2021-01-26
Tutte le falle nell’autodifesa di Mr Invitalia
Il commissario confonde ancora dosi e fiale, equivoco alla base dei presunti ritardi di Pfizer. Guai pure sulla logistica: chi porterà i farmaci alle Regioni? Il personale sanitario è pronto? E le strutture? Chi può (come la Lombardia) fa già da sé, gli altri sono nei guaiPer il vocabolario Treccani con il termine «debunking» (letteralmente, «smascheramento») si intende l’«opera di demistificazione e confutazione di notizie o affermazioni false o antiscientifiche, spesso frutto di credenze, ipotesi, convinzioni, teorie ricevute e trasmesse in modo acritico». Una pratica che può tornare utile per verificare le dichiarazioni usate dal commissario Domenico Arcuri per giustificare la crociata italiana contro Pfizer e Astrazeneca. Tra conferenze stampa del giovedì e interventi in tv, ci sono infatti alcuni cavalli di battaglia nella comunicazione arcuriana. Il commissario ha ripetuto più volte che da questa settimana da Pfizer «arriverà il 20% di fiale in meno rispetto a quanto comunicato», parlando improvvisamente di fiale e non più di dosi e senza precisare il 20% in meno rispetto a cosa. Continua a mancare un termine di paragone pubblico e verificabile. Sembra infatti continuare l’equivoco tra dosi e fiale. Con la decisione del governo di somministrare 6 dosi anziché 5, la casa farmaceutica ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste. Da ieri Pfizer ha riportato a regime la fornitura, dall’8 al 18 gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione ed è pure previsto un aumento delle consegne dal 15 febbraio. Vedremo solo a consegne finite per questa settimana se saranno arrivate delle fiale in meno. Lo stesso viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha dovuto ammettere che «il ritardo nella consegna dei vaccini di Pfizer è superato e il problema è risolto perché ci hanno detto che consegneranno già nella prossima settimana il numero di dosi atteso. E poi verrà fatto il recupero anche sulle dosi mancanti». Eppure Arcuri anche ieri ha ribadito che «non abbiamo nulla da rimproverarci, e neanche l’Europa. L’acquisto centralizzato di vaccini per 27 Paesi è una pagina bella della storia europea che va continuata. Le modalità con cui queste fattispecie si sono verificate sono davvero unilaterali». Il commissario certifica, quindi, il flop dell’approccio della Commissione Ue, cui è stato delegato l’acquisto delle dosi. Dimenticandosi di ricordare, però, che gli stessi accordi hanno consentito di strappare a Pfizer prezzi più bassi rispetto a quelli che avremmo dovuto pagare trattando direttamente con i colossi farmaceutici. E che le risorse del programma Next generation Eu provvederanno alla copertura del fondo di 400 milioni da destinare nel 2021 all’acquisto dei vaccini e dei farmaci per la cura dei pazienti Covid.Altra contestazione di Arcuri: Pfizer ha «unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura». Non è proprio così. Come dimostra anche il diverbio scoppiato qualche giorno fa tra il commissario e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha minacciato di chiedere l’invalidazione del piano di distribuzione. Ad Arcuri, però, non a Pfizer. Non solo. Pfizer consegna un tot di dosi alla volta perché deve considerare un lotto minimo in base ai pizza box (vassoi), che contengono un certo numero predefinito di fiale con i vaccini che non possono essere estratte per far quadrare i conti. L’unità minima da 195 fiale per vassoio/box, pari a 1.170 dosi, rende più semplice per Pfizer le consegne, ma per la Regione più complicata la distribuzione e necessari i trasferimenti tra strutture. La questione del lotto minimo non è banale: può aver esagerato la percezione di riduzione su alcune Regioni piccole e medie.Con i «ritardi» di Pfizer e quello già annunciato da Astrazeneca, Arcuri ha detto di essere costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi. Ma la fase 1 è in via di completamento senza problemi, stanti le dosi previste entro fine marzo dallo stesso commissario: 15 milioni, dose più dose meno, quando facendo le somme ne sarebbero necessarie meno di 13 milioni. E prima di dare la colpa a tagli e ritardi ancora tutti da dimostrare, Arcuri dovrebbe spiegare come intende procedere per gestire le fasi successive delle somministrazioni fino all’ultima, di massa, che dovrà portare all’immunità di gregge. Quando arriveranno le prime dosi del vaccino Astrazeneca - che non consegnerà direttamente nei punti vaccinali - come funzionerà la catena logistica italiana? Sono già pronti i rinforzi di medici e infermieri annunciati per fine gennaio? Le unità mobili per fare le iniezioni agli over 60 con problemi fuori dalle Rsa sono state già predisposte? Quante saranno? Le risposte, al momento, mancano. Di certo, entro domani dovranno essere presentate le offerte per il bando delle Primule, ma i padiglioni saranno pochi e serviranno soprattutto per la sensibilizzazione dei cittadini. Si dovranno convertire fiere, palestre, palazzetti in centri di somministrazione. Arcuri sta provvedendo? Non tutte le Regioni hanno, inoltre, i fondi sufficienti per attrezzare le strutture e organizzare i vaccinatori in proprio, come sta invece già facendo la Lombardia. Che ieri ha approvato una pre ntesa sull’accordo integrativo con i medici di base, affinché partecipino alla campagna di vaccinazione. Un’operazione da 1,422 milioni. La giunta lombarda ha inoltre ha approvato un’intesa con Federfarma, Assofarm/Conservizi e la Federazione regionale Ordini dei farmacisti, che disciplina le modalità di partecipazione delle farmacie lombarde alla campagna di somministrazione per l’anno 2021 dei vaccini.
Luca Zaia intervistato ieri dal direttore della Verità e di Panorama Maurizio Belpietro (Cristian Castelnuovo)
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