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Scuola, Valditara: «Cellulare in classe vietato fino a 14 anni, valutiamo estensione a over 15»

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Lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara prima del Consiglio Ue Istruzione in programma a Bruxelles. «La presidenza polacca ha appoggiato la proposta del governo italiano e adottata anche da altri Paesi dell'Ue di vietare i cellulari in classe fino ai 14 anni di età», ha detto parlando ai giornalisti. Valditara ha annunciato che l'iniziativa è stata sottoscritta da Austria, Francia, Ungheria, Slovacchia e Svezia e sarà appoggiata da Lituania, Cipro, Grecia e Belgio.

K.I.S.S. | Seta, Bambù, ma una grande idea

C'è un'invenzione che si deve agli aviatori, anzi, a un minuto personaggio brasiliano stanco di dover cercare l'orologio nel suo taschino mentre pilotava l'aeroplano.

In fuga dalla guerra 235.000 soldati ucraini
Getty Images
I militari hanno un’età media sopra i 40 anni però in prima linea ci sono pure sessantenni, perché un quarto delle persone mobilitate per il fronte non si è presentato. D’altronde, se gli aiuti finiscono in water d’oro...

Secondo un sondaggio condotto da Youtrend per Skytg24, solo il sette per cento degli italiani è disposto a un maggior sostegno dell’Ucraina, considerando anche l’invio di truppe. Il 26 per cento sarebbe orientato a continuare a mandare armi e fondi, ma escludendo la partecipazione al conflitto dei nostri militari. In totale, un italiano su tre si dichiara determinato ad aiutare Kiev contro l’invasione russa. Il problema è che il 38 per cento pensa che il nostro Paese invece dovrebbe assumere un atteggiamento neutrale, interrompendo sia il flusso di finanziamenti che l’invio di materiale bellico. E gli altri italiani che cosa pensano? Una parte, cioè il 12 per cento, non sa e non si sbilancia, ma il 17 per cento ritiene che si debba continuare a fornire un aiuto economico alla popolazione, ma senza mandare altre armi. Se si somma la percentuale di chi vorrebbe un’Italia che si chiama fuori con quanti invece pensano che sia ora di interrompere le forniture belliche, si capisce che più del 50 per cento delle persone non è disposta né a morire per Kiev ma neppure a combattere, soprattutto dopo che le recenti inchieste per corruzione hanno intaccato l’immagine dello stesso Volodymyr Zelensky e del suo cerchio magico.

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Cari colleghi di «Rep», chiedete aiuto ai «fascisti»?
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Cari giornalisti di Repubblica, vi scrivo questa cartolina dopo aver letto il comunicato del vostro cdr (comitato di redazione): siccome fate appello «a tutte le forze sociali, politiche, sindacali e istituzionali», vorrei sapere se posso rispondere anch’io all’appello gridando «presente!» senza essere accusato di fascismo dal vostro Paolo Berizzi. Lo so che la mia solidarietà vale poco, perché di fronte a un attacco alle «garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», come denunciate, di fronte a una vendita che non è solo una vendita ma un atto che mette a rischio «la sopravvivenza stessa di un pensiero critico», non dovrebbero mobilitarsi solo i poveri cronisti, come il sottoscritto. Dovrebbero mobilitarsi, come minimo, l’Onu, i Caschi blu, le forze intergalattiche, il consiglio di Uranio e Saturno e naturalmente San Pietro con gli arcangeli tutti. A proposito: com’è che non vi hanno ancora espresso solidarietà?

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Zelensky apre: no a Kiev nella Nato
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader insiste: «Non mi ritiro dai territori, prima la tregua». A Berlino l’incontro con Merz e i negoziatori Usa, Kushner e Witkoff. Oggi saranno raggiunti da altri leader.

L’Ucraina è pronta a rinunciare ad aderire alla Nato a patto che gli americani e gli europei si impegnino nelle garanzie di sicurezza. È questo il compromesso che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha messo sul tavolo delle trattative poco prima di incontrare a Berlino l’inviato americano, Steve Witkoff, e il genero del presidente degli Stati Uniti, Jared Kushner.

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