2025-11-24
Non si placa la lite tra Trump e Marjorie Taylor Greene
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Marjorie Taylor Greene e Donald Trump (Ansa)
Resta alta la tensione tra Donald Trump e Marjorie Taylor Greene. Dopo il loro recente litigio, la deputata repubblicana ha infatti annunciato le sue dimissioni dal Congresso. “Non dimenticherò mai il giorno in cui ho dovuto lasciare mia madre perché mio padre era stato operato al cervello per rimuovere dei tumori cancerosi, per volare a Washington Dc e difendere il presidente Trump e votare no contro il secondo impeachment di democratici nel 2021”, ha dichiarato la diretta interessata. “La lealtà dovrebbe essere una strada a doppio senso”, ha aggiunto, precisando che lascerà il Congresso a inizio gennaio. Trump, dal canto suo, ha definito l’annuncio delle dimissioni “una grande notizia per il Paese”, bollando anche la diretta interessata come una “traditrice”. Ricordiamo che la maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti risulta particolarmente risicata. L’addio della Greene rischia quindi adesso di peggiorare una situazione già precaria.Lo scontro tra i due vecchi alleati era iniziato una decina di giorni fa, quando il presidente americano aveva ritirato il proprio endorsement alla deputata. Erano d’altronde mesi che quest’ultima assumeva posizioni divergenti dall’attuale amministrazione statunitense. Aveva criticato il bombardamento di Washington ai danni dei siti nucleari iraniani, bollando anche la situazione a Gaza come un “genocidio”. Più recentemente, la Greene aveva platealmente sconfessato Trump, quando quest’ultimo aveva sostenuto che i prezzi dei generi di prima necessità fossero scesi. Ulteriore tensione tra i due era esplosa sul caso Epstein, visto che la deputata era stata uno dei pochi parlamentari repubblicani a firmare la richiesta di divulgazione dei documenti relativi al finanziere suicida. In tutto questo, la Greene aveva anche criticato la distensione promossa dalla Casa Bianca con l’attuale regime siriano e si era infine lamentata, sostenendo che Trump desse troppo spazio ai temi di politica estera, anziché occuparsi delle problematiche interne agli Stati Uniti. Neanche a dirlo, il presidente aveva mostrato irritazione per le prese di posizione della deputata. Ed è così che si era arrivati alla rottura tra i due. In un primo momento, sembrava possibile che i protagonisti dello scontro potessero ricucire. Tuttavia, con l’annuncio delle dimissioni della Greene, pare che ormai la rottura sia difficilmente sanabile. E attenzione: il nodo non riguarda soltanto i traballanti numeri parlamentari dei repubblicani alla Camera. La questione è più profonda e chiama in causa le complesse dinamiche politiche che attraversano il mondo Maga. Un mondo diviso tra una corrente isolazionista e vicina alla working class e un’altra più orientata agli apparati e ai temi della sicurezza nazionale. Si tratta di una dialettica non nuova ma che, dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, si è intensificata. In questo senso, potremmo dire che il litigo del presidente con la Greene è in un certo senso speculare a quello che aveva avuto mesi fa con Elon Musk. Ora, è improbabile che possa deflagrare la guerra aperta nel breve termine: il carisma di Trump funge infatti da freno. È tuttavia probabile che la faida possa esplodere in vista delle primarie repubblicane del 2028.
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