2021-02-02
Un’altra tegola sul mediatore d’oro: a giudizio per la truffa sulle pensioni
Accertamenti anche su un investimento immobiliare fatto da Daniele Guidi col socio Andrea Vincenzo Tommasi.Dalla presunta cresta sulle mascherine alla truffa sui fondi pensione. Le tegole sul gruppo di mediatori indagati perla maxi commessa da 1,25 miliardi non finiscono mai. Nei giorni scorsi Daniele Guidi, ex amministratore delegato e direttore generale del credito industriale sammarinese (Cis), è stato rinviato a giudizio dagli inquirenti del Monte Titano per aver ingannato l'organismo di gestione della previdenza dell'Iss, l'Istituto per la sicurezza sociale di San Marino, inducendo i suoi componenti ad aderire a offerte di investimento garantite da fondi in banche esotiche. Il procedimento va a sommarsi agli altri in cui è finito Guidi prima di trasformarsi in un trader di dispositivi di protezione. Stiamo parlando della fornitura da 801 milioni di pezzi, pagata dalla struttura del commissario Domenico Arcuri 1,25 miliardi di euro e per la quale le ditte cinesi avrebbero versato almeno 72 milioni di provvigioni (anche se dalle mail sequestrate agli indagati sembrerebbero molto più cospicue). Dalla cabina di comando della Banca Cis, istituto finito a gambe all'aria nel 2019, Guidi (sotto inchiesta anche per la bancarotta dell'istituto) avrebbe messo in atto, «sulla base di condizioni mendaci», secondo il Commissario della Legge (che nel sistema giudiziario di San Marino rappresenta l'accusa), un trucco col denaro destinato alle pensioni dei lavoratori sammarinesi, che la Procura di San Marino definisce un «misfatto continuato di truffa». Secondo i capi d'accusa, lo stratagemma, «tramite raggiri», si legge nel documento che dispone il giudizio, consisteva nel proporre come sottostante, a operazioni di pronti contro termine, effetti finanziari in realtà non disponibili né al momento della proposta né a quello della sottoscrizione, perché già impegnati a garanzia vincolata da terzi creditori. Una trovata che avrebbe dato la possibilità al banchiere di migliorare gli indici di liquidità della banca. Ma di quanto denaro si tratta? Tra settembre e dicembre 2018, a fronte di quattro proposte di investimento firmate da Daniele Guidi, vi sarebbero state altrettante assegnazioni da parte del Consiglio, per un totale di oltre 60 milioni di euro, solo «apparentemente garantiti». I titoli utilizzati dalla banca, stando all'accusa, non erano liberi, ma subdepositati su dossier accesi con due controparti estere: la Efg Bank &trust Bahamas e la Efg Luxembourg. Insomma a garanzia dei fondi pensione c'erano sottodepositi nei paradisi fiscali. Ovviamente è finito nei guai anche l'istituto di credito, rinviato a giudizio per i reati contestati a Guidi, in base a una legge del 2013 sulla responsabilità giuridica delle società. Il danno per l'Istituto per la sicurezza sociale sarebbe derivato quindi, è scritto nel documento che dispone il giudizio, «dall'investimento di risorse previdenziali in operazioni finanziarie prive della rappresentata garanzia di rimborso e in assenza di un sottostante corrispondente pattuito e di conseguenza direttamente esposte al rischio di insolvenza della Banca Cis». Le proposte di investimento acquisite dai magistrati sono tutte firmate da Guidi tra il settembre e il dicembre 2018.Ora si attende la designazione del magistrato che dovrà presiedere il processo e la fissazione della prima udienza davanti ai giudici del Tribunale sammarinese. Il Consiglio per la previdenza si è costituito parte civile, sostenendo l'intenzione di «portare il proprio contributo», si legge in una nota, «all'accertamento dei fatti e delle responsabilità sul piano giudiziario, arrivando a comminare le pene conseguenti alla gravità dei reati commessi, in questa vicenda criminosa con cui sono state derubate ingenti risorse del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti». Ma a San Marino i guai per il mediatore delle mascherine, oltre alla bancarotta dell'istituto di credito e al trucco sui fondi pensione, non sono finiti: i magistrati stanno approfondendo un affare immobiliare in cui Guidi sarebbe protagonista insieme a un altro degli intermediari tra i cinesi e la struttura del commissario per l'emergenza: Andrea Vincenzo Tommasi, proprietario della Sunsky srl di Milano. E se secondo i magistrati romani Guidi e Tommasi avrebbero «curato l'aspetto organizzativo e in particolare i numerosi voli aerei necessari per convogliare in Italia» l'ingente quantitativo di mascherine, «compiendo i necessari investimenti», a San Marino, invece, gli inquirenti sono concentrati su un contratto di consulenza tra la Sunsky e la banca Cis che risale al novembre 2016. Al centro del nuovo filone c'è la cessione di un villaggio vacanze da parte di un cliente moroso del Cis. Per trovare l'acquirente Guidi ingaggiò proprio Tommasi. Il compenso? Al 3 per cento del controvalore della mediazione per un massimo di 500.000 euro (che sarà l'importo finale). Per capire se fosse plausibile il pagamento di quella somma per quel tipo di consulenza gli inquirenti hanno chiesto il contratto e altri documenti all'ufficio antiriciclaggio.
Jose Mourinho (Getty Images)