2020-06-06
Turismo da piangere: 118.000 posti in fumo
Atto d'accusa di Federalberghi al governo: «Il 60% degli hotel è chiuso e di questi il 26,8% non riaprirà a giugno». Già bruciate 80 milioni di presenze, estate compromessa. L'esecutivo però ha pensato soltanto al bonus vacanze, che nessuno sa come ottenere.Chissà se Andrea Marcucci, presidente dei senatori del Pd, ha pensato un po' anche agli affari di famiglia. I Marcucci sono stati tra i primi a debuttare negli anni Ottanta con il Ciocco (ora lo hanno dato in gestione) nei resort di lusso. Allora in Garfagnana arrivavano americani facoltosi e tedeschi pingui attirati dalla Versilia, ma desiderosi di una privacy assoluta. Ascoltando Bernabò Bocca avrà capito, si spera, che gli stava descrivendo, a lui come a tutti i senatori della commissione affari costituzionali di Palazzo Madama, la morte del turismo italiano. Ieri il presidente di Federalberghi ha messo sul tavolo della politica e del governo un dossier che è un atto d'accusa, per primo al ministro anche (o forse) del Turismo, Dario Franceschini, che per un settore che vale il 13% del Pil e circa 3 milioni di occupati è riuscito a trovare 4 miliardi di cui 2,4 assorbiti dal bonus vacanze, l'ennesima trappola per creduloni che il governo ha ammannito agli italiani. Giusto per avere un'idea, in Francia sul turismo hanno messo 18 miliardi di intervento diretto, in Spagna 15 miliardi. E noi? Ben 25 milioni per sostenere tour operator e agenzie di viaggio che due giorni fa hanno trasformato piazza del Popolo a Roma nel palcoscenico di una disperata protesta. Ai senatori ieri il presidente di Federalberghi ha consegnato questi dati: «Avete tolto il divieto di spostamento tra regioni, ma non è servito. Solo il 40% degli alberghi ha riaperto, e il 26,8% ha deciso che non riaprirà per tutto giugno. Più del 20% starà chiuso anche ad agosto. Ormai la stagione primaverile è persa: sono andati in fumo 80 milioni di presenze e 118.000 posti di lavoro stagionali; temiamo che sia a rischio anche l'estate perché le prenotazioni non ci sono. Per il milione di dipendenti delle strutture alberghiere si rischia che non ci sia un futuro. Aspettano di capire se al termine della cassa integrazione troveranno un'azienda in attività, che tenta faticosamente di rimettersi in piedi, o un portone chiuso». Questo è il quadro, ma pare che Dario Fanceschini continui a sollecitare l'Enit - di cui peraltro vorrebbe «licenziare» il consiglio di amministrazione perché nominato dal precedente governo e che però non ha ancora visto un euro dei milioni promessi nel decreto Rilancio per la promozione - a raccontare un libro dei sogni. L'Enit esegue facendoci sapere che: «Le ricerche Web sul turismo in Italia producono oltre 300 milioni di visualizzazioni, un numero enorme pari all'intera popolazione europea. Le grandi città d'arte, Roma, Venezia e Milano, rilevano il maggior volume di citazioni». Chissà se ci credono almeno loro perché ad ascoltare Bernabò Bocca le cose stanno in maniera differente. «Al governo e al Parlamento», ha scandito durante l'audizione al Senato, «chiediamo uno scatto di reni. Alcuni dei provvedimenti sin qui adottati vanno nella direzione giusta, ma lo fanno con una lentezza esasperante e senza il vigore necessario. Occorre aumentare le risorse a sostegno del turismo accelerando anche i tempi di effettiva entrata in vigore o le imprese non ce la faranno». Siamo a monsieur de La Palice che sentenziò: «Speriamo che la morte ci trovi vivi». Tra le misure del governo la più cospicua è il bonus vacanze, che peraltro molti albergatori tra quelli (pochi) che aprono hanno già detto di non voler accattare. Cosa sia lo sanno ormai tutti: uno «sconto» da 150 euro per una persona, 300 per le coppie e 500 per le famiglie. L'80% di questi soldi vengono anticipati dall'albergatore, il 20% i contribuenti lo detraggono dalle loro tasse. Ma il problema è capire come si ottiene. Il bonus scatta dal primo luglio e vale fino al 31 dicembre, però il solerte Dario Franceschini non ha emanato il decreto attuativo e perciò è tutto incerto. Il bonus è stato pensato per aiutare le famiglie meno abbienti anche se un Isee di 40.000 euro per un single è cosa assai diversa che per una famiglia che dal primo figlio in su sempre 500 euro riceve, e tuttavia per attivarlo si deve avere uno smartphone di ultima generazione. Sì perché il bonus va «prenotato» attraverso un app che però il Mibact non ha ancora prodotto, con la quale si scaricano tutti i dati e si attende la risposta di convalida. Questa è la misura che assorbe il 60% degli aiuti al turismo. Logico che gli agenti di viaggio assedino Roma con 1.000 pullman (quello dei viaggi in bus è un settore ormai sull'orlo del fallimento), logico che i ristoratori e i balneari siano sul piede di guerra. La fotografia vera del settore l'ha data Confturismo (Confcommercio). Con un'indagine Swg ha stimato che solo il 20% degli italiani è pronto ad andare in vacanza, il 15% teme di non farcela con i soldi, l'8% non crede di avere tempo sufficiente perché si è già mangiato le ferie. Solo il 7% dichiara che sarà disposto a spendere qualcosa in più, mentre il 57% esclude categoricamente di fare vacanze. Ma anche quelli pronti a partire pensano al massimo a un weekend lungo. Perciò Luca Patanè, presidente di Confturismo, quasi implora per l'ennesima volta il ministro Franceschini: «Temiamo di perdere l'80% del fatturato. O ci aiutate o c'è il rischio che la criminalità o gli operatori stranieri si portino via tutto». Ma il governo sorride e dice: arriveranno gli stranieri. Per ora nonostante le gite di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, Austria e Svizzera tengono le frontiere chiuse, la Francia le ha solo formalmente riaperte, la Germania promette di mandarci un po' di Herr Muller dal 15 giugno, ma i telefoni sono muti, le mail disperse: prenotazioni non ce ne sono.