2023-04-16
La favola di Vendola sull’utero in affitto? Bugia senza lieto fine
Nichi Vendola (Imagoeconomica)
L’ex governatore racconta a «Sette» la decisione di avere un figlio. O sarebbe meglio dire comprare, perché l’utero in affitto resta un supermercato di bimbi per i ricchi. Che sfrutta il corpo delle donne in cambio di soldi.Quella che vi sto per raccontare è una bella favola, che però, purtroppo, non ha un lieto fine. Allora, dovete sapere che c’erano una volta due pinguini, i quali vivevano nello zoo di Central Park, a New York. I due pennuti erano maschi ed essendo costretti a vivere in un recinto, e per di più, non avendo alcuna possibilità di socializzare con il resto del branco, erano molto tristi. Ma un bel giorno, un custode del parco, vedendo uno dei due pinguini sopra un sasso, immaginò che stesse covando un uovo di pietra e pensando di fare cosa gradita ai due sfeniscidi, procurò loro un uovo abbandonato, sostituendo il masso.Cova oggi, cova domani, alla fine il guscio si ruppe e nacque un bel pinguino. Presumo che a questo punto voi vi aspettiate che concluda la fiaba dicendo che i due uccelli maschi con il loro piccolo alla fine vissero felici e contenti. E invece no, perché il finale della favola non tiene conto che, da qualche parte, c’è una femmina di pinguino alla quale è stato sottratto l’uovo e che, da questa storia a finto lieto fine, è stata esclusa per comodità di racconto, quasi che all’origine di tutto non vi sia una «madre» che dopo aver «partorito» va a nutrirsi per poi essere pronta ad allevare il «figlio».Ma ovviamente a Nichi Vendola, che anni fa decise di «avere» un bambino, affittando, insieme al compagno, un utero negli Stati Uniti, fa comodo raccontare la fiaba amputandola della parte essenziale, quella della femmina che depone l’uovo, così la storia è più bella e senza l’ombra dello sfruttamento di una donna.L’ex governatore della Puglia ed ex leader di Sel ha raccontato la fiaba a lieto fine dalle colonne di Sette, il settimanale del Corriere della Sera. Intervistato a proposito dei figli di coppie Lgbt e di maternità surrogata, dopo il solito sproloquio sulla discriminazione dei bambini lasciati senza genitori perché questi ultimi non sono registrati all’anagrafe, se n’è uscito con la favola dei pinguini gay, spiegando che nel mondo magico della gestazione per altri, c’è solo amore e niente altro.Tuttavia, dopo averci propinato la storia del dono di una donna verso una coppia di sconosciuti, l’affabulatore di Terlizzi è costretto a riconoscere di aver dovuto pagare alla signora che ha portato in grembo il bambino un anno di lavoro, cui si devono aggiungere le spese sanitarie e la clinica. Ovviamente, Vendola tace la cifra, dicendo di aver pagato molte cose, ma di non aver fatto un conto definitivo. Se parlasse di soldi, dicendo chiaramente quanto è costato «l’atto d’amore» di questa donna americana nei suoi confronti, sarebbe costretto ad ammettere che la favola dei pinguini ballerini se la possono permettere solo i ricchi. Poche coppie, infatti, possono andare negli Stati Uniti o in Canada, pagare visite mediche e cliniche e per di più, oltre ai viaggi e alle settimane di soggiorno, sopportare anche il costo di un anno di stipendio medio.Soprattutto, l’ex governatore dovrebbe riconoscere che si è trattato di una compravendita sulla pelle di una donna che, per questioni economiche, ha donato l’ovulo e di un’altra che ha accettato in cambio di denaro di portare in grembo un bambino non suo. Per quanto Vendola rivesta l’operazione di parole tenere, parlando di amore, la realtà è quella di cui parlano molte femministe: un uso e un abuso del corpo delle donne.Non c’è nulla di roseo, niente di dolce, nessuna favola a lieto fine nello sfruttamento di chi, per necessità, si presta a partorire il figlio di altri. Non a caso in Italia, ma anche nella progressista Francia, si vuole stabilire che l’utero in affitto sia sempre reato, anche se vi si ricorre all’estero. Così si vuole impedire una pratica a cui fanno ricorso coppie convinte che i figli siano un diritto che è possibile comprare, consultando magari un catalogo.Vendola al Corriere confessa che, prima di scegliere la donna che ha portato in grembo il bambino, ha incontrato molte donne ma solo con Sharline - questo il nome della ragazza - «è subito scattato l’amore». No, non è amore: si tratta di interessi, una cosa ben diversa dall’amore.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)