
La donna che dopo 50 anni ha sconfitto l'egemonia della sinistra in Regione: «I cittadini con il loro voto hanno difeso anche la propria dignità. Noi del centrodestra abbiamo riportato alle urne la gente che ha creduto in una prospettiva nuova».Vista dalle vigne di Montefalco, l'Umbria è l'incontro tra il Creato e l'opera dell'uomo. E le polemiche, le tenzoni e le tensioni paiono appartenere a un'altra dimensione. La campagna è quieta, la luce diffusa, pochi rumori. È qui che si è rifugiata - nella sua Montefalco - per qualche ora di riposo Donatella Tesei. La neoeletta presidente della Regione Umbria alla testa del centrodestra con un consenso quasi plebiscitario è di ritorno da Perugia dalla conferenza stampa con i leader di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia che ha sancito la vittoria. Non dorme da due giorni eppure mantiene dietro un filo di trucco un sorriso serio, una cortesia innata, una lucidità ammirevole. Soddisfatta, ma anche sorpresa?«Beh che ero, che eravamo in vantaggio lo sentivo dal contatto con le persone che mi spronavano, mi facevano domande. L'ho percepito incontrando le categorie: gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, gli industriali. Tutti mi chiedevano fai qualcosa per lo sviluppo e sentivo che c'era desiderio e bisogno di cambiamento, ma di arrivare al 57 e di vincere di oltre venti punti non me lo aspettavo.»Anche la sua lista personale è un successo col 4,2%. Il «civismo» non era prerogativa di Vincenzo Bianconi e del cartello Partito democratico-Movimento 5 stelle?«Questo è un ulteriore motivo di soddisfazione. La lista è stata composta da persone che hanno condiviso un progetto civico e di necessario rilancio della nostra terra. E questo progetto è stato compreso dagli elettori. Credo che chi vuole intestarsi il civismo commetta un errore di prospettiva. La democrazia in sé è civismo».Il premier Giuseppe Conte però ha detto che il voto in Umbria contava meno di quello della provincia di Lecce. Come c'è rimasta?«Sono rimasta un po' interdetta. Non credo che un presidente del Consiglio possa dichiarare una cosa del genere. C'è stata poca considerazione per gli umbri che con il loro voto hanno difeso anche la loro dignità. Stiamo peraltro vedendo che così ininfluente il voto dell'Umbria non è. Per la prima vota qui gli elettori hanno avuto la possibilità di esprimersi sull'alleanza Pd-5 stelle e l'hanno bocciata come mi pare questo voto debba essere considerato con attenzione dal governo nazionale».Come si sente ad interpretare un passaggio storico? È una rivoluzione?«A dire il vero sono ancora un po' frastornata, anche per la stanchezza, ma ho la consapevolezza che dopo 50 anni si rompe un sistema di potere che nell'ultimo periodo ha bloccato, ha ossificato lo sviluppo di questa regione. È certamente una svolta, ma anche una rivoluzione nel senso che si è scritta una bella pagina che oggi è storia e che da domani diventa attualità del fare».Nel ringraziare gli umbri per il consenso avuto, lei ha detto che hanno avuto coraggio. In che senso?«Ho sentito dire per anni: che voto a fare? Tanto non cambia niente. Ho sentito per anni ripetere: questi chi li cambia. Ebbene stavolta gli umbri ci hanno creduto e hanno avuto il coraggio di cambiare, di far valere la loro scelta. Il massiccio afflusso alle urne è un valore ed è un segnale forte che il cambiamento è avvertito come una necessità. Noi del centrodestra abbiamo riportato i cittadini alle urne perché loro credono in una prospettiva nuova».Anche se lei ha questa dolce fermezza, un po' si è commossa…«Sì, mi è scesa una lacrima quando il risultato si è consolidato, quando Vincenzo Bianconi, lo ringrazio per la correttezza e il rispetto durante tutta la competizione, mi ha chiamata per congratularsi. Ho guardato le mie ragazze: Daniela, Simona, Michela e poi Fortunato che mi hanno accompagnato in questa faticosa ed esaltante esperienza e lì mi sono commossa. Lo devo anche a loro questo successo.»Si dice che Matteo Salvini abbia monopolizzato campagna elettorale e voto. È stato così?«Salvini ha fatto un lavoro e uno sforzo eccezionali. Tutti credono che lo abbia fatto solo per il riferimento nazionale, invece io so che lo ha fatto per rispetto degli umbri. Io ho seguito la mia strada: ho incontrato la mia gente, sono stata ad ascoltare ogni comunità. L'ho fatto con Salvini, come l'ho fatto con gli altri leader del centrodestra che qui in Umbria ha ritrovato coesione e slancio. La vittoria è della Lega, di Fratelli d'Italia che ha avuto un ottimo risultato e di Forza Italia. È la vittoria delle idee e del cambiamento».Lei vuole parlare solo dell'Umbria, ma è d'occordo con chi ritiene ora il governo «abusivo»?«Io opero nel campo del diritto e so che una cosa è legittima se sta nella legge. Però il voto degli umbri, e gli umbri sono italiani, dice che questa alleanza Pd-5 stelle non piace e dunque il governo giallorosso anche se ha una maggioranza in Parlamento è minoranza nel Paese. Trarne le conseguenze sarebbe un atto di rispetto della volontà popolare». Donatella Tesei, la donna della svolta si congeda. «Mi serve un po' di riposo. I programmi? Li ho tutti in testa, ma non voglio fare il solito sommario dei cento giorni. Ne parliamo tra poco, a giunta fatta. Contrariamente a chi non voleva i politici al governo io penso che la responsabilità debba essere dei politici che hanno un giudice supremo del loro operare: gli elettori. E gli elettori, la prova è quello che accaduto domenica, sanno scegliere».
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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