2023-10-22
Apre Rafah: per 12 minuti e vicino alle bombe
Camion con gli aiuti umanitari al valico di Rafah (Ansa)
Al valico transitano 20 mezzi con medicine, acqua e cibo. Per Roma, Berlino e Londra è un segnale. Antony Blinken: «Resti percorribile» L’Onu avvisa: «Forniture insufficienti». Anche Hamas si lamenta. Giallo sulle consegne di carburante e su un camion pieno di bare.Acqua, cibo, medicine e coperte sì. Persone e carburante no. Il valico di Rafah è stato finalmente aperto ieri mattina alle 10.39 locali, per essere nuovamente chiuso alle 10.51. Appena 12 minuti per consentire il transito ai 20 camion, sugli oltre 50 in attesa al confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, contenenti gli aiuti umanitari da portare alla popolazione che da più di 15 giorni vive in condizioni critiche nell’enclave.Un’apertura, seppur breve, che rappresenta uno spiraglio di luce e un «risultato concreto», come lo ha definito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa a margine del vertice internazionale per la pace, in corso ieri in Egitto, al Cairo. Anche il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, si è espressa definendo i primi aiuti «un segnale di speranza in queste ore difficili». L’Onu, invece, attraverso una nota ha fatto sapere che «il convoglio è una goccia nell’oceano rispetto alla quantità richiesta a Gaza». Secondo quanto riferito dall’Unicef, infatti, nella Striscia sono state introdotte, oltre a medicinali e alcune attrezzature sanitarie, poco più di 44.000 bottiglie d’acqua potabile e una quantità limitata di cibo, soprattutto in scatola, in grado di soddisfare il bisogno di appena 22.000 persone nelle prossime 24 ore. Una fonte dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ha fatto sapere che gli aiuti transitati da Rafah sarebbero stati smistati solamente nel Sud della Striscia. A confermarlo è stato anche il direttore della Mezzaluna Rossa, Marwan Jilani, che ad Al Jazeera ha dichiarato che in questo momento è «rischioso portare gli aiuti a Nord». ActionAid ha definito come «un insulto vergognoso per i milioni di gazawi che stanno affrontando questa catastrofe umanitaria» il livello di aiuti transitati dal valico: «Sette ospedali di Gaza si trovano sull’orlo del collasso», ha denunciato la onlus, «perché i generatori per incubatori e macchine di supporto vitale sono rimasti completamente senza carburante». Proprio la mancanza di carburante rappresenta un tema controverso. Il ministero della Sanità palestinese, attraverso una nota, aveva dichiarato che «l’esclusione del carburante dagli aiuti umanitari provenienti da Rafah avrebbe messo in pericolo la vita dei malati e dei feriti» e aveva fatto appello alla comunità internazionale e all’Egitto, «affinché lavorino immediatamente per portare carburante e bisogni sanitari di emergenza negli ospedali». L’esercito israeliano, come ha affermato il portavoce, David Hagari, in conferenza stampa, ha assicurato che il carburante non è entrato a Gaza, ma un giornalista di Al Arabiya ha riferito che un carico è stato consegnato all’ospedale Nasser di Khan Yunis nel Sud della Striscia. Hamas ha commentato la notizia degli aiuti umanitari, con un comunicato diramato dal capo dell’ufficio stampa, Salama Maruf, il quale ha detto che «questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza» e che «sarà importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più». Durante il passaggio del convoglio, secondo quanto è stato riportato ieri da un cronista di Al Jazeera, l’esercito israeliano avrebbe bombardato il dipartimento della Protezione civile di Rafah. Alla notizia dell’apertura della frontiera per il transito degli aiuti, circa 50 palestinesi in possesso della doppia cittadinanza si sono recati al valico nel tentativo di rifugiarsi nel Sinai, ma l’ingresso in Egitto non è stato possibile. Secondo un corrispondente della Bbc presente a Gaza, inoltre, uno dei 20 camion che hanno varcato Rafah in direzione Gaza, trasportava un carico di bare.Intanto, da più parti sono arrivati appelli affinché l’apertura del valico resti continua. «Ciò di cui hanno veramente bisogno i civili di Gaza è un accesso umanitario sostanzioso e continuo», ha detto la direttrice della comunicazione dell’Unrwa, Juliette Touma. Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, che venerdì era in visita proprio al confine tra Egitto e Striscia, con un post su X ha detto di «essere al lavoro senza sosta con tutte le parti interessate per far sì che la consegna di aiuti necessari sia continua» e ribadito la necessità di una tregua umanitaria per poi ringraziare il ruolo svolto dal governo egiziano. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha chiesto «un accesso umanitario duraturo». Anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiesto a tutte le parti che «il valico di Rafah rimanga aperto per consentire il continuo movimento di aiuti che sono indispensabili per il benessere della popolazione di Gaza». Da Londra, il ministro degli Esteri britannico James Cleverly, ha scritto su X: «Questi aiuti sono un’ancora di salvezza per chi soffre. Ma non può essere una tantum. Il Regno Unito continua a insistere per l’accesso umanitario a Gaza».
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Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)