2025-03-05
«Vietiamo il fumo in Europa». La crociata olandese minaccia la filiera italiana
Vincent Karremans (Getty Images)
Amsterdam chiede di alzare le tasse su tabacco ed ecig in attesa di un divieto totale. Nel nostro Paese, a rischio un giro d’affari da 250 milioni e 50.000 posti di lavoro.Che Ursula von der Leyen (è appena trascorso il centenario pucciniano) si trasformi in Madama Butterfly ci credono in pochi, eppure agli olandesi la prospettiva che «un bel dì vedremo levarsi un fil di fumo» li manda su tutte le furie. Chissà perché il Paese che da un quarto di secolo ha la legge più lasca sull’eutanasia che è stata praticata su circa 110.000 olandesi (fanno 4.500 suicidi assistiti all’anno), la nazione che da almeno mezzo secolo liberalizza la cannabis e ha una densità da record di coffee shop dove si va per acquistare droghe leggere senza divieto e lo spinello è una sorta di aperitivo alternativo, s’indigna per il tabacco al punto da mettere in mora la Commissione europea. Con una lettera - che La Verità è in grado di anticipare - spedita a Olivér Várhelyi, il commissario ungherese alla Salute, il ministro olandese per i Giovani, lo sport e la prevenzione Vincent Karremans protesta perché è stata espunta dal programma europeo la legislazione sui tabacchi. L’Olanda, col supporto di Belgio e Lettonia, mette in mora Bruxelles sulla mancata adozione della direttiva sui prodotti del tabacco che dovrebbe vietare la pubblicità e imporre una fortissima tassazione su tutti i prodotti a base di tabacco. «Il ritardo nella revisione della legislazione sul tabacco», scrive il ministro olandese, «è dannoso se si considera la rapida evoluzione del mercato del tabacco e delle bustine di nicotina». Nell’alert che viene dai Paesi Bassi si mettono in discussione non solo sigari, sigarette e tabacco da pipa, ma anche le sigarette elettroniche, i diffusori, il tabacco riscaldato (e non combusto) e le cosiddette bustine alla nicotina. Vincent Karremans scrive: ci sono i sostenitori di questi prodotti che avvalendosi di ricerche pagate dai produttori di tabacco affermano che sono meno dannosi delle sigarette, ma meno dannoso non significa nulla visto che tanto l’Ue con il Beca (le linee guida anticancro) che l’Oms insistono sul fatto che meno dannoso rimane comunque dannoso e non si conoscono gli effetti a lungo termine. Dunque, in attesa di un divieto assoluto, serve una legislazione uniforme perché «ci sono solo otto Paesi che dissuadono sulle confezioni dal consumo», sono possibili gli acquisti online - accade in Francia che, date le alte tasse sulle sigarette, si comprino via ecommerce in Germania o in Lussemburgo - e c’è la percezione che i prodotti alternativi al fumo non facciano male. Il massimo Karremans lo tocca quando invita alla censura: «L’Ue deve impedire che sulle piattaforme online vengano caricati contenuti finalizzati alla commercializzazione di prodotti del tabacco o alla nicotina».Ma il tema diventa assai più complesso e politico se si pensa che l’attacco dell’Olanda colpisce direttamente una delle migliori produzioni italiane. È appena il caso di richiamare un accordo per diversi miliardi che i tabacchicoltori - le zone più vocate sono l’Umbria, la Toscana e la Campania - hanno siglato per una produzione pluriennale sostenibile e che quella del tabacco è una delle filiere virtuose. A questo proposito nota Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia: «Il tema non è tanto il tabacco quanto l’attacco sistematico che i Paesi del Nord sembrano fare alle produzioni mediterranee spesso con un approccio molto ideologico. Non sento mai un confronto sulla tutela del consumatore fatto su base scientifica, costruito con un atteggiamento proattivo. Auspichiamo che questa nuova Commissione abbandoni atteggiamenti censori e difenda le eccellenze agricole. Sono ancora fiducioso, ma se penso all’attacco al vino in cui si confonde l’abuso di alcol, con il consumo moderato, colto, tradizionale del vino, se penso all’attacco che si fa a formaggi, salumi e carne allora mi chiedo se questo cambiamento di mentalità sia possibile. Noto che l’Olanda come in genere i Paesi del Nord così scrupolosi sulle nostre eccellenze chiedono al contrario scorciatoie sui prodotti cellulari prodotti in laboratorio come il latte da fermentazione micetica o la carne di sintesi. Noi abbiamo chiesto procedure di valutazione che includano anche verifiche pre cliniche e cliniche simili a quelle dei farmaci e invece loro spingono per una valutazione semplificata». Viene da chiedersi se non accada perché quei Paesi ospitano gli impianti delle multinazionali che vogliono produrre le finte bistecche o il finto latte. «Noto che le posizioni espresse dall’Oms», conclude Scordamaglia, «per esempio sul vino o sulla carne rossa sono apodittiche e vengono recepite nel Beca europeo in maniera acritica Voglio ricordare che il tabacco coltivato in Italia vale 250 milioni con 35.000 tonnellate prodotte. La filiera dà lavoro a 50.000 persone».Ah, sia detto per inciso, Giacomo Puccini amava il sigaro toscano.