
La riforma di Bruxelles cancella l’esenzione dai dazi per le transazioni commerciali inferiori ai 150 euro.La Commissione Ue lancia la riforma dell’unione doganale nella più ampia revisione dalla creazione nel 1968. L’obiettivo dichiarato è semplificare e ridurre i processi per imprese e operatori commerciali. Verrà meno la soglia sui dazi per i beni sotto i 150 euro e sarà creata una nuova autorità doganale dell’Unione. Supervisionerà un hub europeo di dati che fungerà da motore del nuovo sistema e che, nelle stime di Bruxelles, farà risparmiare fino a 2 miliardi all’anno di oneri. In sostanza, il nuovo hub andrà a sostituire i 111 sistemi informatici nazionali dei singoli Stati. La nuova autorità dovrà invece migliorare la gestione Ue dei rischi e ai controlli. Per il mondo del commercio i risparmi sono stimati in 2,7 miliardi l’anno. E di certo alle piattaforme online sarà chiesto di verificare che i beni venduti nella Ue siano in regola con gli oneri, con ulteriori incassi per la Commissione di un miliardo all’anno. Nel comunicato diffuso ieri si sottolinea che «le imprese che desiderano portare merci nell’Ue saranno in grado di registrare tutte le informazioni sui loro prodotti e catene di approvvigionamento in un unico ambiente online: il nuovo hub di dati doganali della Ue. Questa tecnologia all’avanguardia raccoglierà i dati forniti dalle imprese e, tramite l’intelligenza artificiale e l’intervento umano, fornirà alle autorità una panoramica a trecentosessanta gradi delle catene di approvvigionamento e della movimentazione delle merci». Allo stesso tempo, «le imprese dovranno interagire con un unico portale quando trasmetteranno le loro informazioni doganali e dovranno inviare i dati una sola volta per più spedizioni. Verrà creata anche una nuova categoria di importatori dell’Ue, commercianti definiti “Trust and Check”: quando i processi aziendali e le catene di approvvigionamento sono completamente trasparenti, gli operatori commerciali più fidati saranno in grado di immettere le loro merci in circolazione nell’Ue senza alcun intervento doganale attivo.Il polo di dati doganali dell’Ue consentirà di importare merci nell’Unione con un intervento doganale minimo, senza compromettere i requisiti di sicurezza o antifrode. In base alle proposte, il Data Hub aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032, portando a benefici e semplificazioni immediati. Gli operatori Trust&Check potranno anche sdoganare tutte le loro importazioni presso le autorità doganali dello Stato membro in cui hanno sede, indipendentemente da dove le merci entrino nella Ue. Una revisione nel 2035 valuterà se questa possibilità potrà essere estesa a tutti i commercianti quando il polo diventerà obbligatorio a partire dal 2038. Nel comunicato si spiega poi che la riforma abolisce l’attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazi doganali. Fino al 65% di queste spedizioni che entrano nell’Ue sono attualmente sottovalutati, per evitare i dazi doganali all'importazione. La riforma semplifica inoltre il calcolo dei dazi doganali per le merci di valore modesto più comuni acquistate al di fuori dell’Ue, riducendo le migliaia di possibili categorie di dazi doganali a quattro. Ciò renderà molto più facile calcolare i dazi doganali per i piccoli pacchi, aiutando sia le piattaforme che le autorità doganali a gestire meglio il miliardo di acquisti di e-commerce che entrano nella Ue ogni anno. Eliminerà anche il potenziale di frode.Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, presentando la riforma, ha ricordato ieri che nel 2021, il valore del commercio Ue con altri paesi ammontava a 4,3 trilioni di euro, pari al 14% del commercio mondiale; 56 milioni di posti di lavoro dipendono dal commercio intra-Ue. Le dogane riscuotono inoltre 80 miliardi di euro all’anno in dazi, accise e imposta sul valore aggiunto che contribuiscono a finanziare i bilanci Ue e degli Stati. «E quasi 83 mila funzionari doganali sono in prima linea per garantire la sicurezza e la protezione dei cittadini e proteggere le entrate finanziarie dell'Ue», ha aggiunto Gentiloni. Sottolineando che «avere sistemi differenti, Paese per Paese, consente a chi vuole avere comportamenti fraudolenti o quelli che vogliono aggirare la sanzioni» di usare un «meccanismo di shopping doganale: usi un punto di entrata o di uscita nell’Unione che puoi ritenere meno efficiente o più facile da usare». Uno degli aspetti citato da Gentiloni è che la riforma «renderà le piattaforme online come Alibaba, Amazon e Zalando attori chiave nell’assicurare che i beni venduti nell'Unione europea ottemperino a tutti gli obblighi, piuttosto che mettere il fardello sul consumatore finale come è attualmente». Vedremo.
Sébastien Lecornu (Ansa)
Ultimi negoziati per il primo ministro che si era dimesso lunedì. Mentre il capo dell’Eliseo è criticato pure da due suoi ex premier.
Trump: «Ho quasi deciso sui Tomahawk». Per darli a Kiev, però, dovrebbero prima comprarli gli europei della Nato. Mosca avvisa: «Grave escalation». Finirebbero sotto tiro basi aeree e fabbriche di droni. Erdogan chiama Putin: «Serve uno slancio nei negoziati».
Matteo Salvini (Ansa)
Così il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a margine della cena elettorale a Pisa al Tower Plaza, sui disordini di Livorno.
«È un peccato perché noi veniamo a portare 12 miliardi di investimento sul territorio toscano che riguardano anche Pisa e Livorno, poi in un giorno particolare come il 7 ottobre, dove la politica dovrebbe solo ricordare e pregare per 1.200 innocenti uccisi da terroristi islamici. Invece, c’erano questi qua con la bandiera della Palestina, una volta uno aveva la bandiera della squadra di calcio. Ci gridavano fascisti a noi, mentre ci impedivano di parlare. Lancio di fumogeni e bomba carta contro la polizia, un poliziotto ferito, due arrestati, passanti colpiti, uno andato al pronto soccorso: non sono scene di città libere e belle come quelle toscane nel 2025. Spero che ci sia domenica una reazione dei tanti toscani che non sono così.»
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Ansa
I terroristi avrebbero detto sì alla capitolazione ma non vogliono un ruolo diretto dell’ex premier laburista. Gli Huthi lanciano droni esplosivi contro Israele. Seconda «regata» di attivisti verso la zona di guerra.