2022-03-13
«Truffa colossale sul caro carburanti». Sparata di Cingolani per scaricare le colpe
Il ministro prima fa accuse generiche, poi tenta la retromarcia. Più che gridare a vuoto, si potrebbe agire tagliando le accise.«Non ti ho tradito. Dico sul serio. Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette!». Così urlava John Belushi, nei panni di Jake Blues, in The Blues Brothers alla ex Carrie Fisher che minacciava di ucciderlo con un fucile d’assalto per averla lasciata sull’altare. Una scena cult, e un repertorio di scuse eccezionale, che forse è tornata in mente a chi ieri mattina stava ascoltando il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ospite di SkyTg24. Perché a un certo punto «Cingolani Blues» è sbottato: «Non esiste una motivazione tecnica per cui questi carburanti siano così costosi, il mercato ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e lo stanno pagando le nostre imprese. I prezzi dell’energia stanno crescendo in maniera assolutamente scorrelata dalla realtà dei fatti. Se mettiamo un tetto ai prezzi blocchiamo questa spirale speculativa. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato ed è fatta a spese delle imprese e dei cittadini». Colpa della speculazione, se le bollette sono schizzate alle stelle. Colpa della speculazione se gli autotrasportatori lunedì sono costretti a protestare con lo stop dei Tir. E chi è il responsabile della «colossale truffa» citata da Cingolani? Il ministero conosce già nomi e cognomi e li ha segnalati in procura? Perché gridare alle cavallette, pardon al «mercato nervoso», non risolve l’emergenza. Anzi, rischia di esacerbare ancora di più gli animi in una situazione che, come ha detto lo stesso ministro nei giorni scorsi, senza import russo si trasformerà in «tragedia sociale».Tanto che qualche ora dopo le dichiarazioni fatte nel salotto di Sky, «fonti del ministero» sono state costrette a metterci una toppa e hanno filtrato alle agenzie di stampa una precisazione: «Il ministro Cingolani parlando di speculazione di mercato si riferiva al prezzo del greggio e del gas, in aumento esponenziale nonostante non ci siano problemi di carenza dell’offerta». Troppo tardi. Perché subito l’Unione nazionale dei consumatori ha annunciato un esposto all’Antitrust e alla Procura per accertare la tempistica degli aumenti del carburante chiedendo che Cingolani venga sentito come persona informata sui fatti. Mentre Assoutenti ha chiesto al governo di varare «un decreto ad hoc per fermare le speculazioni sui carburanti e frenare l’escalation dei listini alla pompa».Resta, intanto, da capire cosa voglia fare Cingolani oltre a parlare come se stesse al Codacons. Il ministro, ricordiamolo, sul fronte del gas lo scorso 28 febbraio assicurava che «nel brevissimo termine, nell’ordine di settimane, non c’è nessun problema di approvvigionamento». Concetto ribadito l’8 marzo («Se dovesse cessare completamente la fornitura dalla Russia con le nostre riserve attuali e il piano di emergenza ci darebbero un tempo sufficientemente lungo da arrivare alla stagione buona»). Poi, soltanto due giorni dopo, uscito dal G7 sull’energia ecco l’allarme sulla «tragedia sociale». Ieri siamo passati alla «spirale speculativa» e alla «colossale truffa» sui carburanti. Le vere cavallette ci sembrano piuttosto le accise, la metà di quel prezzo esoso, che andrebbero tagliate per calmierare non solo i listini alla pompa, ma anche i prezzi dei prodotti trasportati. Cosa intende fare il ministero per calmierare i prezzi? «L’Italia non può cambiare ora il proprio paesaggio energetico, si impiegherebbe troppo tempo: possiamo però sfruttare al massimo i giacimenti di gas già esistenti. Ciò significa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più che possiamo offrire a prezzo controllato alle Pmi energivore», ha aggiunto sempre a Sky. E ancora: «Serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato». Quanto al nucleare, «c’è stato un referendum e ora non avrebbe senso costruire centrali nucleari in Italia». Cingolani ha poi ricordato che «negli ultimi giorni abbiamo dato in media quasi un miliardo di euro al giorno per l’acquisto di gas, tutta l’Europa alla Russia, forse più del costo della guerra che Vladimir Putin sta sostenendo. Ed è la dimostrazione evidente che i mercati seguono logiche proprie. Paghiamo errori storici per non aver diversificato la nostra dipendenza energetica». E questo lo aveva già fatto notare Mario Draghi durante il question time del 9 marzo: «Guardando i dati degli ultimi anni, è incredibile, la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni ma è veramente strano che è aumentata fortemente anche dopo l’invasione della Crimea del 2014. Questo dimostra una sottovalutazione del problema energetico e di politica estera e internazionale», aveva detto il premier sottolineando quindi gli errori commessi dai governi guidati da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Altre cavallette?
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco