2018-10-07
Vietato opporsi all’aborto. Però su migranti e gay si può pure violare la legge
Progressisti uniti: «La 194 non si tocca». Invece il sindaco di Riace arrestato è un eroe della «resistenza civile» che si batte contro norme inique e va difeso. Maurizio Martina, segretario del Pd, ha definito «vergognoso» il fatto che Matteo Salvini facesse «propaganda sull'inchiesta» riguardante Mimmo Lucano. La linea politica dei progressisti italiani è piuttosto chiara e facilmente riassumibile: le norme che non piacciono a noi si possono violare senza problemi; quelle che non piacciono agli altri, invece, nemmeno si possono criticare. Se vi pare una sintesi ingiusta, guardate che cosa è accaduto negli ultimi giorni a Riace e a Verona. Il sindaco della cittadina calabrese, Domenico Lucano, è finito agli arresti domiciliari, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La sinistra italiana, in massa, si è precipitata a difenderlo. Lucano ha ribadito più volte, con orgoglio, di essere «un fuorilegge» e proprio per questo è stato celebrato in lungo e in largo. Secondo Roberto Saviano, «Mimmo Lucano ha fatto politica nell'unico modo possibile in un Paese che ha leggi inique. Mimmo Lucano ha fatto politica disobbedendo. Disobbedienza civile: questa è l'unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti». Laura Boldrini, per non essere da meno, si è presentata a Riace di persona e ieri ha sfilato assieme ad altre centinaia di persone sotto casa del sindaco: «Sono qua per vicinanza a una persona che ha fatto tanto per i migranti, nel pieno rispetto della magistratura», ha detto con sprezzo del ridicolo. Maurizio Martina, segretario del Pd, giusto per fare presenza, ha definito «vergognoso» il fatto che Matteo Salvini facesse «propaganda sull'inchiesta» riguardante Lucano. Insomma, con sfumature diverse sono tutti concordi: Lucano è un eroe civile. Se ha violato la legge ha fatto bene, perché è una legge ingiusta. O, quanto meno, ha commesso illeciti a fin di bene.Adesso spostiamoci a Verona, dove è accaduta una cosa davvero incredibile: il Consiglio comunale ha approvato una mozione a favore della vita. Il testo, proposto dal consigliere Alberto Zelger, non propone nulla di sovversivo. Anzi, pur contenendo elementi di critica alla legge 194 (per altro motivati), si muove all'interno dei limiti tracciati dalla norma, richiamandone esplicitamente alcuni passaggi. Ad esempio quello in cui si ricorda che lo Stato «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio».La mozione, semplicemente, impegna il sindaco e la giunta a sostenere - tramite congrui finanziamenti - le associazioni che si battono contro l'aborto. In più, chiede che Verona venga proclamata «città a favore della vita». Sai che scandalo... Eppure, a sinistra sono impazziti.Maurizio Martina ha sbraitato: «La legge 194 a difesa delle donne e della maternità consapevole non si tocca. Chi vuole ricacciare il Paese nel passato degli aborti clandestini, deve sapere che tutto il Pd si è battuto e si batterà sempre per difendere questa conquista di civiltà a tutela della libertà e della salute delle donne».Nicola Zingaretti ha ribadito che «non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati». Laura Boldrini, al solito battagliera, ha twittato: «Giù le mani dalla 194». Altri illustri esponenti del Pd, come Andrea Orlando e Pierfrancesco Majorino, hanno chiesto di cacciare dal partito Carla Padovani, capogruppo dem veronese la quale, essendo cattolica, ha firmato la mozione. La signora, con un certo coraggio, ha dichiarato che secondo lei ci sono «principi inalienabili» e la difesa della vita è uno di questi.Vediamo di riepilogare. Se uno si permette di muovere critiche - legittime e suffragate da cifre - alla legge 194, è un pazzo che vuole tornare all'oscurità medievale, alle mammane e agli aborti clandestini. Se poi fa parte del Pd, va immediatamente espulso e pubblicamente dileggiato. Se, invece, un sindaco viola la legge in nome dei migranti, va presentato come un martire e un eroe civile.A voler essere puntigliosi, poi, bisognerebbe notare un paio di cose.Primo: la legge italiana non solo parla esplicitamente di tutela della vita, ma permette pure l'obiezione di coscienza di fronte all'aborto. In ogni caso, la mozione approvata a Verona non entra in conflitto con alcuna norma: si limita a chiedere che le istituzioni aiutino le donne incinte a tenere i bambini.Secondo: nel caso del sindaco di Riace, la «resistenza civile» è piuttosto dubbia. L'idea che Mimmo Lucano e i suoi collaboratori abbiano agito animati da buone intenzioni è messa in discussione dalla Procura, che parla di gravi illeciti e di sottrazione di milioni di euro pubblici. A quanto pare, tuttavia, per la sinistra italiana la legge si può violare o comunque forzare. A patto che lo si faccia per difendere i migranti, per mandare in acqua una nave in stile Ong (come avvenuto un paio di giorni fa) o per registrare all'anagrafe i figli di «due madri» o «due padri». Se invece si tratta di tutelare la vita, beh, il discorso cambia. Sull'aborto non si può discutere, la legge 194 non solo va difesa a spada tratta, ma va addirittura purgata dei passaggi in cui spiega che l'interruzione di gravidanza non è «il mezzo per il controllo delle nascite».Tutto torna. Abortire si può, anzi deve. Tanto, poi, a sostituire gli italiani non nati arrivano i giovani migranti, ai quali dobbiamo offrire aiuto, sostegno, ricchi premi e cotillon. In base a questa logica, il sindaco di Riace è effettivamente un genio: come noto, organizzava matrimoni finti tra italiani e clandestine. In un colpo solo otteneva due risultati: più stranieri in Italia, ma niente figli. Dovrebbero farlo segretario del Pd.
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