2020-11-04
«Usava il Ccf come suo bancomat». Cassazione, 6 anni e mezzo a Verdini
Condannato per il crac del Credito cooperativo fiorentino, si costituirà in carcere.La Cassazione ha condannato l'ex senatore Denis Verdini a sei anni e mezzo di reclusione nel processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino. Estinta per prescrizione la parte della condanna pari a quattro mesi per la truffa sui fondi dell'editoria. L'ex coordinatore nazionale di Forza Italia e poi dei moderati di Ala non attenderà alcun provvedimento, «affronterà la situazione e si costituirà in carcere», ha detto ieri il suo difensore, l'avvocato Franco Coppi. «Gli ho comunicato l'esito della sentenza», ha sottolineato il penalista, «e non possiamo nascondere l'amarezza per la decisione che arriva dopo che il Procuratore generale aveva chiesto un nuovo processo». Nel luglio del 2018 la Corte di Appello di Firenze aveva condannato Verdini a 6 anni e dieci mesi. In primo grado gli erano stati inflitti nove anni, poi ridotti per alcune prescrizioni legate ai reati di truffa sui fondi pubblici dell'editoria. Lunedì scorso il Procuratore generale della Suprema corte, Pasquale Fimiani, aveva chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado in quanto aveva ritenuto accertati alcuni fatti di bancarotta mentre su «numerosi altri episodi» riteneva necessario un ulteriore approfondimento. Secondo il Pg, inoltre, erano prescritti alcuni capi di imputazione relativi ai fondi sull'editoria. Evidentemente il collegio della Quinta sezione penale presieduto da Paolo Antonio Bruno ha ritenuto che ci fossero gli elementi per confermare quasi interamente il verdetto d'appello. Nessuna norma di quelle varate per sfoltire la popolazione carceraria e tenere sotto controllo il rischio di contagio da Covid può evitare il carcere per l'ex senatore. Il dl Ristori approvato la scorsa settimana prevede infatti che possono andare agli arresti domiciliari solo i detenuti in cella ai quali restano gli ultimi 18 mesi di pena da scontare. Verdini ha 69 anni e ha una condanna superiore ai cinque anni. I suoi guai giudiziari non sono ancora finiti: sempre a Firenze deve ancora celebrarsi il secondo grado di giudizio per la bancarotta della casa editrice de Il Giornale della Toscana. In primo grado, all'ex braccio destro di Silvio Berlusconi sono stati inflitti 4 anni e 4 mesi. La vicenda giudiziaria giunta al capolinea è invece quella relativa al fallimento del Credito cooperativo fiorentino, la banca di cui Verdini è stato presidente dal 1990 fino al crac del 2012, e per i contributi del fondo dell'editoria percepiti indebitamente dai suoi giornali editi da finte cooperative. I guai dell'ex Credito cooperativo fiorentino iniziarono nel 2010, con una prima ispezione della Banca d'Italia. La situazione economica dell'istituto era traballante: dopo due anni di amministrazione straordinaria, nel 2012 il tribunale di Firenze ne sentenziò il fallimento. Ma mentre l'attività, a garanzia dei risparmiatori, venne rilevata da Chianti Banca, i pm fiorentini aprirono un'inchiesta. Secondo le ipotesi dei pm, Verdini aveva usato la banca come un «bancomat» personale. Le indagini a questo punto si allargarono anche all'altra attività dell'ex senatore: il quotidiano Il Giornale della Toscana e i settimanali locali Metropoli. A editare questi giornali erano cooperative (la Società Toscana Edizioni srl e la Sette Mari scarl) che, sempre secondo le accuse, sarebbero servite a drenare i fondi pubblici. Il 15 luglio del 2014, il gup Fabio Frangini dispose il rinvio a giudizio di tutti gli imputati.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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