2020-08-18
Verso l’aumento delle accise sul diesel. Il governo punta a 5 miliardi di incassi
Il ministero dell'Ambiente lancia un sondaggio sul suo sito Il cortocircuito: l'esecutivo offre incentivi per le auto a gasolio.Collegate il ministro Sergio Costa al suo governo, anche senza plug in. Il ministro dell'Ambiente, previo sondaggio online sul sito del ministero, sta pensando seriamente di aumentare il prezzo del diesel fino a raggiungere quello della benzina. stile grillinoUna stangata da 5 miliardi di euro sugli automobilisti (senza contare i rincari che subirebbero le merci che viaggiano su gomma) che casualmente finirebbe nelle tasche sfondate del governo «ecologista». Un amore per la nuova filosofia della green economy post Covid-19 che però non ha contagiato il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, visto che nell'elenco dei modelli che stanno beneficiando dei sedicenti «ecoincentivi» ci sono anche le motorizzazioni a gasolio. Insomma, da un lato si demonizza (con ricco introito) il diesel, dall'altro lo si spinge ancora. Evidentemente perché alcune case automobilistiche, a parte Toyota, sono un po' indietro sui motori verdi. Il sondaggio ministeriale, in stile molto grillino ma non affidato alla piattaforma Rousseau, è partito nei giorni scorsi e si concluderà a fine mese. Visto che è stato presentato come un'iniziativa volta a ridurre gli incentivi a tutto ciò che ha un impatto ambientale più pesante rispetto ad altre fonti (ed elettrico e metano sono ovviamente infinitamente meglio del gasolio per auto e camion), a meno che uno abbia proprio il cuore di Attila non potrà che votare contro il diesel. Insomma, il governo vorrebbe alzare le accise sul gasolio gradualmente, fino a portare i prezzi alla pompa allo stesso livello di quelli della (sedicente) benzina verde. Gli ultimi prezzi medi rilevati dal Mise il 10 agosto, erano 1,284 per un litro di gasolio per auto e 1,397 per la benzina. Le accise pesano rispettivamente per 0,617 euro e 0,728 euro. Il governo di Giuseppe Conte sta pensando di risolvere la questione ambientale alzando l'accisa del diesel. La convinzione dei tecnici del ministero dell'Ambiente è che a quel punto gli automobilisti si orienterebbero tutti sulla benzina normale, quantomeno. Certo, si potrebbe diminuire l'accisa sulla senza piombo e fare l'identica manovra incentivante al ribasso, ma con lo scherzetto dell'ex generale Costa lo Stato s'intasca altri 5 miliardi di euro, secondo i primi calcoli che ha fatto ll Sole 24 Ore. Del resto il 31 luglio, presentando il sondaggio e la sua manovra contro i «sussidi ambientalmente dannosi» (Sad), Costa aveva promesso: «È una transizione che non lascerà indietro nessuno. La finalità di questo cammino consiste nel riorientare risorse già attribuite a uno specifico settore verso soluzioni green, senza incidere sui soggetti che ne beneficiavano, ma anzi rendendoli parte attiva di questo cambiamento». Belle parole, ma ora è chiaro che il «nessuno» da lasciare indietro era il suo collega del Tesoro Roberto Gualtieri, che ha un bisogno di gettito fiscale praticamente illimitato.gas naturaleL'ipotesi di un intervento sulle accise, anche se annunciato come «graduale» e «di qui al 2030», ha ovviamente già allarmato gli autotrasportatori, che escono da una stagione di superlavoro come quella della quarantena. Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto, chiede polemicamente: «Si penalizza un settore che ha consentito durante la pandemia, e ancora oggi, di far arrivare nei mercati europei le merci prodotte o trasformate nel nostro Paese. Gli aumenti annunciati sono frutto di una volontà a prescindere, o il tentativo di raccogliere risorse per incrementare le entrate del governo?». La speranza dei trasportatori, ma non solo, è che a sbarrare la strada al generale Costa ci pensi la collega Paolo De Micheli, che ha in mano i dati sulla competitività del sistema italiano dei trasporti su gomma. In allarme anche alcune associazioni dei consumatori, perché il rischio di un aumento dei prezzi delle merci, a cominciare dagli alimentari, diventerebbe concreto. Penalizzare il diesel, astrattamente, non è una cattiva idea, ma praticamente tutto il trasporto oggi va a gasolio e quindi si rischia di metterlo in ginocchio senza offrire un piano B. Tra gli altri settori dove il ministero dell'Ambiente intende intervenire con il taglio dei sussidi figurano l'accisa agevolata sul gas naturale impiegato negli usi di cantiere e nelle operazioni per l'estrazione di idrocarburi; l'esenzione per la produzione di magnesio da acqua di mare; le agevolazioni per i carburanti delle forze armate e la riduzione dell'accisa sul Gpl utilizzato negli impianti centralizzati per usi industriali.La lotta al diesel, tuttavia, stride totalmente con il programma di incentivi auto varato dal medesimo governo Conte, e che può arrivare a 5.000 euro per una macchina a motorizzazione ecologica. Solo che gli incentivi base si applicano anche a vetture diesel e benzina, basta che siano nella categoria Euro 6, la meno inquinante. Parafrasando una vecchia battuta di Beppe Grillo quando faceva l'ecologista pro idrogeno, «l'unico diesel che non inquina è quello che resta in garage». Per il governo, invece, il diesel che non inquina è solo quello che paga una montagna di tasse. Con una manovra tanto incoerente, dal punta di vista ambientale, quanto azzeccata dal punto di vista finanziario: il cittadino viene incentivato a comprare ancora un diesel Euro 6, per poi giocarsi tutto lo sconto in pochi mesi quando va a fare rifornimento.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)