2024-01-24
Il Nautilus e il K-3. Sottomarini nucleari nelle acque della Guerra Fredda
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Il varo dell'USS «Nautilus» a Groton (Connecticut) nel gennaio 1954 (US Navy Archives)
Nel gennaio 1954 fu varato dalla Marina Usa il primo sommergibile nucleare del mondo. I sovietici risposero l'anno successivo. Non ingaggiarono mai battaglia, ma furono simboli dell'«era atomica» e della corsa tecnologica delle due superpotenze.Il sommergibile SSN-571 «Nautilus» fu il primo sottomarino nucleare della storia. Il suo varo, avvenuto 70 anni fa in piena Guerra Fredda, segnò un capitolo importante della tecnologia navale e del confronto tra le due superpotenze rivali, gli Usa e l’Urss. Il sottomarino della US Navy fu calato nelle acque del fiume Thames su cui si affacciavano i cantieri navali di Groton, nel Connecticut. La madrina fu la first lady Mamie Eisenhower, che tagliò il nastro di fronte alla folla di autorità civili e militari. I 98 metri di lunghezza dello scafo assaggiarono per la prima volta le acque gelide della costa nordamericana per rimanervi immerso per i 25 anni successivi.Simbolo della potenza a stelle e strisce a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’era atomica proseguì la sua corsa durante gli anni della sfida tra blocchi contrapposti trovando applicazione tanto in campo civile quanto militare. In quello navale, l’energia nucleare applicata ai motori rappresentava la frontiera, in quanto in grado di assicurare ai natanti da guerra velocità e autonomia impossibili con i propulsori tradizionali. Il progetto del Nautilus prese il via nel 1951 grazie alla sinergia tra la Marina degli Stati Uniti e la Commissione sull’energia atomica (AEC). Il progetto fu presentato al presidente Harry Truman nel mese di luglio e poco più tardi il Congresso diede il via libera alla costruzione, iniziata nel 1952. La progettazione del cuore atomico del sottomarino fu assegnata al colosso Westinghouse, che costruì il propulsore chiamato «S2W» o Submarine 2nd Generation Westinghouse. L’unità era in grado di sviluppare la potenza di 13.400Cv e spingere il sottomarino alla velocità massima di circa 43 Km/h (sia in superficie che in immersione), una caratteristica che lo rendeva praticamente immune agli attacchi di altri natanti e invisibile ai radar per la capacità di uscire rapidamente dalle zone inquadrate. Il Nautilus, con il suo equipaggio di 104 uomini agli ordini del comandante Eugene P.Wilkinson compì la prima sortita ufficiale soltanto un anno più tardi, il 17 gennaio 1955. Il fiore all’occhiello della Marina statunitense (e della Nato) percorse 1.381 miglia in 89,8 ore, il percorso più lungo in immersione, fino a quella data, da parte di un sottomarino alla più alta velocità sott’acqua mai registrata. In due anni di test, periodo nel quale fu sottoposto a simulazioni di guerra sottomarina che evidenziarono come fosse ormai lontana l’era delle battaglie tra sommergibili dell’ultimo conflitto mondiale, il sommergibile nucleare navigò per 60mila miglia toccando i porti americani e quelli dei Paesi alleati d’Europa. Fu anche in Italia, in una delle visite alle basi alleate nel Mediterraneo, approdando a La Spezia nell’ottobre del 1960.Il Nautilus non fu mai impiegato per scopi bellici né ingaggiò mai combattimenti con navi o sommergibili avversari. Fu ricordato soprattutto per un’impresa che segnò un record: l’attraversamento del Polo Nord in immersione sotto la calotta di ghiaccio dal Mare di Barrow alla Groenlandia. Dopo un tentativo infruttuoso nell’estate del 1957, l’impresa riuscì l’anno successivo. Il 1°agosto 1958 il sommergibile si immerse sotto il pack per riemergere nuovamente il 7 agosto al largo della Groenlandia. Ai comandi di William R.Anderson, il sottomarino nucleare navigò sotto i ghiacci per 96 ore coprendo una distanza di 2.940 chilometri guidato dal sistema di navigazione inerziale North American Aviation N6A-1, lo stesso montato sui missili balistici Navaho. Dopo aver coronato con il successo l’impresa del Polo Nord, il Nautilus fu sottoposto a revisione completa, con la sostituzione del nocciolo del reattore nel 1959. Proseguì la sua attività nella Sesta Flotta e partecipò nel 1962 al blocco navale di Cuba, uno dei momenti di massima tensione della Guerra fredda. Il Nautilus nel 1966 fu nuovamente revisionato quando aveva, a quel punto della sua carriera, percorso più di 500mila chilometri. Altri ne percorrerà fino al 1979: il 9 aprile partì da Groton, dove era stato varato nel 1954, per il suo ultimo viaggio verso la costa californiana. Al cantiere navale di Mare Island a Vallejo fu sottoposto alle pratiche di inattivazione del reattore ed infine radiato dal servizio il 3 marzo del 1980. Il Nautilus è stato dichiarato monumento nazionale e nel 1982 è tornato a Groton, sulle rive del fiume Thames dove era nato. E dove è in mostra ancora oggi. Come per la corsa allo spazio, durante la contrapposizione tra le superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica, la gara per il dominio tecnologico e militare si svolse anche nei mari. Se i sovietici partirono in vantaggio nella prima, con il successo dello Sputnik, gli americani risposero con il successo del Nautilus e del suo viaggio sotto la calotta artica. La competizione tra i due grandi blocchi nell’era atomica non fece attendere a lungo la risposta di Mosca al sommergibile americano dei record. Nel 1955, soltanto un anno dopo il varo del Nautilus, la Marina sovietica iniziò la costruzione del suo primo sottomarino nucleare, Il K-3 «Leniniskij Komsomol», intitolato alla gioventù sovietica leninista. Dotato di un propulsore nucleare raffreddato ad acqua simile a quello del rivale americano poteva sviluppare una potenza anche superiore, di ben 17.500 Cv. In immersione poteva raggiungere la velocità di 30,5 nodi (56 Km/h) ed era lungo 107,4 metri. Simile anche per numero di uomini di equipaggio al Nautilus, il K-3 fu utilizzato dalla Marina sovietica in modo simile al rivale americano. Nella corsa al dominio dei mari, anche il sommergibile sovietico puntò al Polo Nord in cerca di un primato che facesse eco nel mondo diviso in due. L’obiettivo fu centrato nel 1962 quando anche il K-3 raggiunse il Polo Nord Magnetico. La vita operativa del K-3 fu funestata da un gravissimo incidente avvenuto durante la navigazione nel Mare di Norvegia. L’8 settembre 1967 un incendio scoppiò nella sala dei siluri a causa di una scintilla che innescò i gas dei lubrificanti. Nonostante le procedure d'emergenza messe in atto correttamente dall'equipaggio, a causa dell'impianto antincendio a CO2 i morti asfissiati furono 39. Riparato, il sommergibile sovietico rimase in servizio di deterrenza e fu incaricato di seguire i movimenti dei sottomarini americani dotati di missili balistici. Il K-3, che portava il nome del padre della rivoluzione russa, andò in pensione con la Perestrojka di Michail Gorbaciov nel 1988. Il suo restauro e la sua esposizione come monumento era previsto per l'inizio del 2023. Ma un'altra guerra, oggi combattuta da Mosca contro l'Ucraina, ne ha causato il rinvio.