2022-05-04
Per spingere l’Ucraina dentro l’Ue Draghi vuole abolire il diritto di veto
Mario Draghi (Imagoeconomica)
Il premier all’Europarlamento invoca l’ammissione di Kiev e dei Paesi balcanici: «Superiamo il principio dell’unanimità in politica estera». Poi chiede riforme dei trattati, incluso quello di Dublino sugli immigrati.Il nuovo whatever it takes di Mario Draghi? Subito l’Ucraina nell’Ue e revisione dei trattati con maggioranza qualificata sulla politica estera dell’Unione. Va rilanciato il «federalismo pragmatico» e vanno rivisti i principi di Dublino sui migranti. Quanto all’Italia, il Pnrr non è vecchio ma deve funzionare e il bonus del 110% non è valido perché ha triplicato i costi. Il presidente del Consiglio ha tenuto un lungo intervento, ieri a Strasburgo, davanti alla plenaria del Parlamento europeo, con mezzi banchi deserti, a parte i 76 eurodeputati italiani. L’occasione è comunque servita a Draghi per lanciare una serie di messaggi. E di appelli. A cominciare dal sostegno all’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord e da a un nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, assicurando anche la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. «Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nella Ue», ha poi aggiunto il presidente del Consiglio. L’Europa si deve quindi allargare accogliendo i Paesi dei Balcani occidentali e, al più presto, anche l’Ucraina. Ma deve modificare i propri trattati, abolire il diritto di veto in politica estera e accelerare il processo d’integrazione in diversi settori. «Dobbiamo superare il principio dell’unanimità, da cui origina una logica intergovernativa fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata», ha aggiunto. Il riferimento è alla politica estera, ma il pensiero va anche al recente dibattito sulle sanzioni a petrolio e gas russi. Evocando le parole dette dallo stesso premier lunedì sera durante la conferenza stampa post cdm, quando aveva definitivo molto importante che la commissione Ue esprima un parere legale chiaro, stabilendo se il pagamento del gas in rubli costituisca circonvenzione delle sanzioni o no: «Questo è l’unico modo per tenerci tutti uniti, se non c’è una linea di condotta ogni società o Paese farà come crede». Draghi propone anche di «convocare una conferenza» per ottimizzare e razionalizzare la spesa militare degli Stati membri, di riformare la gestione dei flussi migratori superando la logica del trattato di Dublino. Il presidente del Consiglio ha continuato garantendo l’appoggio italiano a tutte le sanzioni, anche future, dell’Ue nei confronti della Russia, «anche quelle del settore energetico»; ha sollecitato l’introduzione di un «tetto europeo al prezzo del gas importato dalla Russia»; e ha insistito sulla necessità di spezzare l’attuale legame del prezzo del gas con il prezzo dell’elettricità. Non solo. Per finanziare le misure nazionali di parziale rimborso dei rincari energetici a famiglie e imprese, secondo Draghi bisogna riprodurre il modello del programma Sure (i prestiti emessi a livello Ue, per finanziare i programmi di cassa integrazione, che ogni Paese rimborsa singolarmente), così come si deve ricorrere al modello «Next generation Eu» (emissione di prestiti comune, da rimborsare in comune, con obiettivi comuni) per finanziare gli investimenti necessari nelle aree della Difesa, dell’energia, della sicurezza alimentare e di quella industriale. «Nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo. Nessun Paese può essere lasciato indietro», ha detto il premier. «Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso, dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia», ha aggiunto. Per poi citare la festa dell’Europa del 9 maggio, quando, nella cerimonia conclusiva della Conferenza sul futuro dell’Europa, anche da parte del presidente francese, Emmanuel Macron, che presiede il Consiglio Ue, ci potrebbe essere l’annuncio di un’apertura alla modifica. Degli stessi temi Draghi si troverà comunque a discutere con gli altri capi di Stato e di governo il 30 e 31 maggio al Consiglio straordinario di Bruxelles e il 23 e 24 giugno all’altro consiglio già fissato. Prima, però, volerà a Washington, il 10 e 11 maggio, per incontrare il presidente Joe Biden. A Strasburgo il presidente del Consiglio ha infine affrontato questioni più nazionali. Come il Pnrr («Non è vecchio, prima di parlare di modifiche facciamolo funzionare, se ci sono dei punti da modificare ok, ma servono investimenti specifici, non rivoluzioni») e l’ecobonus. «Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo sul bonus del 110% perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati», ha sottolineato Draghi. Immediata la reazione dei 5 stelle, che hanno definito «irricevibile» la «perentorietà» con cui il premier si è «scagliato» contro il superbonus, aggiungendo che si tratta di «uno schiaffo sonoro alla maggioranza che lo sostiene».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.