Vaccini, il primo produttore mondiale offre dosi gratis (ma nessuno le vuole)

Il più grande produttore al mondo di vaccini offre dosi gratis
Il Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini globale (nel mondo più di sei bambini su dieci hanno ricevuto almeno un suo vaccino), offre ormai gratuitamente dosi di vaccino anti-Covid «a chiunque voglia prenderle». Ma nel mondo l’offerta di vaccini è ormai troppo più grande della domanda.
«Abbiamo 200 milioni di dosi di stock. Abbiamo dovuto interrompere la produzione a dicembre», ha detto ieri Adar Poonawalla, l’amministratore delegato del gruppo, che prepara i vaccini della britannica AstraZeneca («La dose che ho fatto io era indiana» ha sottolineato ieri il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson in visita in questi giorni nella ex colonia), dell’americana Novavax e della russa Sputnik.
Il Serum Institute è uno dei principali fornitori del programma Onu Covax, che procura il farmaco a prezzi equi ai Paesi dai redditi più bassi. Proprio quelli, però, dove lo scetticismo nei confronti dei vaccini anti-Covid è ancora fortissimo (in Africa meno del 20% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale). Ma la richiesta dei vaccini sta inesorabilmente calando in tutto il mondo, se è vero che a marzo si sono somministrate complessivamente 104 milioni di dosi a settimana, contro le 212 milioni di dosi di gennaio.
Non sorprende che, in linea con quanto chiedono le principali aziende farmaceutiche che stanno rivendendo al ribasso i loro pur ricchi profitti per quest’anno, anche il Serum Institute insista sui richiami, chiedendo in particolare al governo indiano di rendere più breve l’intervallo tra la seconda e la terza dose, portandolo da nove a sei mesi.
OSSERVATORIO
Quello indiano è un osservatorio privilegiato per scrutare l’andamento della pandemia. Esattamente due anni fa, nel marzo del 2020, nel pieno della prima ondata, il governo di Narendra Modi aveva limitato l’esportazione di alcuni principi attivi usati per la produzione dei farmaci all’epoca più richiesti. Un anno dopo (marzo 2021) l’India frenava l’esportazione dei vaccini (anche di quelli destinati al Regno Unito) per far fronte all’aumento delle richieste tra i propri cittadini e il governo si accaparrava le dosi prodotte proprio dal Serum Institute e prenotate da altri Paesi.
È passato ancora un anno e la situazione si è completamente rovesciata: in giro per il mondo le dosi sono troppe (a metà aprile erano 2,3 miliardi quelle ancora in attesa di essere somministrate) e il sovranismo vaccinale sembra un lontano ricordo. Il gruppo Serum pensa comunque alle prossime eventuali crisi e sta lavorando ad un global pandemic treaty, una sorta di patto globale sulle pandemie che (de-globalizzazione permettendo) mira a promuovere un maggior coordinamento tra i Paesi detentori delle materie prime necessarie alla produzione di vaccini e farmaci, evitando il ripetersi di reazioni protezionistiche.