2023-01-14
Tutte le stranezze sull’affare Priolo tra scambi con l’India e amici del Vaticano
Trafigura ha venduto il 24,5% dell’indiana Nayara all’italiana Mareterra di Filippo Ghirelli. Che vanterebbe forti legami Oltretevere.Arriverà in Aula del Senato mercoledì 18 gennaio il dl Golden power. Si tratta del decreto legge con le misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici, collegato alla questione della raffineria Isab-Lukoil di Priolo che copre il 20% del fabbisogno annuale dell’Italia e che rischiava lo stop dopo l’embargo sul petrolio russo. Lo scorso 9 gennaio è stato raggiunto un accordo con Goi Energy, il ramo del settore energetico di Argus, fondo di private equity e asset management di Cipro. L’ad di Goi, Michael Bobrov, è anche azionista di maggioranza di Green Oil Energy, che a sua volta controlla Bazan, uno dei più grandi gruppi energetici in Israele. «Non abbiamo nessuna fobia nei riguardi dei capitali stranieri», aveva dichiarato l’11 gennaio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo in Commissione Trasporti alle domande sul cosiddetto decreto Lukoil. «Abbiamo costituito una cornice sanitaria e useremo il Golden Power per mettere dei vincoli a salvaguardia di occupazione, produzione e ambiente». L’intesa siglata con il colosso russo sulla vendita della raffineria siciliana dovrebbe perfezionarsi entro la fine di marzo, previa autorizzazione, appunto, di tutte le autorità competenti, incluso il governo italiano. Partner chiave di questa cordata è Trafigura, con cui Goi Energy ha siglato accordi esclusivi di fornitura a lungo termine. Trafigura, che ha sede in Svizzera e Singapore, è uno dei più grandi trader di materie prime indipendenti al mondo e per anni, prima dell’invasione dell’Ucraina, ha fatto a gara con le rivali come Vitol e Glencore per fare affari con l’altro colosso russo del petrolio, Rosneft. Ma attenzione: proprio in questi giorni la stessa Trafigura ha siglato un accordo per uscire da un’importante joint-venture (Nayara Energy) con Rosneft in India, sciogliendo una relazione che durava da un decennio. E a chi ha venduto il suo pacchetto del 24,5%? Alla Hara Capital Sarl, una filiale dell’italiana Mareterra Group Holding, precedentemente nota come Genera, che investe anche in società energetiche. A capo di questa società basata nella Capitale c’è l’imprenditore romano Filippo Ghirelli, che - secondo quanto riportato nella versione internazionale di Wikipedia - vivrebbe nel Principato di Monaco e la cui famiglia avrebbe «strong ties with Vatican». Prima di fondare Genera nel 2009, Ghirelli era stato nominato a 27 anni direttore generale del gruppo di costruzioni De Angelis, si legge nella sua bio sul sito di Confassociazioni, dove si aggiunge che è anche «General Manager per Europa, Middle East e Nord Africa del Business Council for International Understanding, organo facente capo al Dipartimento di Stato Usa con mansioni specifiche sullo sviluppo delle relazioni industriali fra aziende americane e quelle in Paesi a maggior potenziale di sviluppo».Le parti non hanno reso noto il prezzo, ma Trafigura aveva valutato la sua quota attorno ai 166 milioni di dollari. Rosneft, invece, manterrà la sua partecipazione del 49% in Nayara acquisita nel 2017 quando la Russia stava cercando di espandere i propri legami energetici con l’Asia. Rosneft è uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio ma ha fatto affidamento su intermediari stranieri per trasferirlo agli acquirenti di tutto il mondo, con Trafigura che è diventata progressivamente il più grande esportatore estero singolo di petrolio di Rosneft. Poi, con l’invasione dell’Ucraina, la società ha abbandonato il mercato russo le esportazioni e uscendo da altre joint venture con Rosneft. Si tratta, dunque, di un riposizionamento globale del sistema ma è curioso che in pochi giorni Trafigura abbia concluso due accordi che vedono coinvolta, sebbene in modi diversi, l’Italia. La partita su Priolo, però, sarebbe tutt’altro che chiusa. Secondo quanto riportato ieri dal sito del quotidiano delle fonti di energia, Staffetta Quotidiana, oltre al fondo statunitense Crossbridge, che aveva condotto una due diligence prima di Natale e aveva anche stretto un accordo con il trader Vitol in vista dell’acquisizione dell’impianto, sul dossier ci sarebbe anche il trader svizzero Gunvor, nome che non era finora emerso tra i possibili acquirenti. Gunvor non si occupa solo di trading ma è anche proprietaria della raffineria di Ingolstadt, in Germania, collegata all’Italia attraverso l’oleodotto Tal che parte da Trieste, della raffineria Gunvor Petroleum Rotterdam nei Paesi Bassi (acquisita nel 2016 da Kuwait Petorleum), della raffineria Gunvor Petroleum Antwerp di Anversa, fermata dalla fine del 2020, del terminale petrolifero Stargate di Rotterdam, e degli impianti di produzione di biodiesel di Berantevilla e Huelva, in Spagna. L’indiscrezione riportata dal quotidiano energetico aggiunge anche che Gunvor starebbe facendo sponda con il governo italiano nel caso di un commissariamento dell’impianto e che i vertici della società avrebbero già programmato una visita istituzionale in Italia nel giro di un paio di settimane. La società svizzera avrebbe in precedenza anche aperto una trattativa con Erg per l’acquisizione della centrale a gas di Priolo, adiacente alla raffineria cui fornisce energia elettrica e vapore, che la società genovese aveva ceduto a Enel, operazione poi bloccata dall’Antitrust. Una trattativa congelata proprio in vista della definizione del destino della raffineria Isab.