2024-02-06
Unicredit da record fa felici i soci. Ci sono le munizioni per un «colpo»
Tra dividendi e riacquisto di titoli propri, vengono distribuiti agli azionisti gli utili da 8,6 miliardi del 2023. Presenti altri 12 miliardi di capitale in eccesso. Orcel: acquisizioni? Solo se possono portarci altro valore.Mentre il mercato brinda agli ottimi risultati 2023 di Unicredit (+8,1% a 28,82 euro dopo il super utile da 8,6 miliardi) e l’amministratore delegato Andrea Orcel parla di «miglior anno di sempre», c’è una sola domanda che banchieri, analisti e addetti ai lavori continuano a farsi: cosa farà il manager ex Ubs e Merrill Lynch con i circa 12 miliardi di capitale in eccesso che si ritrova?Una termine lui l’ha fissato: «Dopo l’assemblea (in agenda il 12 aprile ndr) decideremo», ha chiarito, «perché è un impegno che fa riferimento ai prossimi tre anni». Le opzioni sono due: «Un’altra distribuzione agli azionisti oppure un’acquisizione». E su entrambe le ipotesi in campo ci ha tenuto a dare delle spiegazioni. La prima infatti sarebbe una prosecuzione della strategia che tante soddisfazioni sta dando adesso. Mentre è più articolata la spiegazioni sulle possibili operazioni di M&A: «In ognuno dei mercati dove siamo attivi», evidenzia Orcel, «guardiamo a tutte le opportunità che sono coerenti con la nostra strategia e l’Italia non è un’eccezione. Ce ne sono varie in Italia. Detto questo, non abbiamo trovato i valori o le condizioni generali per fare un’operazione nelle nostre metriche e, quindi, non ci siamo mossi [...] nel futuro si vedrà». L’obiettivo del banchiere è quello di non dare troppo spazio alle speculazioni. L’ultima riguarda la Popolare di Sondrio, ma è inutile negare che resta forte la tentazione di associare di nuovo Unicredit al Monte dei Paschi di Siena. Dopo il «grande no» di fine 2021 infatti Siena è diventata un’altra banca. Si attendono con ansia i prossimi risultati e ritorno al dividendo e il Tesoro ha smobilizzato il 25% del capitale sociale attraverso una operazione di vendita accelerata riservata ad investitori istituzionali. Oggi detiene il 39% dell’istituto toscano. Insomma, il boccone è sicuramente più digeribile. E i tempi stringono, visto che questa volta il Mef ha davvero iniziato un processo di privatizzazione che, secondo gli accordi con l’Ue, dovrà rimettere la banca nelle mani del mercato entro il 2024. Novità dunque sono attese nei prossimi mesi. Ma, come dicevamo, Orcel è rimasto molto cauto. «In questo momento», ha evidenziato ancora, «nei nostri mercati principali vediamo poche opportunità che ci permettono di conseguire valore». E le migliori sembrano ancora quelle nel Centro Est Europa dove di recente l’istituto ha messo a segno l’operazione con Alpha in Grecia e in Romania. Del resto i risultati gli danno ragione. «Il quarto trimestre (1,9 miliardi il risultato) è stato il dodicesimo consecutivo di una crescita di qualità e redditizia», ha voluto ricordare l’ad, «prova incontestabile della nostra strategia unica e vincente». Come detto i conti sono da record: l’utile (da 8,6 miliardi) è cresciuto di oltre il 50% e ha battuto le attese degli analisti. I profitti sono destinati per il 100% agli azionisti con 5,6 miliardi in riacquisto azioni e 3 miliardi in cedola. A dare sostanza ai risultati, i ricavi totali per quasi 24 miliardi, sostenuti dal margine di interesse pari a 14 miliardi e da commissioni per 7,5 miliardi che limitano lo scenario macroeconomico avverso. Inutile nascondere che, così come successo per le altre banche, una parte consistente dei profitti arrivano dalle politiche di alti tassi di interesse della Bce che hanno consentito ampi margini di guadagno sugli impieghi, mentre le remunerazioni dei conti correnti sono rimaste praticamente immutate. Tant’è che il governo aveva anche deciso di tassare i cosiddetti extraprofitti. Ma non c’è solo il 2023. Perché i soci possono sorridono anche in previsione del 2024 con la banca che introduce un acconto dividendo e riacquisto azioni proprie per una distribuzione totale di circa 10 miliardi nell’anno solare e ad un rendimento da dividendo di circa il 10%. Morale della favola, il 2024 è atteso in linea con l’anno appena concluso. E Orcel sembra voler dire che non è finita qui. «Se da un lato», evidenzia, «abbiamo superato di gran lunga le ambizioni previste dal piano, il nostro percorso è tutt’altro che terminato». Restando ai soci, va evidenziato che l’accantonamento del dividendo aumenterà al 40% dell’utile netto (rispetto al 35% sul 2023), con la parte restante del payout dei profitti che avverrà nella forma di riacquisti di azioni proprie. La ripartizione finale, tra dividendi e riacquisto di azioni proprie, dipenderà dalle condizioni del mercato e sarà decisa dopo i risultati del 2024, insieme alla decisione finale sulle distribuzioni. Resta, comunque, sempre aperto il nodo della Russia su cui il gruppo prosegue a tagliare l’esposizione. La riduzione cross border(fuori confine) è arrivata «a più del 90%, mentre le attività locali sono state ridotte tra il 50 e il 60%».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.