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2020-08-04
Una sola giornata di treni dimezzati è costata 10 milioni al comparto
Ansa
Il gran pasticcio sul distanziamento sui treni nella prima settimana di esodo vacanziero ha lasciato a piedi i passeggeri ma rischia di costare caro alle società che gestiscono il traffico dell'Alta Velocità. Secondo le prime stime degli operatori del settore, parliamo di almeno 10 milioni tra rimborsi alla clientela e costi di preparazione. I danni indiretti potrebbero essere anche di più senza contare l'incertezza regolatoria che ora sta mandando in tilt anche il traffico regionale.
Il caos è stato generato, ricordiamolo, dal contrordine arrivato per decreto dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha imposto di tornare al riempimento al 50 per cento. Un cambio in corsa che ha colto di sorpresa le compagnie ferroviarie, le quali nel giro di 24 ore avevano prima riaperto le vendite al 100% dei posti disponibili, e poi richiuso le prenotazioni. Proprio in quella finestra si sono collegati ai portali migliaia di passeggeri, nella speranza di trovare finalmente un posto, spessissimo per il Sud in vista delle vacanze. Gli stessi si sono trovati invece con un avviso di cancellazione. Solo i clienti di Italo, in questa situazione, sono stati 8.000, con otto convogli annullati di colpo visto il poco tempo a disposizione per aggiungerne di nuovi e diluire le partenze. Il conto è salato: sarebbero stati persi 3 milioni, solo per Ntv. Trenitalia, invece, ha deciso diversamente, sostenendo di voler «garantire il viaggio a tutti i passeggeri, magari ricollocandoli in altre classi nel rispetto delle regole sul distanziamento» o indirizzandoli su altri convogli in orari simili. Ma l'impatto ci sarà anche per la società del gruppo Fs controllato dal Tesoro (che rischia così di incassare dividendi meno generosi, anche alla luce dell'effetto Covid). La mancata vendita di biglietti, non solo delle Frecce, durante il lockdown ha infatti già comportato una perdita di 10 milioni al giorno, con un rosso che solo a marzo e aprile vale 500 milioni di fatturato in meno e che proiettato su tutto l'anno arriverebbe a 2 miliardi. Quanto all'Alta Velocità privata, intervenendo a Stasera Italia il vicepresidente esecutivo di Italo-Ntv Flavio Cattaneo, ha espresso «sconcerto» ricordando come in queste settimane, «abbiamo discusso con i ministeri, abbiamo investito, nonostante i nostri conti siano stati massacrati, il nostro personale a bordo sanifica ogni volta che scende un passeggero». Insomma, «eravamo tranquilli di avere adottato tutto quello che prevedevano le regole e abbiamo venduto i biglietti». Poi si è scatenato un putiferio» con una ordinanza «che dice l'esatto contrario di 15 giorni fa». Questo, osserva «non è un modo serio di procedere» anche perché «noi nel lockdown abbiamo perso il 95% del fatturato».
Di certo, «cambiare le regole in corsa non permette di fare ripartire l'Italia e il turismo. Ci vuole certezza e distruggere milioni di euro di business ad un settore che ha già sofferto tantissimo la crisi non é la scelta giusta», sottolinea alla Verità il professore di Economia dei Trasporti dell'Università Bicocca, Andrea Giuricin. E il caos è destinato a continuare. Ieri, infatti, era praticamente sold out tutti i biglietti sui Frecciarossa in partenza da Milano per il Sud Italia del prossimo fine settimana.
Nel frattempo, cosa succederà sui treni regionali? La Lombardia va avanti con la sua ordinanza che permette la piena occupazione dei posti a sedere ma è convinta che «giovedì si potrà trovare un accordo con il governo in sede di conferenza Stato-Regioni». Il Piemonte, dove il distanziamento sui treni regionali non esiste più dal 10 luglio, «non è nelle condizioni di reintrodurlo», ha detto l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi che sta aspettando un parere dell'avvocatura per interpretare l'ordinanza del ministro Speranza, «anche se noi sembra piuttosto chiara. Ci faremo sentire presso il governo affinché la situazione venga sanata».
Quanto alla politica, nella maggioranza restano gli strascichi dello scontro che sarebbe avvenuto sabato tra il ministro Speranza - a suo dire non informato del via libera al 100% dei posti sui treni - e la collega Paola De Micheli. Che ieri ha precisato: «L'8 luglio abbiamo mandato al ministro della Sanità, alla presidenza del Consiglio, alla Conferenza e ad alcuni soggetti istituzionali» l'ipotesi di una deroga al distanziamento per le compagnie ferroviarie che «non prevedeva il riempimento al 100% dei posti», bensì «un maggiore riempimento rispetto all'attuale 50% e che sarebbe potuto arrivare tra il 70-75% con alcune regole di protezione sui passeggeri molto forti. Quando le aziende potevano realizzare queste novità ci siamo trovati di fronte ad un quadro epidemiologico mutato con qualche contagio in più e una curva in salita».
Insomma, regna l'incertezza. L'autonomia regionale non dovrebbe rendere le eventuali nuove linee guida obbligatorie per i governatori. Ma domani il Comitato tecnico scientifico affronterà la questione dei trasporti rivalutando tutte le indicazioni allegate al dpcm del 14 luglio. Inoltre si aspetta un parere sul trasporto scolastico, che è un tema a sé: oggi i tecnici del Mit presenteranno al Cts le proposte per settembre.
E ora si rischia il taglio pure sui voli
Il Comitato tecnico scientifico è pronto a chiedere il distanziamento anche sugli aerei. Secondo le ultime indiscrezioni, il Cts punta infatti a uniformare le regole su tutto il territorio nazionale e per tutti i mezzi di trasporto già da domani, o al più tardi giovedì, dopo le polemiche sui convogli dell'alta velocità a capienza dimezzata e soprattutto dopo il pressing dei ministri Paola De Micheli e Roberto Speranza. Nella riunione imminente la discussione si concentrerà, dunque, anche sulle misure anti contagio in cabina. L'idea sarebbe quella di realizzare in tempi stretti una revisione complessiva delle disposizioni relative alla sicurezza. Facendo tremare compagnie aeree e anche le società di gestione aeroportuale che devono già fare i conti con gli effetti devastanti del lockdown e della pandemia globale che ha mandato in stallo il traffico internazionale.
Oggi a bordo dei velivoli non c'è distanziamento e nessun posto vuoto, accusano però dai vertici delle aziende ferroviarie. Sottolineando che come per gli aerei anche i treni abbiano un sistema di areazione adeguato e approvato dal Mit, con il vantaggio di poter utilizzare aria esterna e non solo il ricircolo. Proprio per questo giovedì finiranno sul tavolo le deroghe concesse alle compagnie aeree.
Dal 15 giugno gli aerei possono volare a pieno carico. Il governo aveva infatti rivisto una iniziale posizione più rigida, adeguandosi alle linee guida dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) e riallineando così il nostro Paese al resto del continente. Se interverrà il Cts, il rischio è quindi che si scateni lo stesso caos delle ferrovie per i passeggeri che hanno prenotato un posto a bordo degli aeromobili che coprono le tratte estive, come la Roma-Palermo, la Milano-Pantelleria, la Roma-Bari e la Milano-Alghero. Ryanair, che vola per esempio da Orio al Serio alla Sardegna, è pronta a rimanere a terra se verrà reintrodotto l'obbligo dei sedili vuoti. Sui voli domestici, ricorda un articolo del Messaggero, Alitalia registra in media un'occupazione dei posti del 60 per cento: sulla Roma-Milano il vettore utilizza principalmente gli airbus 319 e 321, con rispettivamente 140 e 200 posti a disposizione circa, che al momento risultano pieni per metà, dunque in questo caso il problema del distanziamento per adesso non si pone, e lo stesso vale per la Roma-Venezia, mentre sulla Milano-Palermo o la Roma-Alghero, coperte sempre dagli airbus, l'indice di riempimento arriva al 90-100 per cento in questi giorni di agosto.
Il motivo principale che ha spinto gli esperti del Comitato tecnico scientifico ad autorizzare le compagnie aree a riempire gli aerei è che i sedili non consentono mai di viaggiare faccia a faccia. Il decreto spiega, inoltre, che l'obbligo di distanziamento interpersonale è in vigore, a meno che «l'aria a bordo sia rinnovata ogni tre minuti, i flussi siano verticali e siano adottati i filtri Hepa (High efficiency particulate air), in quanto tali precauzioni consentono una elevatissima purificazione dell'aria». Requisito soddisfatto da quasi tutti gli aerei che volano in Italia: gli Embraer, gli Airbus e i Boeing. A bordo degli aeromobili è obbligatorio inoltre indossare la mascherina, cambiandola ogni quattro ore di volo, e prima dell'imbarco viene comunque misurata la temperatura corporea.
Ma se il Cts deciderà la stretta anche nei cieli, la compagnia di bandiera sarà costretta ad aumentare i collegamenti o a utilizzare aeromobili più capienti. Mentre sul fronte dei low cost, le prime rotte a saltare con il distanziamento potrebbero essere la Orio al Serio-Napoli e la Roma-Cagliari effettuate da Ryanair. Diversa la questione per i voli internazionali in arrivo o in partenza dall'Italia, che in media viaggiano con un terzo dei posti occupati.
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Il caos distanziamenti creato dal duo De Micheli-Speranza, oltre a migliaia di turisti, ha colpito anche Trenitalia e Ntv, già fiaccati dal lockdown. La Lombardia tratta con il governo, mentre il Piemonte resta sul piede di guerra.Il comitato di esperti deve decidere se ridurre i posti sugli aerei, nonostante in quota ci siano i livelli di sicurezza maggiori. Le low cost pronte a fare saltare i collegamenti.Lo speciale contiene due articoli.Il gran pasticcio sul distanziamento sui treni nella prima settimana di esodo vacanziero ha lasciato a piedi i passeggeri ma rischia di costare caro alle società che gestiscono il traffico dell'Alta Velocità. Secondo le prime stime degli operatori del settore, parliamo di almeno 10 milioni tra rimborsi alla clientela e costi di preparazione. I danni indiretti potrebbero essere anche di più senza contare l'incertezza regolatoria che ora sta mandando in tilt anche il traffico regionale. Il caos è stato generato, ricordiamolo, dal contrordine arrivato per decreto dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha imposto di tornare al riempimento al 50 per cento. Un cambio in corsa che ha colto di sorpresa le compagnie ferroviarie, le quali nel giro di 24 ore avevano prima riaperto le vendite al 100% dei posti disponibili, e poi richiuso le prenotazioni. Proprio in quella finestra si sono collegati ai portali migliaia di passeggeri, nella speranza di trovare finalmente un posto, spessissimo per il Sud in vista delle vacanze. Gli stessi si sono trovati invece con un avviso di cancellazione. Solo i clienti di Italo, in questa situazione, sono stati 8.000, con otto convogli annullati di colpo visto il poco tempo a disposizione per aggiungerne di nuovi e diluire le partenze. Il conto è salato: sarebbero stati persi 3 milioni, solo per Ntv. Trenitalia, invece, ha deciso diversamente, sostenendo di voler «garantire il viaggio a tutti i passeggeri, magari ricollocandoli in altre classi nel rispetto delle regole sul distanziamento» o indirizzandoli su altri convogli in orari simili. Ma l'impatto ci sarà anche per la società del gruppo Fs controllato dal Tesoro (che rischia così di incassare dividendi meno generosi, anche alla luce dell'effetto Covid). La mancata vendita di biglietti, non solo delle Frecce, durante il lockdown ha infatti già comportato una perdita di 10 milioni al giorno, con un rosso che solo a marzo e aprile vale 500 milioni di fatturato in meno e che proiettato su tutto l'anno arriverebbe a 2 miliardi. Quanto all'Alta Velocità privata, intervenendo a Stasera Italia il vicepresidente esecutivo di Italo-Ntv Flavio Cattaneo, ha espresso «sconcerto» ricordando come in queste settimane, «abbiamo discusso con i ministeri, abbiamo investito, nonostante i nostri conti siano stati massacrati, il nostro personale a bordo sanifica ogni volta che scende un passeggero». Insomma, «eravamo tranquilli di avere adottato tutto quello che prevedevano le regole e abbiamo venduto i biglietti». Poi si è scatenato un putiferio» con una ordinanza «che dice l'esatto contrario di 15 giorni fa». Questo, osserva «non è un modo serio di procedere» anche perché «noi nel lockdown abbiamo perso il 95% del fatturato».Di certo, «cambiare le regole in corsa non permette di fare ripartire l'Italia e il turismo. Ci vuole certezza e distruggere milioni di euro di business ad un settore che ha già sofferto tantissimo la crisi non é la scelta giusta», sottolinea alla Verità il professore di Economia dei Trasporti dell'Università Bicocca, Andrea Giuricin. E il caos è destinato a continuare. Ieri, infatti, era praticamente sold out tutti i biglietti sui Frecciarossa in partenza da Milano per il Sud Italia del prossimo fine settimana. Nel frattempo, cosa succederà sui treni regionali? La Lombardia va avanti con la sua ordinanza che permette la piena occupazione dei posti a sedere ma è convinta che «giovedì si potrà trovare un accordo con il governo in sede di conferenza Stato-Regioni». Il Piemonte, dove il distanziamento sui treni regionali non esiste più dal 10 luglio, «non è nelle condizioni di reintrodurlo», ha detto l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi che sta aspettando un parere dell'avvocatura per interpretare l'ordinanza del ministro Speranza, «anche se noi sembra piuttosto chiara. Ci faremo sentire presso il governo affinché la situazione venga sanata». Quanto alla politica, nella maggioranza restano gli strascichi dello scontro che sarebbe avvenuto sabato tra il ministro Speranza - a suo dire non informato del via libera al 100% dei posti sui treni - e la collega Paola De Micheli. Che ieri ha precisato: «L'8 luglio abbiamo mandato al ministro della Sanità, alla presidenza del Consiglio, alla Conferenza e ad alcuni soggetti istituzionali» l'ipotesi di una deroga al distanziamento per le compagnie ferroviarie che «non prevedeva il riempimento al 100% dei posti», bensì «un maggiore riempimento rispetto all'attuale 50% e che sarebbe potuto arrivare tra il 70-75% con alcune regole di protezione sui passeggeri molto forti. Quando le aziende potevano realizzare queste novità ci siamo trovati di fronte ad un quadro epidemiologico mutato con qualche contagio in più e una curva in salita». Insomma, regna l'incertezza. L'autonomia regionale non dovrebbe rendere le eventuali nuove linee guida obbligatorie per i governatori. Ma domani il Comitato tecnico scientifico affronterà la questione dei trasporti rivalutando tutte le indicazioni allegate al dpcm del 14 luglio. Inoltre si aspetta un parere sul trasporto scolastico, che è un tema a sé: oggi i tecnici del Mit presenteranno al Cts le proposte per settembre. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/una-sola-giornata-di-treni-dimezzati-e-costata-10-milioni-al-comparto-2646872603.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="e-ora-si-rischia-il-taglio-pure-sui-voli" data-post-id="2646872603" data-published-at="1596476686" data-use-pagination="False"> E ora si rischia il taglio pure sui voli Il Comitato tecnico scientifico è pronto a chiedere il distanziamento anche sugli aerei. Secondo le ultime indiscrezioni, il Cts punta infatti a uniformare le regole su tutto il territorio nazionale e per tutti i mezzi di trasporto già da domani, o al più tardi giovedì, dopo le polemiche sui convogli dell'alta velocità a capienza dimezzata e soprattutto dopo il pressing dei ministri Paola De Micheli e Roberto Speranza. Nella riunione imminente la discussione si concentrerà, dunque, anche sulle misure anti contagio in cabina. L'idea sarebbe quella di realizzare in tempi stretti una revisione complessiva delle disposizioni relative alla sicurezza. Facendo tremare compagnie aeree e anche le società di gestione aeroportuale che devono già fare i conti con gli effetti devastanti del lockdown e della pandemia globale che ha mandato in stallo il traffico internazionale. Oggi a bordo dei velivoli non c'è distanziamento e nessun posto vuoto, accusano però dai vertici delle aziende ferroviarie. Sottolineando che come per gli aerei anche i treni abbiano un sistema di areazione adeguato e approvato dal Mit, con il vantaggio di poter utilizzare aria esterna e non solo il ricircolo. Proprio per questo giovedì finiranno sul tavolo le deroghe concesse alle compagnie aeree. Dal 15 giugno gli aerei possono volare a pieno carico. Il governo aveva infatti rivisto una iniziale posizione più rigida, adeguandosi alle linee guida dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) e riallineando così il nostro Paese al resto del continente. Se interverrà il Cts, il rischio è quindi che si scateni lo stesso caos delle ferrovie per i passeggeri che hanno prenotato un posto a bordo degli aeromobili che coprono le tratte estive, come la Roma-Palermo, la Milano-Pantelleria, la Roma-Bari e la Milano-Alghero. Ryanair, che vola per esempio da Orio al Serio alla Sardegna, è pronta a rimanere a terra se verrà reintrodotto l'obbligo dei sedili vuoti. Sui voli domestici, ricorda un articolo del Messaggero, Alitalia registra in media un'occupazione dei posti del 60 per cento: sulla Roma-Milano il vettore utilizza principalmente gli airbus 319 e 321, con rispettivamente 140 e 200 posti a disposizione circa, che al momento risultano pieni per metà, dunque in questo caso il problema del distanziamento per adesso non si pone, e lo stesso vale per la Roma-Venezia, mentre sulla Milano-Palermo o la Roma-Alghero, coperte sempre dagli airbus, l'indice di riempimento arriva al 90-100 per cento in questi giorni di agosto. Il motivo principale che ha spinto gli esperti del Comitato tecnico scientifico ad autorizzare le compagnie aree a riempire gli aerei è che i sedili non consentono mai di viaggiare faccia a faccia. Il decreto spiega, inoltre, che l'obbligo di distanziamento interpersonale è in vigore, a meno che «l'aria a bordo sia rinnovata ogni tre minuti, i flussi siano verticali e siano adottati i filtri Hepa (High efficiency particulate air), in quanto tali precauzioni consentono una elevatissima purificazione dell'aria». Requisito soddisfatto da quasi tutti gli aerei che volano in Italia: gli Embraer, gli Airbus e i Boeing. A bordo degli aeromobili è obbligatorio inoltre indossare la mascherina, cambiandola ogni quattro ore di volo, e prima dell'imbarco viene comunque misurata la temperatura corporea. Ma se il Cts deciderà la stretta anche nei cieli, la compagnia di bandiera sarà costretta ad aumentare i collegamenti o a utilizzare aeromobili più capienti. Mentre sul fronte dei low cost, le prime rotte a saltare con il distanziamento potrebbero essere la Orio al Serio-Napoli e la Roma-Cagliari effettuate da Ryanair. Diversa la questione per i voli internazionali in arrivo o in partenza dall'Italia, che in media viaggiano con un terzo dei posti occupati.
La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina
Il tema di quest’anno, Angeli e Demoni, ha guidato il percorso visivo e narrativo dell’evento. Il manifesto ufficiale, firmato dal torinese Antonio Lapone, omaggia la Torino magica ed esoterica e il fumetto franco-belga. Nel visual, una cosplayer attraversa il confine tra luce e oscurità, tra bene e male, tra simboli antichi e cultura pop moderna, sfogliando un fumetto da cui si sprigiona luce bianca: un ponte tra tradizione e innovazione, tra arte e narrazione.
Fumettisti e illustratori sono stati il cuore pulsante dell’Oval: oltre 40 autori, tra cui il cinese Liang Azha e Lorenzo Pastrovicchio della scuderia Disney, hanno accolto il pubblico tra sketch e disegni personalizzati, conferenze e presentazioni. Primo Nero, fenomeno virale del web con oltre 400.000 follower, ha presentato il suo debutto editoriale con L’Inkredibile Primo Nero Show, mentre Sbam! e altre case editrici hanno ospitato esposizioni, reading e performance di autori come Giorgio Sommacal, Claudio Taurisano e Vince Ricotta, che ha anche suonato dal vivo.
Il cosplay ha confermato la sua centralità: più di 120 partecipanti si sono sfidati nella tappa italiana del Nordic Cosplay Championship, con Carlo Visintini vincitore e qualificato per la finale in Svezia. Parallelamente, il propmaking ha permesso di scoprire il lavoro artigianale dietro armi, elmi e oggetti scenici, rivelando la complessità della costruzione dei personaggi.
La musica ha attraversato generazioni e stili. La Battle of the Bands ha offerto uno spazio alle band emergenti, mentre le icone delle sigle tv, Giorgio Vanni e Cristina D’Avena, hanno trasformato l’Oval in un grande palco popolare, richiamando migliaia di fan. Non è mancato il K-pop, con workshop, esibizioni e karaoke coreano, che ha coinvolto i più giovani in una dimensione interattiva e partecipativa. La manifestazione ha integrato anche dimensioni educative e culturali. Il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha esplorato il ruolo della matematica nei fumetti, mostrando come concetti scientifici possano dialogare con la narrazione visiva. Lo chef Carlo Mele, alias Ojisan, ha illustrato la relazione tra cibo e animazione giapponese, trasformando piatti iconici degli anime in esperienze reali. Il pubblico ha potuto immergersi nella magia del Villaggio di Natale, quest’anno allestito nella Casa del Grinch, tra laboratori creativi, truccabimbi e la Christmas Elf Dance, mentre l’area games e l’area videogames hanno offerto tornei, postazioni libere e spazi dedicati a giochi indipendenti, modellismo e miniature, garantendo una partecipazione attiva e immersiva a tutte le età.
Con 28.000 visitatori in due giorni, Xmas Comics & Games conferma la propria crescita come festival della cultura pop, capace di unire creatività, spettacolo e narrazione, senza dimenticare la componente sociale e educativa. Tra fumetti, cosplay, musica e gioco, Torino è diventata il punto d’incontro per chi vuole vivere in prima persona il racconto pop contemporaneo, dove ogni linguaggio si intreccia e dialoga con gli altri, trasformando la fiera in una grande esperienza culturale condivisa.
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i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
La Somalia è intrappolata in una spirale di instabilità sempre più profonda: un’insurrezione jihadista in crescita, un apparato di sicurezza inefficiente, una leadership politica divisa e la competizione tra potenze vicine che alimenta rivalità interne. Il controllo effettivo del governo federale si riduce ormai alla capitale e a poche località satelliti, una sorta di isola amministrativa circondata da gruppi armati e clan in competizione. L’esercito nazionale, logorato, frammentato e privo di una catena di comando solida, non è in grado di garantire la sicurezza nemmeno sulle principali rotte commerciali che costeggiano il Paese. In queste condizioni, il collasso dell’autorità centrale e la caduta di Mogadiscio nelle mani di gruppi ostili rappresentano scenari sempre meno remoti, con ripercussioni dirette sulla navigazione internazionale e sulla sicurezza regionale.
La pirateria somala, un tempo contenuta da pattugliamenti congiunti e operazioni navali multilaterali, è oggi alimentata anche dal radicamento di milizie jihadiste che controllano vaste aree dell’entroterra. Questi gruppi, dopo anni di scontri contro il governo federale e di brevi avanzate respinte con l’aiuto delle forze speciali straniere, hanno recuperato terreno e consolidato le proprie basi logistiche proprio lungo i corridoi costieri. Da qui hanno intensificato sequestri, assalti e sabotaggi, colpendo infrastrutture critiche e perfino centri governativi di intelligence. L’attacco del 2025 contro una sede dei servizi somali, che portò alla liberazione di decine di detenuti, diede il segnale dell’audacia crescente di questi movimenti.
Le debolezze dell’apparato statale restano uno dei fattori decisivi. Nonostante due decenni di aiuti, investimenti e programmi di addestramento militare, le forze somale non riescono a condurre operazioni continuative contro reti criminali e gruppi jihadisti. Il consumo interno di risorse, la corruzione diffusa, i legami di fedeltà clanici e la dipendenza dall’Agenzia dell’Unione africana per il supporto alla sicurezza hanno sgretolato ogni tentativo di riforma. Nel frattempo, l’interferenza politica nella gestione della missione internazionale ha sfiancato i donatori, ridotto il coordinamento e lasciato presagire un imminente disimpegno. A questo si aggiungono le tensioni istituzionali: modifiche costituzionali controverse, una mappa federale contestata e tentativi percepiti come manovre per prolungare la permanenza al potere della leadership attuale hanno spaccato la classe politica e paralizzato qualsiasi risposta comune alla minaccia emergente. Mentre i vertici si dividono, le bande armate osservano, consolidano il controllo del territorio e preparano nuovi colpi contro la navigazione e le città costiere. Sul piano internazionale cresce il numero di governi che, temendo un collasso definitivo del sistema federale, sondano discretamente la possibilità di una trattativa con i gruppi armati. Ma l’ipotesi di una Mogadiscio conquistata da milizie che già controllano ampie aree della costa solleva timori concreti: un ritorno alla pirateria sistemica, attacchi oltre confine e una spirale di conflitti locali che coinvolgerebbe l’intero Corno d’Africa.
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Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)
Un elemento significativo di queste elezioni presidenziali è stata l’elevata affluenza alle urne, che si è rivelata in aumento del 38% rispetto al 2021. Quelle di ieri sono infatti state le prime elezioni tenute dopo che, nel 2022, è stato introdotto il voto obbligatorio. La vittoria di Kast ha fatto da contraltare alla crisi della sinistra cilena. Il presidente uscente, Gabriel Boric, aveva vinto quattro anni fa, facendo leva soprattutto sull’impopolarità dell’amministrazione di centrodestra, guidata da Sebastián Piñera. Tuttavia, a partire dal 2023, gli indici di gradimento di Boric sono iniziati a crollare. E questo ha danneggiato senza dubbio la Jara, che è stata ministro del Lavoro fino allo scorso aprile. Certo, Kast si accinge a governare a fronte di un Congresso diviso: il che potrebbe rappresentare un problema per alcune delle sue proposte più incisive. Resta tuttavia il fatto che la sua vittoria ha avuto dei numeri assai significativi.
«La vittoria di Kast in Cile segue una serie di elezioni in America Latina che negli ultimi anni hanno spostato la regione verso destra, tra cui quelle in Argentina, Ecuador, Costa Rica ed El Salvador», ha riferito la Bbc. Lo spostamento a destra dell’America Latina è una buona notizia per la Casa Bianca. Ricordiamo che, alcuni giorni fa, Washington a pubblicato la sua nuova strategia di sicurezza nazionale: un documento alla cui base si registra il rilancio della Dottrina Monroe. Per Trump, l’obiettivo, da questo punto di vista, è duplice. Innanzitutto, punta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare. In secondo luogo, mira ad arginare l’influenza geopolitica della Cina sull’Emisfero occidentale. Vale a tal proposito la pena di ricordare che Boric, negli ultimi anni, ha notevolmente avvicinato Santiago a Pechino. Una linea che, di certo, a Washington non è stata apprezzata.
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