2023-09-29
Viaggio tra i Paesi più felici del mondo
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A guidare la classifica dei luoghi con un quoziente di felicità più alto della media ci sono i Paesi del Nord Europa: Finlandia, Danimarca e Islanda. L'Italia è al 33° posto.Felicità, questa sconosciuta: non la inseguiamo, forse, dacché siamo nati?L’essere umano, infatti, cerca da sempre di raggiungere questo ideale stato d’animo in vari modi: chi accoppiandosi, chi identificandolo in un figlio e chi una carriera. C’è chi, invece, si sente particolarmente felice viaggiando o esprimendo se stesso attraverso una qualche attività creativa. Ma non si tratta solo di parametri soggettivi: esistono anche luoghi con un quoziente di felicità più alto della media, dove magari mettere radici. Che ci si trasferisca o meno, poco conta: un viaggio potrebbe partire proprio da questi luoghi, per toccare con mano, anche se per poco tempo, cosa significa vivere in modo gioioso.Esiste una classifica vera e propria, stilata nel World Happiness Report e basata su interviste e analisi di diversi fattori curati dal Gallup World Poll. Helsinki (iStock)FinlandiaSi piazza per prima anche quest’anno e non è solo una questione di reddito pro capite: entrano in gioco anche aspetti quali l’aspettativa di vita o la generosità. Perché se avere maggiori opportunità aiuta, è anche vero che la felicità è fatta di tante cose e valori intangibili e non monetizzabili.L’aria pulita, la solidarietà, la predominanza della natura; e ancora: orari di lavoro più umani, una maggiore libertà e minori disuguaglianze sociali creano il mix ideale per chiunque aspiri al massimo.Pare, dunque, che in Finlandia si abbia più tempo per la famiglia e gli amici, che la corruzione sia quasi inesistente e i servizi pubblici spicchino per efficienza. Questo insieme di aspetti materiali e non rende il Paese un luogo utopistico per chi, invece, è abituato a viaggiare stipato a bordo di autobus ritardatari all’interno di città in cui problemi piccoli e grandi superano di gran lungo la bellezza. Questione di vivibilità, se per vita si intende qualcosa che vada al di là della mera sopravvivenza.Se si opta per un viaggio in Finlandia, non dimenticare di visitare Helsinki, la Lapponia (con Rovaniemi, città di Babbo Natale) e l’arcipelago di Turku, il più grande del mondo.DormireHotel AX, Välimerenkatu 18, Helsinki: hotel funzionale e a dir poco eclettico in una zona ben collegata della città.Arctic TreeHouse Hotel, Tarvantie 3 Arctic Circle, Rovaniemi: propone stanze in pieno bosco, per un soggiorno estremamente romantico.MangiareRavintola Aino, Mannerheimintie 56, Helsinki. Inutile dirlo: qui si prova la renna;Restaurant Kaskis, Kaskenkatu 6a, Turku: i piatti sono piccole opere d’arte. Del resto ha una stella Michelin. Panorama del canale Nyhavn con barche, navi e tante piccole case colorate a Copenhagen (iStock)DanimarcaÈ il secondo Paese più felice al mondo. Incentivi statali per l’istruzione e sussidi finanziari per chi non se la cava bene: sono solo alcuni dei benefit di cui godono i cittadini danesi. Quando ragazzi e ragazze non pagano per andare all’università e gli anziani ricevono pensioni soddisfacenti, uno Stato non può non funzionare.Anche in questo caso, però, non è solo questione di soldi: la felicità danese si basa su un forte senso di uguaglianza e appartenenza, tanto che i cittadini si dichiarano felici di pagare le tasse, potendone vedere direttamente i frutti. C’è poi una parola – hygge – che tradotta letteralmente significa divertimento, ma il cui significato racchiude tutte le sfumature degli attimi e delle piccole cose. E in questo i danesi sono esperti. Ecco che hygge significa trascorrere del tempo di qualità con le persone amate, per esempio. Perché anche in Danimarca il rapporto lavoro-tempo libero è decisamente a favore del secondo (cosa che, purtroppo, non possiamo dire dell’Italia). Ma hygge è anche bere una cioccolata calda osservando la pioggia battere sui vetri di un caffè in cui rimanere rannicchiati per qualche ora. Semplicemente vivendo.Da non perdere Copenaghen, Elsinore (famosa per il castello di Amleto: Kronborg) e Aarhus, sorta di città-museo.DormirecitizenM Copenhagen Radhuspladsen, H.C. Andersens Boulevard 12, Copenaghen: hotel di design in pieno centro. Ogni stanza è dotata di tablet per regolare tutte le funzioni.Helsingør Camping & Cottages Grønnehave, Strandalleen 2, Helsingør: serie di chalet con vista sul canale che separa la Danimarca dalla Svezia.MangiareRestaurant Karla, Dantes Plads 1, Copenaghen: da assaggiare il maiale in crosta con salsa gravy;Pilkär, Mejlgade 28, Aarhus: ottima la zuppa di pesce. Villaggio di pescatori in Islanda al tramonto con mare calmo (iStock)IslandaL’Islanda è il terzo Paese più felice del mondo. I motivi sono presto detti: è un luogo dove la natura e la calma vincono su tutto e dove è più facile realizzarsi da un punto di vista lavorativo.È uno Stato in cui la burocrazia è snella e in cui si socializza facilmente: nonostante la bassa densità abitativa, le aziende incentivano la conoscenza tra le persone; il carattere islandese, inoltre, è tutto meno che conflittuale. Forse queste caratteristiche non sono sufficienti a fare tutti contenti, tuttavia ci si avvicina parecchio a un concetto universale di felicità.Ci saranno buio e freddo per gran parte dell’anno, ma è anche vero che la solidarietà, l’affidabilità delle istituzioni e le facilitazioni per gli abitanti di questa remota isola compensano alla grande ciò che manca.Oltre a Reykjavík, sono da visitare la Laguna Blu (il centro termale più importante) e la spiaggia nera di Reynisfjara.DormireGrey Apartments, Frakkastígur 13, 101 Reykjavik: funzionali e in pieno centro città;Harbour View Cottages Grindavik, Austurvegur 26, 240 Grindavík: si tratta di un cottage molto suggestivo sia per la struttura che per la natura che lo circonda.MangiareSeabaron, Geirsgata 4a, 101 Reykjavík: da provare la zuppa di aragosta;Strondin Pub Vik, Austurvegur 18, 870 Vík: un ottimo posto dove fermarsi a mangiare un hamburger.ItaliaE l’Italia? Beh, non ne esce benissimo… Si trova infatti al 33° posto, anche se – ha precisato il compianto sociologo De Masi – felicità non equivale per forza a tranquillità. Essere felici significa essere gioiosi, ma a ben vedere i sorrisi dispensati per strada non sono poi così tanti. Chissà se dietro alle espressioni oscure dei volti che popolano i mezzi pubblici si trovano sprazzi di un sentimento così importante, delegato spesso a fattori esterni, ma così utile da creare prima di tutto dentro di noi.
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Edoardo Raspelli (Getty Images)