2020-09-17
Tutta la sofferenza del genio. Storia di Amadeus
Bimbo prodigio esibito dal papà come un fenomeno da circo, fu osteggiato in vita per il suo talento e la musica rivoluzionaria.Mozart ricevette dal padre un'educazione attenta e una cultura di prim'ordine. Troppo presto il padre se lo trascinò in giro per il mondo, per anni in viaggio attraverso l'Europa. Anche un bambino di costituzione più robusta avrebbe retto a stento al continuo passare di tappa in tappa e in ogni luogo doveva esibirsi. Bisognava essere solleciti all'appello, presentarsi ad ogni nobile consesso: i conti dovevano tornare. Un'indisposizione significava perdita materiale; l'ordine e il permesso di esibirsi dipendevano dal capriccio di questo o quell'altro principe. Una giornata di bel tempo, circostanze favorevoli alla caccia o altro svago, e il concerto veniva disdetto senza alcun riguardo. Ai Mozart toccava la delusione e la perdita. In questi casi dovevano cercare soluzioni alternative, esibizioni tenute in una locanda o sala da ballo, mentre il padre riscuoteva i biglietti di ingresso.Numeri speciali a prezzo invariato consistevano nel suonare con i tasti coperti oppure a prima vista su spartiti che potevano portare gli stessi spettatori. Sugli annunci il padre abbassava di un anno l'età dei figli, per creare maggiore sensazione. Questi annunci avevano tutte le caratteristiche dei cartelloni da circo.La speranza di Leopold era quella che il figlio acquistasse fama a Salisburgo. Ciò avrebbe dato lustro alla città ed egli avrebbe potuto tenere il figlio sotto un costante controllo garantendosi così un sostegno nella vecchiaia. Purtroppo si diede da fare con troppo autoritario zelo, limitando eccessivamente l'indipendenza del figlio.In una lettera il padre una volta gli scrisse: «Ti consiglio quando lavori di non pensare solo esclusivamente a un pubblico musicale ma anche a uno non musicale. Lo sai, per dieci veri intenditori, ce ne sono 100 profani. Non dimenticare dunque il genere popolare che solletica anche le orecchie grosse».Mentre Leopold continuava a pensare ai modi per attirare spettatori e incassare più denari, il giovane Amadeus aveva ambizioni che andavano oltre la musica, come si intuisce da una lettera che gli inviò: «Carissimo Padre», gli scrisse, «come le avrei aperto volentieri il mio cuore già da qualche tempo, ma mi tratteneva il rimprovero che lei avrebbe potuto farmi. […] Ciò che ora desidero è di trovare qualcosa di un po' certo e poi sposarmi!! La spaventa questo pensiero? La natura si fa sentire forte in me come in chiunque altro e forse più forte in tipacci grandi e grossi. Io non posso vivere come la maggior parte dei giovani, per prima cosa ho troppa religione e poi troppo amore per il prossimo e sono di indole troppo schietta per sedurre una ragazza innocente. Chi non è sposato ai miei occhi è uno che vive solo a metà».Se i rapporti con il padre, per Mozart, erano complicati, il legame con la madre, Anna Maria Pertl, era fortissimo. Quando morì, nel 1778 a Parigi, Wolfgang scrisse a Leopold: «Tre cose mi hanno consolato in questa triste circostanza. La mia fiduciosa rassegnazione al volere di Dio: la serena bellezza della sua morte che mi ha fatto pensare a come in un attimo sia diventata tanto felice che ho desiderato partire in quell'istante con lei. Da questo desiderio è derivata la mia consolazione, che cioè non l'abbiamo perduta per sempre ma la rivedremo e staremo insieme più felici che in questo mondo».Il padre sarebbe morto nel 1787, e Wolfgang non gli sopravvisse a lungo: morì nel 1791, a soli 35 anni.Una morte precoce, dunque. Avvenuta in circostanze particolarmente tragiche. Mozart, benché sopportasse tutto con grande dignità e forza d'animo, veniva sempre più ignorato. Il suo valore era misconosciuto. Nelle grandi occasioni gli venivano preferiti musicisti a lui inferiori. A Vienna il pubblico rispondeva con una certa apatia nei confronti della sua musica.Le Nozze di Figaro furono l'inizio della sua rovina. L'alta società, abituata a riconoscersi nei personaggi di un'opera seria, si sentì tutto ad un tratto strapazzata. Sulla scia della nobiltà presa a modello, ben presto anche la borghesia cominciò ad evitare Mozart. A partire dal 1790 Wolfgang non fu più solamente ignorato ma anche maltrattato. Weigl e Salieri continuavano ad essere rappresentati. Solo Mozart non veniva più convocato per nessuna ricorrenza o festività mentre in tutta Europa - nelle capitali cosi come in provincia - venivano eseguite le sue opere, che per gli organizzatori di eventi di allora rappresentavano una fonte di grossi guadagni dei quali ad Amadeus non toccava la più piccola parte.Mozart, ex fanciullo prodigio, si sentì mancare la terra sotto i piedi ed è fuor dubbio che il fallimento sociale sia stata una delle cause del suo crescente isolamento. Persino il suo ultimo incarico, quello del Requiem, non gli portò alcuna gloria dato che il committente, il conte Stuppach, pretese di spacciare la composizione per propria.Indesiderato e in fondo non amato, Mozart finì per essere avvolto dal buio più fitto. E non era più in grado di pagare i suoi debiti. La moglie Costanza perse ogni gusto a stare con lui e lo abbandonò, lasciandolo completamente solo. Mozart aveva bisogno estremo degli altri, ma nessuno aveva più bisogno di lui.Questo essere sistematicamente ignorato nei suoi ultimi anni fu sopportato con esemplare dignità e forza d'animo: egli non commentò mai le svariate umiliazioni anzi, vi passava sopra con tutta la leggerezza di cui era ancora capace. Non disse mai una parola di autocommiserazione o di condanna contro la società che lo respingeva. Continuava a scrivere musica come per ubbidire a un richiamo che gli veniva imposto dall'alto, come dimostra lo straordinario Requiem, compimento di una vita dedicato all'arte.Le più belle incisioni mozartiane delle sonate per violino e pianoforte sono quelle di Arthur Grumiaux insieme con Clara Haskil. Meravigliose testimonianze di tutta la freschezza e ispirazione di queste sonate. Ricordo dei bellissimi concerti mozartiani suonati dalla pianista Maria Tipo, grande artista forse un po' trascurata dai media. Con lei ho eseguito parecchi concerti privilegiando alcune sonate di Mozart che sono una continua fonte di eterna giovinezza, come disse una volta Arturo Toscanini.Ho un ricordo molto vivo di un viaggio che feci in Sud America dopo una tournée di concerti in Argentina e in Brasile; volevo visitare l' Amazzonia e andai a Manaus dove chiesi ai missionari locali di farmi visitare dei villaggi sulle rive del fiume Rio delle Amazzoni. Dopo ore di navigazione, con le piroghe, giunsi a un villaggio ancora primitivo dove fui accolto con estrema gentilezza e calore umano. Rimasi alcuni giorni ospite di questo villaggio e alla fine per ricambiare regalai alcuni miei cd tra cui c'erano dei brani di Mozart. La reazione degli indios fu immediata e il loro autore preferito era proprio Amadeus.