2022-08-02
Tutti gli ostacoli Ue per minare l’agenda del centrodestra
Enzo Moavero Milanesi (Ansa)
Avvertimento di Enzo Moavero Milanesi: vincolati da Patto di stabilità e Bce. Dobbiamo arrivare pronti per non farci ingabbiare.Mancano otto settimane alle elezioni del 25 settembre e - mentre le forze politiche sono ancora alle prese con organigrammi e alleanze - non passa giorno senza che dall’Europa arrivino avvertimenti sugli ostacoli con cui tutti dovranno confrontarsi. Torna in mente la famosa scena del film Non ci resta che piangere in cui un monaco di passaggio intima a Massimo Troisi: «Ricordati che devi morire!», e a cui l’attore napoletano risponde con l’indimenticabile: «Mo’ me lo segno proprio».Noi ci segniamo che ieri è stata la volta di Enzo Moavero Milanesi che, sul Corriere della Sera, ha fatto una dettagliata rassegna di ciò che attende il prossimo governo «da chiunque sia composto». Milanesi, già più volte ministro, è un peso massimo della nomenclatura che da anni si muove tra Bruxelles e l’Italia e, perciò, profondo conoscitore del funzionamento delle istituzioni europee e dei loro rapporti con Roma. Dopo il solito panegirico del «pennello grande» della Ue che dovrebbe essere in grado di affrontare sfide davanti alle quali i singoli Stati appaiono vulnerabili, Milanesi ammette che «il sistema istituzionale Ue è un singolare ibrido», «perfettibile, insufficiente e con difficoltà ad agire con velocità ed efficacia». Insomma, viviamo in un edificio pieno di crepe, senza luce né gas, tuttavia esso «è un interlocutore imprescindibile». Soprattutto in tre aree cruciali: politiche di bilancio, divieto di aiuti di Stato e ruolo preponderante della Bce. Le politiche di bilancio sono rigorosamente definite sia nei tempi sia nei numeri. Il Patto di stabilità - di cui si annuncia da tempo la riforma - è una camicia di forza che ora ha ricevuto rinnovato vigore dal potere sanzionatorio conferito al Recovery fund e alla Bce. Quest’ultima, in qualità di grande creditrice dell’Italia, ha «vasta influenza» sulle scelte del debitore. Per essere sicuro che chi, nel centrodestra, ha orecchie per intendere intenda bene, Milanesi specifica che la «penetrante vocazione liberalizzatrice» della Ue non risparmierà le concessioni balneari. Difficile trovare un modo più chiaro e lucido per mandare a dire a chi siederà a Palazzo Chigi chi tiene il banco e darà le carte. Se questo è il perimetro di gioco, la tattica dovrà adeguarsi ai «complicati meccanismi e prolisse liturgie» della Ue e si dovrà «interagire con lealtà, cercando di convincere i partner con argomenti validi e non autocontraddittori». Secondo Milanesi, questo «è stato il problema di fondo per svariati nostri governi». Ma Milanesi è attento a non completare il suo manuale di uso e manutenzione con la risposta alla fatidica domanda «E se ci dicessero di no?». Se ci chiedessero un’Unione bancaria con penalizzazione per i Btp detenuti dalle nostre banche, minacciando la reazione dei mercati, come fece Wolfgang Schäuble con Fabrizio Saccomanni nel 2013? Se la Bce utilizzasse la discrezionalità negli acquisti del programma Tpi per aizzare i mercati contro l’Italia? Se Milanesi non risponde, è bene che chi andrà al governo abbia delle risposte pronte, anche perché agli ostacoli veri che egli identifica, si aggiunge anche la «perdita degli ingenti fondi europei» in assenza di avanzamenti del Pnrr.A cui è invece più facile rispondere, definendolo un inconsistente spauracchio. Infatti, in nessun documento ufficiale (decisione di esecuzione del Consiglio del luglio 2021, decreto ministeriale di Daniele Franco del 6 agosto 2021, Operational arrangements tra Ue e Italia) c’è scritto che i termini delle rate semestrali siano perentori. Al contrario, si legge dappertutto «calendario indicativo». Perfino nel decreto di Franco, con cui si assegnano i fondi alle amministrazioni competenti, si parla solo di «tempestiva realizzazione» e «puntuale raggiungimento» di traguardi e obiettivi. Ci sono ampi margini di flessibilità nei tempi a disposizione dell’Italia e chi parla di «rischio di perdite» forse si riferisce alla difficoltà, preesistente e oggettiva, di aprire e chiudere dei cantieri. Abbiamo anche letto di rischi per le misure già in corso, cioè i 51 miliardi di opere già finanziate a legislazione vigente e avviate sin dal febbraio 2020 (Rfi è il soggetto maggiormente coinvolto). Considerato che il Recovery fund è servito solo a sostituire il finanziamento con risorse nazionali già incluse nell’indebitamento netto, con fondi Ue, quale sarebbe il problema se i fondi Ue, per qualsivoglia motivo, non arrivassero più? Mistero.Tra ostacoli veri e falsi, la realtà ieri ha cominciato a presentare il suo conto. È infatti uscito l’importante indice anticipatore Pmi pubblicato da S&P global e a luglio i segnali negativi per l’Eurozona e l’Italia sono davvero preoccupanti. L’Italia è la peggiore tra i Paesi europei con 48,5, un minimo che non si leggeva da 25 mesi e, prima ancora, dal 2012/2013, e che segnala un rallentamento dell’attività manifatturiera, della produzione e degli ordini in portafoglio. Come logica conseguenza, il rendimento del Btp decennale è sceso per la prima volta da giugno sotto il 3%, ma lo spread non si è spostato da 220.Tali prospettive sono un motivo in più per rispondere a tutte le domande a Milanesi, anche quelle non formulate.
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