2025-10-27
Disgelo sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Trump fa affari con il Sudest asiatico
Donald Trump e il premier cambogiano Hun Manet al vertice di Kuala Lumpur (Getty Images)
Bessent dopo i colloqui col vicepremier del Dragone: «C’è un accordo quadro per evitare le tariffe al 100%». Intanto Trump sigla intese su commercio e minerali critici con Malesia, Cambogia, Thailandia e Vietnam.Dopo la tempesta, è tornato (parzialmente) il sereno. Ieri, Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo quadro in materia commerciale. In particolare, l’intesa è stata conclusa, a margine del vertice Asean di Kuala Lumpur, da alti funzionari di Washington e Pechino. Gli Usa erano rappresentati dal segretario al Tesoro, Scott Bessent, e dal Rappresentante per il commercio, Jamieson Greer. La delegazione della Repubblica popolare era invece capitanata dal vicepremier cinese, He Lifeng. «Il presidente mi aveva dato la massima leva negoziale quando ha minacciato dazi del 100% se la Cina avesse imposto i suoi controlli sulle esportazioni globali di terre rare. Quindi penso che abbiamo evitato questo scenario e che i dazi saranno scongiurati», ha dichiarato Bessent, per poi aggiungere: «Abbiamo anche concordato ingenti acquisti agricoli per gli agricoltori statunitensi. Abbiamo concordato che i cinesi inizieranno ad aiutarci con i precursori chimici per la terribile epidemia di Fentanyl che sta devastando il nostro Paese». «Credo che abbiamo le basi per un incontro molto produttivo tra i due leader», ha proseguito il segretario al Tesoro americano, riferendosi al faccia a faccia che dovrebbero avere, giovedì, Donald Trump e Xi Jinping in Corea del Sud. «Abbiamo raggiunto un accordo definitivo su TikTok. Ne abbiamo raggiunto uno a Madrid e credo che ad oggi tutti i dettagli siano definiti. Toccherà ai due leader concludere la transazione giovedì in Corea», ha anche specificato Bessent. «Credo che quando l’annuncio dell’accordo con la Cina sarà reso pubblico, i nostri coltivatori di soia saranno molto soddisfatti di ciò che sta accadendo, sia per questa stagione che per quelle a venire, per diversi anni», ha continuato, toccando un punto politicamente nevralgico: gli agricoltori statunitensi, soprattutto in Iowa, rappresentano infatti uno storico bacino elettorale del Partito repubblicano. Infine, secondo Bessent, Washington e Pechino avrebbero trovato un’intesa provvisoria anche sulla spinosa questione delle terre rare. «Prevedo che otterremo una sorta di differimento sui controlli sulle esportazioni di terre rare di cui i cinesi avevano discusso», ha detto.«Gli Stati Uniti hanno espresso una posizione dura, mentre la Cina ha costantemente salvaguardato i propri interessi», ha dichiarato, dal canto suo, il Rappresentante per il commercio cinese, Li Chenggang. «Dopo oltre un giorno di intense discussioni, le due parti hanno esplorato in modo costruttivo soluzioni per affrontare adeguatamente le rispettive preoccupazioni sulle questioni sopra menzionate, raggiungendo un consenso preliminare. Per quanto riguarda il passo successivo, ciascuna parte implementerà i propri processi di approvazione interni», ha aggiunto.L’accordo commerciale con Pechino rappresenta, almeno per ora, una vittoria commerciale e politica per Trump che, sempre ieri, a Kuala Lumpur ha anche supervisionato la firma del cessate il fuoco tra Thailandia e Cambogia: un elemento, questo, che rafforza l’influenza geopolitica di Washington sul Sudest asiatico e che punta evidentemente ad arginare la presa della Cina sulla regione. «Questo è un giorno memorabile per il Sudest asiatico. Un passo monumentale», ha affermato il presidente americano in occasione della firma. Ricordiamo che l’accordo fa seguito a una tregua stabilita a luglio, dopo che la Casa Bianca aveva lanciato minacce commerciali contro Bangkok e Phnom Penh.Non solo. Sempre ieri, Trump ha anche sottoscritto accordi economici con Malesia, Thailandia e Cambogia, per ridurre parzialmente la pressione tariffaria americana su questi tre Paesi. La Casa Bianca ha altresì raggiunto un’intesa con il Vietnam: un’intesa che punta a esentare alcuni prodotti dai dazi al 20%, imposti tempo fa dalla Casa Bianca ad Hanoi. È quindi chiaro che, mentre avvia una distensione con Pechino, il presidente americano cerca al contempo di rafforzare la propria influenza commerciale sul Sudest asiatico in chiave anticinese. Washington ha d’altronde tutto l’interesse a incrementare il proprio peso geopolitico ed economico in seno all’Asean.Sotto questo aspetto, è interessante soprattutto un punto dell’accordo raggiunto ieri tra Stati Uniti e Malesia. «La Malesia», recita il testo dell’intesa, pubblicato dalla Casa Bianca, «si è impegnata ad astenersi dal vietare o dall’imporre quote alle esportazioni verso gli Stati Uniti di minerali essenziali o di elementi di terre rare. Si è anche impegnata a sviluppare rapidamente i suoi settori dei minerali essenziali e delle terre rare in collaborazione con aziende statunitensi». Non è del resto un mistero che la questione delle terre rare rappresenti uno dei principali nodi nel rapporto tra Washington e Pechino. E infatti, come sottolineato da Bessent, la Cina, nell’ambito dell’accordo quadro concluso ieri, avrebbe accettato di differire le restrizioni all’export.Gli occhi sono adesso puntati sul faccia a faccia tra Trump e Xi. Senza trascurare che, durante la sua tappa coreana, il tycoon potrebbe avere un incontro anche con Kim Jong-un: il che, se dovesse accadere, confermerebbe l’approccio della Casa Bianca nei confronti della Cina. Da una parte, sta promuovendo un disgelo commerciale; dall’altra, la competizione geopolitica prosegue. Nonostante l’amicizia di facciata, i rapporti tra Pechino e Pyongyang non sono ottimali. Xi teme l’iperattivismo nucleare di Kim e i legami sempre più stretti della Corea del Nord con la Russia nel settore della Difesa.
«Il delitto di via Poma» (Sky Crime)
A 35 anni dall’omicidio di Simonetta Cesaroni, la docuserie Il delitto di via Poma su Sky Crime ripercorre il caso con testimonianze e nuovi spunti d’indagine, cercando di far luce su uno dei misteri più oscuri della cronaca italiana.
Alberto Gusmeroli (Imagoeconomica)
La Uss Gravely (DDG-107), una nave da guerra lanciamissili della Marina degli Stati Uniti, arrivata al porto di Port of Spain in Trinidad e Tobago (Getty Images)