delegati dei partiti di maggioranza, seguita da un confronto tra governo e le Regioni e infine dal Consiglio dei ministri iniziato nel tardo pomeriggio e terminato poco prima delle 21. Nella bozza del decreto finita sul tavolo dei ministri l’obbligo vaccinale si applica ai cittadini italiani e di altri Stati membri dell’Unione europea residenti nel territorio dello Stato, nonché ai cittadini stranieri che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età. L’obbligo dovrebbe sussistere fino al 15 giugno e ne sono esentati i casi di «accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore». L’obiettivo, riporta la bozza del provvedimento, è «tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza».Nella bozza iniziale, poi cambiata, i non vaccinati avrebbero potuto accedere solo ai gli esercizi commerciali essenziali mentre gli over 50 non vaccinati non potranno nemmeno lavorare. Poi, dopo l’alt dei ministri leghisti, è stato raggiunto un compromesso: per l’accesso ai servizi alla persona, ai negozi, alle banche e gli uffici pubblici basterà il green pass base, quello che si ottiene anche con il tampone, oltre che per vaccino o guarigione. Di certo, però, combinando il criterio dell’età con quello del lavoro per l’obbligo vaccinale, è stato nuovamente scaricato sugli imprenditori l’onere dei controlli con il solito pasticcio regolatorio.A partire dal 15 febbraio i lavoratori pubblici e privati, compresi i lavoratori in ambito giudiziario e i magistrati, che hanno compiuto 50 anni per andare al lavoro dovranno esibire il super green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Per le violazioni la sanzione amministrativa è stata stabilita nel pagamento di una somma da 600 a 1.500 euro e - si aggiunge - «restano ferme le conseguenze disciplinari secondo i rispettivi ordinamenti di settore». Sempre nella bozza si legge anche che i lavoratori over 50 che non possono fare il vaccino per motivi di salute accertati dal medico potranno essere adibiti «a mansioni diverse, senza decurtazione della retribuzione, in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio». Dal documento arrivato in consiglio dei ministri mancano invece indicazioni su eventuali multe per gli over 50 che non lavorano. Nelle imprese, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi, rinnovabili fino al 31 marzo, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso.È stata inoltre firmata dai ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, Andrea Orlando, una circolare per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a usare pienamente gli strumenti di flessibilità che le discipline di settore già consentono sul ricorso allo smart working. Nel frattempo, sul fronte del tracciamento, dalla riunione con i governatori è emersa la proposta delle Regioni di evitare di eseguire i tamponi agli asintomatici, perché «sottraggono risorse umane per le vaccinazioni e l’attività ordinaria». Il governo avrebbe manifestato la sua apertura assicurando che chiederà - su questo aspetto - un parere al Cts. Il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha inoltre autorizzato lo stanziamento 92 milioni e 505.000 euro fino al 28 febbraio 2022 riguardo all’esecuzione dei test rapidi gratis, per l’attività di tracciamento dei contagi Covid sulla popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado, soggette alla autosorveglianza.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)