2024-03-08
Ultima spallata alla difesa della vita. Le ostetriche chiedono l’Ivg totale
Le infermiere vogliono praticare ogni tipo di interruzione volontaria di gravidanza, eliminando i residui limiti per quelle chirurgiche. Il governo Attal non aspettava altro per estendere la nuova «libertà» in tutto il Paese.Solo tre giorni dopo il voto del Parlamento francese per l’iscrizione nella Costituzione di Parigi della «libertà garantita» di abortire, gli ultimi miseri freni alle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) che ancora vigono nell’ordinamento giuridico transalpino stanno per saltare.A dare la spallata agli ultimi limiti all’aborto sfrenato sono state delle rappresentanti delle ostetriche che hanno chiesto al governo di poter praticare tutti i tipi di aborti chirurgici. Dal 2016 le ostetriche d’Oltealpe possono già praticare gli aborti per via farmacologica. Poi, il 14 dicembre scorso, il ministero della Salute ha pubblicato un decreto che ha autorizzato le ostetriche a praticare una parte degli aborti per via chirurgica, a condizione che l’operazione si svolga in una struttura sanitaria di un certo tipo. In quell’occasione l’effimero ministro della Salute, Aurélien Rousseau, aveva giustificato il decreto come un rimedio «contro le difficoltà di accesso» all’aborto in certe aree del Paese. Rousseau, già ex alto funzionario della République, è stato ministro giusto per cinque mesi esatti poi, il 20 dicembre 2023, si è dimesso per protestare contro l’approvazione della legge sull’immigrazione, troppo di destra.Nonostante il suo cortissimo mandato, questa meteora della politica transalpina ha potuto favorire, con un banale decreto, la soppressione di chissà quanti concepiti. Tornando ai nostri giorni, non c’è da sorprendersi se, dopo le richieste espresse dalle ostetriche, il governo di Gabriel Attal si sia affrettato a rispondere positivamente. A farlo ci ha pensato Aurore Bergé, ministro delegato all’uguaglianza tra i sessi, un’iconcina del «fronte del bene», nata politicamente a destra e poi saltata sul carro marconista. Intervistata da Le Parisien, la Bergé ha spiegato che l’aggiunta dell’aborto tra le «libertà» protette dalla Costituzione non basta e il governo deve «garantire l’accesso all’Ivg ovunque in Francia», in particolare laddove «persistono le disuguaglianze». Il ministro senza portafogli, delegato alla parità tra i sessi, si è detto anche pronto a lottare contro quegli «ostacoli, online o con attacchi alle sedi dei Planning Familial», un movimento femminista impegnato da 60 anni, tra l’altro, per la difesa dell’aborto. Va precisato che quando si parla di «attacchi» al diritto di aborto, in Francia si intende spesso anche un semplice striscione in favore della vita srotolato davanti alla sede di un centro abortista.Ma, soprattutto, la Bergé ha detto che l’esecutivo del quale fa parte «metterà in sicurezza il fatto che le ostetriche possano realizzare delle interruzioni volontarie di gravidanza per via chirurgica, in aggiunta alle Ivg per via farmacologica». Ieri, poi, anche il neo ministro del Lavoro, della Salute e delle solidarietà, Catherine Vautrin, ha confermato che un nuovo decreto permetterà «da fine marzo» alle ostetriche di praticare gli aborti chirurgici senza la presenza di un medico, a condizione che nella struttura sanitaria in cui operano sia attivo almeno un dottore. Poi Vautrin, anche lei un’ex politica di secondo piano della destra passata tra i macronisti, ha detto che dal primo marzo scorso, il Servizio sanitario nazionale di Parigi ha aumentato i rimborsi degli aborti alle strutture sanitarie che lo praticano. Alla fine dell’intervista concessa a France 2, Vautrin ha comunque assicurato: «Non toccherò la causa di coscienza dei medici». Sta di fatto che se da fine marzo basterà che un medico operi in una struttura sanitaria per consentire a una ostetrica di praticare aborti chirurgici, l’eventuale obiezione di coscienza del dottore sarà irrilevante.La rassicurazione del ministro della Salute arriva dopo che il 5 marzo scorso, all’indomani del Parlamento riunito in Congresso sull’aborto, l’estrema sinistra si era detta pronta ad andare anche oltre all’inserimento dell’Ivg nella Costituzione. Manuel Bompard, capogruppo de La France Insoumise (Lfi) ha dichiarato su France 2 di voler «la soppressione della clausola di coscienza» del personale sanitario. Poche ore dopo Lfi ha precisato che Bompard si riferiva al diritto all’obiezione di coscienza «integrativo», a quello riconosciuto in generale ai sanitari, previsto dalla legge Veil. Questa norma del 1975 ha depenalizzato l’aborto in Francia.Le precisazioni non cambiano la sostanza anche perché Lfi, per voce della deputata Mathilde Panot, ha già proposto di integrare il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Dopo l’aggiunta alla Costituzione della libertà di abortire, in Francia, il rischio che il personale sanitario non possa più opporsi per questioni di coscienza alla soppressione di concepiti si è fatto sempre più concreto.La modifica costituzionale entrerà in vigore oggi, giornata internazionale della donna. Il presidente Emmanuel Macron ha previsto di promulgare nuova norma costituzionale con una cerimonia solenne.