2025-10-23
Tutte le balle della Gabanelli sul Green deal
La giornalista «imparziale» parla di unanimità sul clima, ma non è vero. E riesce a sbagliare pure sul Pil.Siamo tutti costernati per la bomba-avvertimento contro il giornalista Sigfrido Ranucci, però non vorrei che passasse il messaggio che siccome oggi Ranucci è stato vittima, allora questo nuovo stato gli debba conferire impunità per eventuali errori da egli commessi nel passato o, peggio, da ogni altro errore possa egli commettere in futuro; errori che, per una ragione o per un’altra, danneggino qualcuno. Dove, il novello danneggiato potrebbe anche essere l’utente della Rai cui vengano propinate verità manipolate, dimezzate, o peggio, falsità belle e buone; cosa di cui le inchieste di Report, sicuramente in buona fede, si sono ogni tanto macchiate. Insomma, ora che gli hanno fatto esplodere l’auto, Ranucci è diventato intoccabile? Certo che no, direte voi. Eppure non è così certo, giacché leggo il commento di Milena Gabanelli che, al cospetto delle parole di solidarietà dei politici verso il giornalista bombardato, ha così sbottato: «I politici solidali? Torneranno presto a querelare Report». Come vedete, la mancanza di correlazione tra bomba contro Ranucci e sua integrità giornalistica non è una cosa così ovvia. Anzi: dopo la bomba, guai a chi si azzardi a querelare Report, fa intendere Gabanelli. Costei è la madre di Report e, giustamente, difende la propria creatura, anche se con pretese fuori luogo. Ma è, la giornalista, professionalmente irreprensibile? Temo di no, almeno a leggere la sua ultima paginata sul Corriere della Sera, ove la giornalista si lamenta del fatto che la Ue sta smantellando il Green deal. Peccato che nel suo articolo parta col piede storto, visto che inizia dicendo che «da almeno 30 anni il consenso scientifico è unanime, i cambiamenti climatici sono rapidi, distruttivi, e causati in gran parte dalle attività umane». La giornalista o è disinformata oppure non comprende il significato delle parole: consenso, unanime, rapidi.Cominciamo con «consenso unanime». È la stessa Gabanelli a informarci che gli scienziati all’unanimità consenzienti sarebbero «i 644 scienziati indicati da 111 Paesi dell’Ipcc, il comitato Onu fondato con l’obiettivo di fornire ai governi valutazioni scientifiche». Ringrazio la giornalista per avermi comunicato - finalmente! - il numero, finora misterioso, degli scienziati convinti come detto. Gabanelli sarebbe stata più accurata se avesse detto «quasi unanimi», giacché, com’è noto, la leggenda metropolitana è che gli scienziati convinti come detto sarebbero il 97% del totale. Senonché accade che sono più di 2.000 (per la precisione 2.025, a oggi) gli scienziati affiliati alla fondazione Clintel e sottoscrittori della «Dichiarazione mondiale sul clima: non c’è alcuna emergenza climatica». Tra questi, per quel che vale, due premi Nobel per la Fisica: Ivar Giaever e John Clauser, oltre che climatologi di chiara fama e membri delle più esclusive Accademie scientifiche di tutto il mondo. Cosicché anche un cauto «quasi» sarebbe inappropriato: per farla breve l’incipit nell’articolo della Gabanelli è semplicemente una bufala. Il che è quanto meno imbarazzante per una che si picca, e con fervente cipiglio, di far giornalismo d’inchiesta. L’articolo continua con una sequela di numeri senza senso sciorinati a briglia sciolta. Avrei bisogno di molto spazio per commentarli tutti, quindi comincio, e mi fermo quando ho raggiunto il limite concessomi. Scrive la giornalista: «Nel 2023 i danni globali da eventi estremi sono stati di 380 miliardi di dollari, il 22% in più rispetto alla media degli ultimi 25 anni». A parte il fatto che i danni non sono una misura della severità degli eventi climatici (per dire: un venticello che fa sbattere una finestra con conseguente rottura del vetro, fa un danno di 200 euro; ma una tempesta nel deserto non fa danni), c’è da dire che l’inflazione globale nel 2023 è stata di oltre il 30% in più rispetto alla media degli ultimi 25 anni, cosicché dalla citata crescita del 22% si deduce una diminuzione dei danni. Scrive ancora Gabanelli: «Per chi si ostina a dire che sporcare meno fa crollare l’economia, val la pena ricordare due dati, e cioè che dal 1990 la Ue ha ridotto le emissioni di CO2 del 37%, facendo aumentare il proprio Pil del 68%». A parte il fatto che il verbo «sporcare» è inappropriato, visto che immettere CO2 in atmosfera fa bene all’ambiente e al pianeta (copyright i soliti 2.025 affiliati di Clintel), c’è da dire che la (presunta) riduzione delle emissioni Ue non dà alcun sollievo alle preoccupazioni della giornalista visto che quel che conterebbe sono le emissioni globali, che dal 1990 sono aumentate del 60%. Ho voluto precisare «presunta» perché, se si guarda bene, con la politica industriale della Ue, quel 37% di emissioni mancate nei cieli di Bruxelles è stato trasferito in altri cieli, per esempio in quello di Shanghai. Infine, sembra che Gabanelli non sappia cos’è il Pil. Non lo so neanch’io e, per questo, evito di parlarne. Una cosa, però, la so e ve la dico con un esempio. Se in un anno in Ue si installa un reattore nucleare dal costo di 5 miliardi, il Pil di quell’anno aumenta di 5 miliardi; se si installano parchi fotovoltaici per 50 miliardi, il Pil aumenta di 50 miliardi. Vorrei lasciarla da sola a riflettere, signora Gabanelli, ma temo abbia ancora bisogno di aiuto con un altro esempio: i 200 milioni necessari alla ricostruzione, occorsa in un anno, del ponte Morandi, rientrano nel computo del Pil di quell’anno. Se facessimo crollare tutti i ponti presenti in Ue per poi ricostruirli, l’aumento del Pil sarebbe fantastico: ecco questa è la giusta prospettiva da dare al Green deal di Ursula.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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