2025-02-21
Il tycoon affida al suo uomo di fiducia i rapporti con l’Italia (saltando l’Ue)
Paolo Zampolli (Getty Images)
Zampolli, imprenditore e amico del presidente, sarà inviato speciale a Roma. Incarico di solito per le aree di crisi, parallelo a quello dell’ambasciatore Fertitta. Settimana prossima possibile incontro con Meloni.Convocato al prospetto di Donald Trump a Mar a Lago, ha ricevuto l’investitura di ambasciatore speciale per l’Italia. Il suo nome è Paolo Zampolli, imprenditore milanese trasferitosi negli Usa una trentina di anni fa e grande amico di The Donald e di Melania. È stato lui infatti a presentare l’allora modella al tycoon. Il momento lo racconta lo stesso Zampolli in una lunga intervista a Vanity Fair nel 2017. «Quando lo conobbi (Trump, ndr) si era appena separato dalla sua seconda moglie, usciva tanto e ci frequentavamo spesso. La sera del 1998 in cui gli presentai Melania, amica della mia fidanzata Edith, lui era ospite d’onore a una cena durante la settimana della moda», spiega l’imprenditore italiano, aggiungendo: «Lo lasciai al loro tavolo e andai a occuparmi degli altri 300 ospiti. Due settimane dopo, a cena a casa mia si presentò con Melania e fui molto sorpreso: lei non aveva detto nulla nemmeno a Edith, quindi doveva essere il loro primo date. Sono stato io a scattare la foto sul mio divano. Da quel giorno stanno ancora insieme, il mio amico è diventato presidente degli Stati Uniti e la mia amica la First lady». Era appunto il 2017; al primo mandato. I rapporti in questi anni non solo sono rimasti buoni ma sono lievitati a tal punto da includere Zampolli nel novero dei quattro inviati speciali che rappresentano la diplomazia parallela della Casa Bianca. Con l’obiettivo di creare una filiera indipendente da quella permanente che risponde per definizione a Marco Rubio. Così Zampolli si aggiunge alla lista che già vede l’immobiliarista Steve Charles Witkoff inviato speciale per Gaza e il Medio Oriente, Keith Kellogg responsabile per l’Ucraina e Richard Grenell, ex ambasciatore in Germania e già responsabile dei servizi di intelligence ai tempi del Trump I, inviato speciale per le aree di crisi come il Venezuela. La prima domanda che sorge spontanea è: che c’entra l’imprenditore milanese con gli altri inviati speciali? La prima risposta è che un minimo di diplomazia la mastica avendo già ricoperto un ruolo all’Onu per Dominica, un’isola dei Caraibi. Ma la seconda domanda, ancor più importante è: che c’entra l’Italia con aree calde come il Venezuela, Gaza o l’Ucraina? Qui la risposta è più complessa e sfaccettata. Il messaggio che evidentemente vuole mandare Trump all’Europa è che da domani l’Italia potrà accedere a un canale privilegiato per mantenere costanti rapporti con Mar a Lago. Prima ancora che con Washington. Zampolli, nella cui cerchia di amici c’è anche Giuseppe Cipriani, imprenditore dell’ospitalità grazie alla catena di lusso Casa Cipriani, probabilmente si muoverà con grossa autonomia su diversi ambiti nel business e nel settore della Difesa. Una buona notizia per Fincantieri e per Leonardo, impegnate a rafforzare i rapporti negli Usa e a lanciare il programma di velivoli di sesta generazione, il Gcap, in partnership con Gran Bretagna e Giappone con un’importante finestra per l’Arabia Saudita. In molti ritengono che i tagli al Pentagono recentemente annunciati da Pete Hegseth possano intaccare i progetti di Lockheed Martin e spingere gli Usa a un inserimento nel Gcap. Fantapolitica? Potrebbe essere, ma la Casa Bianca oggi è pronta a stupire tutti e al contrario non dovrebbe stupire la volontà di spingere un Paese come l’Italia a rafforzare i rapporti con il regno dell’Arabia Saudita. Senza dimenticare che in questa nuova fase potrebbero aprirsi collaborazioni con Israele chiudendo il cerchio del progetto Nuovo Medio Oriente. È chiaro che Zampolli dovrà coordinarsi con l’ambasciatore designato in Italia, Tilman Fertitta. Equilibri già sperimentati ai tempi di Barack Obama, seppur con numerose difficoltà. Per quanto riguarda il nostro Paese l’inserimento di due figure dovrebbe invece essere più semplice. Zampolli e Fertitta si conoscono da tempo. Il secondo ha visto crescere il suo nome e il patrimonio personale in parallelo con la crescita di un impero immobiliare nel mondo dell’intrattenimento e della ristorazione. Nato a Galveston in Texas, da padre di origini siciliane, ha mano mano scalato le classifiche di Forbes. Insomma, si tratta di figure che frequentano più il mondo del business che quello della diplomazia e ciò rispecchia esattamente la postura di Trump. Per l’Italia l’accoppiata Zampolli-Fertitta è una buona notizia? Beh, di questi tempi fuori da ogni protocollo probabilmente sì. La prossima settimana il nuovo inviato speciale per il Belpaese sarà a Roma. Obiettivo incontrare Giorgia Meloni, sebbene la riunione non sia ancora in agenda. Non sappiamo quanto avrà intenzione di fare la spola, ma quello che è certo è che la cerchia degli amici «italiani» di Trump (tra i quali va sicuramente aggiunto George Guido Lombardi, più volte avvistato a Roma prima delle elezioni) prende una forma di ufficialità. Terrà rapporti diretti con il governo e, se il background non mente, bypasserà le lungaggini e le formalità della diplomazia tradizionale. Resta da capire, oltre a Palazzo Chigi, chi saranno i diretti interlocutori dell’inviato speciale in Italia. Da lì si capiranno molte cose. Ciò che è già chiaro adesso è che questa diplomazia alternativa volerà direttamente sopra la testa di Bruxelles.
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