2022-08-19
Tutte le balle di Letta & C. sulla pandemia
Dal triste primato di vittime alle mancate cure, dai piani assenti al balletto sulle mascherine fino alle grandi menzogne sul green pass: la gestione di Roberto Speranza è stata fallimentare. Come infatti sosteneva pure Andrea Crisanti.All’inizio ci hanno provato con il putinismo, scopiazzando gli scoop altrui e cercando di imbastire oscure trame internazionali che hanno suscitato per lo più grasse risate. Allora si sono buttati sul classico immortale, cioè il pericolo fascismo. Ma dopo un po’, anche lì, il materiale ha cominciato a scarseggiare. Li capiamo: non è mica facile scovare tutti i giorni almeno due titoloni di giornale (un per Repubblica e uno per La Stampa) in cui si ripeta la stessa cosa, e cioè che Giorgia Meloni è fascista e se vincerà torneranno camicie nere e stivaloni. Che cosa restava nel sacchettino dei tormentoni? Ovvio: il Covid. E così ecco la nuova, meravigliosa manovra a tenaglia del fronte progressista: magicamente, la pandemia è tornata sulle prime pagine.Fino a ieri, i cari amici di sinistra avevano cercato per lo più di insabbiare. Sì, è vero, Enrico Letta si era spinto fino a rivendicare i provvedimenti presi nel tentativo di gestire la pandemia, e aveva indicato Roberto Speranza come un punto di riferimento da seguire. Ma le sue sono state affermazioni generiche, il segretario ha sempre evitato di scendere nel particolare. Più che comprensibile: gli errori commessi in questi due anni sono stati così tanti e così clamorosi da suggerire un astuto ripiegamento sull’oblio. I media di area hanno dato una mano: ogni tanto hanno affacciato qualche commentino covidesco, ma senza troppa convinzione. La posizione più diffusa l’ha sintetizzata abbastanza bene mercoledì un sondaggista molto in voga fra i dem. A suo dire l’argomento pandemico era ormai invecchiato e solo giornali «ossessionati» come La Verità insistevano a occuparsene. Gli abbiamo gentilmente risposto che, a ben vedere, sono stati gli ultimi due governi a ossessionare gli italiani in ambito sanitario, ma non è servito a granché: quando a sinistra prendono una linea, non può esistere altra versione dei fatti.Ma ecco che ieri, appunto, questa linea è cambiata. Il Covid è tornato prepotentemente in prima pagina, è ridivenuto improvvisamente utile per formulare la più frizzante delle accuse, scolpita nella pietra dal titolo di Repubblica: «Destra no vax».Enrico Letta ha guidato la carica in difesa di Andrea Crisanti, il noto telemedico che il Pd ha candidato nella circoscrizione Europa. «La gragnuola di reazioni alla candidatura chiarisce che a destra prevale la cultura no vax», ha detto il segretario dem. «Se avessero governato Salvini e Meloni nel 2020 quante migliaia di decessi in più avremmo avuto? Ce li ricordiamo gli aprire, aprire, aprire».Ora, che il Pd si rimetta a parlare di morti non stupisce: ognuno si occupa di ciò che conosce meglio. Tuttavia un filo di pudore sul tema non guasterebbe. Al dolce Enrico tocca ricordare alcuni particolari non irrilevanti. Per prima cosa, a invocare le aperture c’erano anche fior di esponenti democratici, dal sindaco di Milano a quello di Pesaro, passando per il governatore del Lazio. Inoltre, l’Italia, ancora adesso, guida le classifiche europee sui decessi Covid, quindi non c’è molto da fare i fenomeni. Per altro, probabilmente non sapremo mai con esattezza quanti di quei morti si sarebbero evitati se Speranza e soci non avessero imposto il mantra «tachipirina e vigile attesa» e si fossero un poco occupati anche di cure, oltre che dell’adorazione del Divino Vaccino.Evitiamo, per carità cristiana, di elencare tutte le altre menzogne, topiche e omissioni imputabili agli esecutivi a trazione Pd: dalle balle sui piani pandemici mancanti a quelle sul green pass, senza trascurare le assurdità proferite sulle mascherine e sull’efficacia dei lockdown, che oggi nessuno si sogna più di proporre al di fuori dell’Asia. In ogni caso, se Letta volesse farsi promotore di una commissione super partes che produca un rapporto decisivo sulla gestione della pandemia, supporteremmo con forza la sua iniziativa. Ma siamo certi che non lo farà, perché dovrebbe tirare fuori dagli armadi un esercito di scheletri.Comunque sia, il segretario del Pd non è nemmeno il più ridicolo nella ritrovata fiera sanitaria. Peggio di lui riescono a fare i quotidiani amici. Repubblica, onde dimostrare le collusioni del centrodestra con la «galassia no vax» non trova di meglio che accusare la Meloni di non aver vaccinato la figlioletta. Posto che la stessa scelta l’hanno fatta milioni di italiani, grazie al cielo, se vogliamo elencare tutti coloro che hanno mostrato dubbi sull’iniezione ai piccoli dobbiamo scomodare pure il caro Andrea Crisanti tesserato Pd. Il quale, per inciso, a maggio ha definito «spreco di soldi» la vaccinazione di massa per i più piccini.Quanto alla Stampa, non sapendo come menare il torrone altrimenti, s’infila in una serie di gufate sul prossimo futuro. Annalisa Cuzzocrea si chiede che cosa farebbe il centrodestra se il Covid tornasse a mordere nei prossimi mesi, e si preoccupa dell’eventualità che la coalizione tolga l’obbligo di iniezione per gli ultracinquantenni. Posto che se il Covid tornasse a mietere vittime forse dovremmo porci qualche ulteriore domandina sulle misure messe in campo finora, a giudicare dai dati dell’Istituto superiore di sanità non sembra che il reiterarsi delle dosi abbia portato chissà quali benefici negli ultimi mesi, anzi. Il fatto, però, è che non serve scomodare grafici e statistiche per smantellare la ridicola impalcatura polemica sulla «destra no vax». Basta citare un paio di fatti. Su tre partiti di centrodestra, due fino all’altro giorno governavano assieme al Pd, e hanno votato praticamente tutti i provvedimenti sanitari da esso sostenuti. Un partito in particolare - Forza Italia - si è distinto per la virulenza degli attacchi contro i dissenzienti e per il fanatismo virologico. Non a caso, proprio per diffidenza nei confronti di chi ha alimentato la psicosi sanitaria, vari elettori di destra (e non solo) si sono rivolti ai cosiddetti partiti anti sistema come Italexit.Al netto delle valutazioni politiche, però, ci permettiamo di suggerire ai colleghi gauchiste di stare tranquilli. Perché preoccuparsi del ritorno del Covid? Speranza in persona - tramite un libro oggi divenuto oggetto di culto - ci ha promesso che saremmo guariti. Forse non si fidano del loro amato ministro?